Sono a 5000 metri scalati in 3 giorni, tutti di mtb.
Ieri giro senza grandi quote, oggi fantastica salita della Val Agone con ambiente totalmente montano.
Strade da Transalp, pieni di ricordi indelebili.
Forse ci sarebbe da chiedersi perchè mi massacro tanto.
Chi pedala in montagna lo sa bene.
Io sono IO solo quando salgo, il cuore in gola e le gambe dolenti.
Non è andare in bici, è la mia espressione corporea.
Quando la strada sale non vorrei mai finisse, amo sentire la quota che aumenta.
Non è l'agonismo il mio mondo, anche se lo amo profondamente perchè mi stimola ad essere sempre più forte.
E' la scalata, la ricerca della vetta, il fine.
Sono i mille pensieri mentre pedalo annebbiato dalla fatica.
Non oso chiamarla meditazione, ci mancherebbe, ma adoro l'arrivare dei pensieri in silenzio, nell'affanno, senza che io li possa controllare. Sono loro a decidere di arrivare, io li accetto e li assecondo.
Poi arriva la discesa e tutto sparisce, ma dentro qualcosa di diverso, ogni volta, rimane.
Non potrei desiderare altro.
BikerForEver
mercoledì 29 agosto 2012
lunedì 27 agosto 2012
FALLING DOWN
Mi hanno dato una mappa delle Dolomiti di Brenta Bike. Qui hanno segnato con precisione teutonica centinaia di chilometri di giri mtb, dalla ciclabile al sentiero bici in spalla.
Mi creo il mio giro e parto, fa freddissimo ma il cielo è terso. Dopo poco inizio a salire, per una decina di chilometri le pendenze sono accettabili, sul 10%, poi ai meno due dalla vetta la sterrata si cementa e diventa ripidissima, salgo a 5 allora ma arrivo al Rifugio Don Zio e prendo i prati in perfetto free riding, e giungo in cima. La vista è maestosa, dal Garda all'Adamello.
Inizio a scendere e prendo per Malga Val di Bona, oltre sette chilometri di single track dice la mappa. Si sale e si scende, ci sono le tipiche pietre lisce e scivolosissime del Garda, prendo una rampa e di colpo il sentiero passa sul bordo del precipizio: saranno quasi mille metri di parete verticale, sopra a Riva. Scendo dalla bici mentre mi tremano le gambe, ma un cartello pericolo non potevano mettercelo?
Il passaggio si ripete tre volte, ognuna saranno 20 metri, ma io solo come un cane e con la testa che gira mi irrigidisco. Così quando si torna a scendere tecnici nel bosco, mi punto su una pietra e mi ribalto. Atterro manco a dirlo sull'anca destra, una pietra si pianta nel muscolo della coscia e viene subito un bel bozzo viola. Mi tocco, sono intero, ma che pirla. Ho anche preso una bella storta al collo per non dare una capocciata.
Riprendo a scendere, passo due Malghe.
Un pò di bei saliscendi, poi sempre stradoni e dopo 3 orette sono in Hotel a Ponte Arche, con 1500 metri di dislivello portati a casa anche oggi. Sono ammaccato ma sto bene. Prima o poi doveva capitare, era meglio se capitava poi.
Mi consolo con il buffet di frutti e dolci, domani si scala un'altra montagna.
sabato 25 agosto 2012
3A
Il 3A è un sogno.
Il sentiero perfetto, disegnato per la mtb.
Non è lungo, non è troppo duro. E' tecnico.
Scendere dal 3A è l'apoteosi dell'adrenalina.
Siamo in pochi a farlo, e soprattutto in sella.
Solo chi lo fa può capire.
Ultimo giorno a Cogne, l'ho salutata facendolo come ai vecchi tempi.
Ciao ci vediamo presto.
Il sentiero perfetto, disegnato per la mtb.
Non è lungo, non è troppo duro. E' tecnico.
Scendere dal 3A è l'apoteosi dell'adrenalina.
Siamo in pochi a farlo, e soprattutto in sella.
Solo chi lo fa può capire.
Ultimo giorno a Cogne, l'ho salutata facendolo come ai vecchi tempi.
Ciao ci vediamo presto.
venerdì 24 agosto 2012
BIKE&TRAILING
Non vedevo Salva da un pò, ieri ci sentiamo e combiniamo per l'ennesima salita all'Invernieux.
Prima delle 9 siamo già a pedalare, e arriviamo in cima in poco meno di 2 ore. La gamba funziona, e sembra andare tutto bene ma...ho la gomma posteriore a terra. Ok, la ripariamo, metto una mano in tasca, tiro fuori le bombolette e ho dimenticato il raccordo. Mi seggo e guardo nel vuoto. Sono a 2902 metri, tempo nero che mette pioggia a breve, e non posso riparare una ruota.
Saluto Salva che vola giù a divertirsi e inizio il mio duathlon: salita in bici e discesa a piedi di corsa!
Non scatto neanche una foto (quella qua sotto è del 2011 sempre lassù), l'umore non è proprio alle stelle. Mi prendo la compassione ("oh poverino, ha bucato") dei gitanti che salgono e mi incrociano, e in altre 2 ore sono a Gemillan, dove Salva viene a prendermi in macchina, per fortuna, evitandomi gli ultimi 200 metri di dislivello a scendere (ne ho comunque fatti 1200...)
Non è piovuto, è andata bene. E ora sono pronto anche per questa nuova disciplina:
Bike&Trailing! Yeah!
Prima delle 9 siamo già a pedalare, e arriviamo in cima in poco meno di 2 ore. La gamba funziona, e sembra andare tutto bene ma...ho la gomma posteriore a terra. Ok, la ripariamo, metto una mano in tasca, tiro fuori le bombolette e ho dimenticato il raccordo. Mi seggo e guardo nel vuoto. Sono a 2902 metri, tempo nero che mette pioggia a breve, e non posso riparare una ruota.
Saluto Salva che vola giù a divertirsi e inizio il mio duathlon: salita in bici e discesa a piedi di corsa!
Non scatto neanche una foto (quella qua sotto è del 2011 sempre lassù), l'umore non è proprio alle stelle. Mi prendo la compassione ("oh poverino, ha bucato") dei gitanti che salgono e mi incrociano, e in altre 2 ore sono a Gemillan, dove Salva viene a prendermi in macchina, per fortuna, evitandomi gli ultimi 200 metri di dislivello a scendere (ne ho comunque fatti 1200...)
Non è piovuto, è andata bene. E ora sono pronto anche per questa nuova disciplina:
Bike&Trailing! Yeah!
martedì 21 agosto 2012
TRE PASSI COGNENTZE
Ho chiamato Manuel 3 giorni fa e gli ho proposto un giretto mtb in quota. Lui ha risposto "affare fatto".
Arriva a Cogne stamane alle 8,30, scendo e partiamo poco prima delle nove, non fa per nulla freddo. Sono io la guida oggi, ricambio il giro in Valsesia di un mese fa.
Saliamo il Vallone dell'Urtier.
Prima le Golie, poi il Cretes a 2000 metri, passiamo Tzavanis a 2300 e siamo al rifugio Sogno di Bertzé dopo un'oretta e mezza, quota 2500 metri e qualcosa.
Lasciamo la carrozzabile e saliamo la Finestra di Champorcher, 2822 metri, il primo passo è fatto. Barretta, qualche foto e giù nella valle omonima, verso il rifugio Miserin.
Sotto il rifugio ricominciamo a salire, passiamo un lago e arriviamo al Colle Pontonnet, nostro secondo passo a quota 2899 metri.
La discesa verso il lago Ponton è tecnica e divertentissima, l'ultimo pezzo su cresta erbosa tutto pancia sulla sella ci divertiamo un sacco. Un paio ancora di tornanti in discesa sulla carrozzabile del lago ed ecco che appare il bivio per l'Invernieux, nostro terzo passo di giornata.
La salita adesso morde e Manuel comincia a sentire la quota, ma stoicamente arriviamo in cima in meno di 4 ore e mezza, quota 2902 metri
E' tempo della discesa, che io conosco a menadito e che rimane una delle più adatte alla mountain bike in quota che io abbia mai percorso. Manuel purtroppo patisce mal di montagna e si perde molto del gusto dell'infinito single-track, arriviamo comunque a Gimillan e ci tuffiamo su Cogne sempre nei boschi.
Arriviamo a casa dopo circa 6 ore, pause comprese, e con 2100 metri di dislivello.
Giornata strepitosa, Fabri & Manuel up to 3000!!!
Arriva a Cogne stamane alle 8,30, scendo e partiamo poco prima delle nove, non fa per nulla freddo. Sono io la guida oggi, ricambio il giro in Valsesia di un mese fa.
Saliamo il Vallone dell'Urtier.
Prima le Golie, poi il Cretes a 2000 metri, passiamo Tzavanis a 2300 e siamo al rifugio Sogno di Bertzé dopo un'oretta e mezza, quota 2500 metri e qualcosa.
Lasciamo la carrozzabile e saliamo la Finestra di Champorcher, 2822 metri, il primo passo è fatto. Barretta, qualche foto e giù nella valle omonima, verso il rifugio Miserin.
Sotto il rifugio ricominciamo a salire, passiamo un lago e arriviamo al Colle Pontonnet, nostro secondo passo a quota 2899 metri.
La discesa verso il lago Ponton è tecnica e divertentissima, l'ultimo pezzo su cresta erbosa tutto pancia sulla sella ci divertiamo un sacco. Un paio ancora di tornanti in discesa sulla carrozzabile del lago ed ecco che appare il bivio per l'Invernieux, nostro terzo passo di giornata.
La salita adesso morde e Manuel comincia a sentire la quota, ma stoicamente arriviamo in cima in meno di 4 ore e mezza, quota 2902 metri
E' tempo della discesa, che io conosco a menadito e che rimane una delle più adatte alla mountain bike in quota che io abbia mai percorso. Manuel purtroppo patisce mal di montagna e si perde molto del gusto dell'infinito single-track, arriviamo comunque a Gimillan e ci tuffiamo su Cogne sempre nei boschi.
Arriviamo a casa dopo circa 6 ore, pause comprese, e con 2100 metri di dislivello.
Giornata strepitosa, Fabri & Manuel up to 3000!!!
domenica 19 agosto 2012
FAMILY TREKKING
Nessuna sveglia all'alba, oggi si parte senza fretta. L'Invernieux è la MTB di ieri sono alle spalle. Adesso è tempo di muovere i piedi e di salire le montagne in famiglia.
La salita del Rifugio Sella la conosciamo, a Ferragosto ti aspetti di vedere qualcuno in infradito a volte dalle persone che ci sono, ma rimane comunque una discreta camminata, con i suoi 900 metri ripidi e cattivi da scalare.Arriviamo a pomeriggio inoltrato, sistemiamo gli zaini nella camerata e mentre i bambini giocano io e Barbara andiamo al lago del Lauson all'imbrunire per sciogliere le gambe.
La sera in rifugio passa presto, tra buoni piatti e qualche bicchiere di vino.
La mattina alle 7 sono già tutti che girano per le stanze pronti a partire. Ognuno per la sua piccola impresa in quota. Noi si fa colazione con calma, il sole picchia già da paura, e si preparano gli zaini: obiettivo il Col Loson e la traversata dell'Alta Via n.2 in Valsavaranche.
Saliamo per i prati, poi inizia la roccia e lo sfasciume.
Si sale tanto, le pendenze sono feroci, e il sole è fortissimo. I bambini sono strepitosi e Barbara non demorde mai, arriviamo al primo colle (3240 mt di quota) e osserviamo increduli il sentiero con corde fisse ed esposto che mira al colle a 3299 metri.
Il Col Loson accoglie la nostra gioia. Mai la nostra famiglia era arrivata a piedi tutta assieme a 3300 metri di quota. Il panorama spazia ovunque, i ghiacciai del Gran Paradiso si offrono stupendi alla vista, siamo raggianti e felici. Io ho un attimo di esaltazione e penso al mio femore portato dopo soli tre mesi quassù.
Ma oggi non è assolutamente il mio giorno, è il loro giorno. Quello di Barbara tenace come non mai, di Valentina di 7 anni, di Francesco di 10 anni, di Michela di 12 anni in grado di stringere i denti e arrivare qui. Ci sediamo e mangiamo felici, sotto un sole pazzesco e senza un alito di vento.
La salita del Rifugio Sella la conosciamo, a Ferragosto ti aspetti di vedere qualcuno in infradito a volte dalle persone che ci sono, ma rimane comunque una discreta camminata, con i suoi 900 metri ripidi e cattivi da scalare.Arriviamo a pomeriggio inoltrato, sistemiamo gli zaini nella camerata e mentre i bambini giocano io e Barbara andiamo al lago del Lauson all'imbrunire per sciogliere le gambe.
La sera in rifugio passa presto, tra buoni piatti e qualche bicchiere di vino.
La mattina alle 7 sono già tutti che girano per le stanze pronti a partire. Ognuno per la sua piccola impresa in quota. Noi si fa colazione con calma, il sole picchia già da paura, e si preparano gli zaini: obiettivo il Col Loson e la traversata dell'Alta Via n.2 in Valsavaranche.
Saliamo per i prati, poi inizia la roccia e lo sfasciume.
Si sale tanto, le pendenze sono feroci, e il sole è fortissimo. I bambini sono strepitosi e Barbara non demorde mai, arriviamo al primo colle (3240 mt di quota) e osserviamo increduli il sentiero con corde fisse ed esposto che mira al colle a 3299 metri.
Il Col Loson accoglie la nostra gioia. Mai la nostra famiglia era arrivata a piedi tutta assieme a 3300 metri di quota. Il panorama spazia ovunque, i ghiacciai del Gran Paradiso si offrono stupendi alla vista, siamo raggianti e felici. Io ho un attimo di esaltazione e penso al mio femore portato dopo soli tre mesi quassù.
Ma oggi non è assolutamente il mio giorno, è il loro giorno. Quello di Barbara tenace come non mai, di Valentina di 7 anni, di Francesco di 10 anni, di Michela di 12 anni in grado di stringere i denti e arrivare qui. Ci sediamo e mangiamo felici, sotto un sole pazzesco e senza un alito di vento.
Iniziamo a scendere in Valsavaranche, e sembra di essere sulla Luna. Panorami fortissimi che quasi ti opprimono, poi finito il primo tratto di sfasciume iniziano i prati in quota e arriva l'acqua a riportare i colori.
Prendiamo da bere in una fonte tra i prati e troviamo anche le stelle alpine.
Perdere 1700 metri di quota a piedi senza un allenamento specifico è dura, i piedi ci fanno male e le ginocchia pure, passiamo da Levionaz e ci rendiamo conto che il paese di Eaux Rousses è ancora terribilmente sotto, per cui la fatica la farà da padrona nella lunghissima mulattiera nel bosco che ancora ci manca. La nostra pelle è arsa dal sole, e la mia fronte in particolare, le nostre gambe sono letteralmente cotte, ma quando attraversiamo l'ultimo ponte per arrivare alla statale tutto lascia il posto solo alla felicità. Saliamo ancora qualche metro e ci sediamo ai tavoli dell'Hostellerie du Paradis per un meritato aperitivo.
Una navetta del parco ci riporta alla fine a Cogne, dove arriviamo che è ormai buio, stanchi e orgogliosi della nostra traversata.
Sono stati veramente tutti strepitosi e ci siamo regalati due giorni che non dimenticheremo facilmente.
Trekking meraviglioso.
giovedì 16 agosto 2012
IL CENTODUESIMO GIORNO
Mi alzo come sempre alle 7. Guardo fuori, nuvole basse e nebbia. Vabbè, mangio e lavoro, riguardo alle 8 si sta un poco aprendo. Dai ci provo. Mi metto la maglia finisher della Transalp e prendo pure la borraccia dedicata, oggi voglio i ricordi con me.
Sistemo Nina e poco prima delle 9 sono in sella. Le Golie scorrono bene, arrivo ai 2000 metri del Cretes in meno di 40 minuti, proprio niente male. L'Invernieux non si vede, avvolto nelle nubi, ma io tanto guardo il mio cardio mai sotto i 158 battiti e pedalo.
Sono solo, se ci penso è una pazzia. Ma doveva essere così, questa è una giornata da stare assolutamente soli. Nel cuore tanto ci sono tutti, da Loca a Manuel, da Salva a Fabri.
Bivio Ponton, qualche marmotta e non un'anima viva, comincio a faticare ma arrivo all'attacco del sentiero per il passo che sto ancora bene. Siamo oltre 2500 metri, so che ora inizierà la fatica.
Pedalo nei single-track esposti, la paura non è venuta su con me oggi, devio in un prato bici in spalla per evitare un pò troppe mucche e sento la fatica, e anche i chiodi dentro.
Mentre spalleggio sulle rocce il colle si apre al sole per accogliermi, sono passate un'ora e 58 minuti e sono in cima, da Cogne è un tempo pure buono per il mio fisico. Guardo giù, prendo il telefono e metto della musica a tutta, mi sdraio occhi al cielo, e mi prende un attimo di commozione. Sono qui, sono tornato qui.
Mi faccio anche una foto.
Mi tiro su, e arrivano i crampi. Quanto tempo che non li sentivo, fanno male. Mi metto il K-way e tiro su i manicotti, tiro un sospiro e mi butto nell'infinito single-track per Gemillan: 1200 metri di dislivello negativo, una leggenda.
Mi sento in confidenza con la Niner, oggi la paura è proprio rimasta a casa. Passo i laghi.
Di nuovo mucche e due si prendono con forza a cornate. Altra deviazione su per prati ripidissimi, bici in spalla, sta paura delle vacche devo togliermela prima o poi.
Mi rituffo nella downhill, iniziano i pezzi tecnici, mi trovo pancia sulla sella e i muscoli si irrigidiscono, adesso strizzo un pò e non riesco a fare in sella certi pezzi estremi che prima mi riuscivano. Non me ne può fregar di meno. Al Grauson nuovo prendo acqua come sempre ho fatto.
Arrivo a Gemillan in pieno delirio agonistico, manco fosse una granfondo. Senza neanche pensare non scendo e prendo il 3A a salire, forse il sentiero che più amo in assoluto. Un pò esposto, ma perfettamente pedalabile.
La discesa la faccio tutta in sella, pure gli infiniti tornantini da paura, sono a Epinel in un soffio, morale alle stelle e stanco morto. Ma senza crampi adesso, il lavoro fatto in inverno è venuto a galla. Prendo la pista da fondo e salgo a Cogne, a casa.
Poso la bici in garage, sono passate 4 ore e 1700 metri di dislivello positivo.Mi guardo allo specchio. Bravo Fabri, ora sai che stai tornando.
Yeah!!!!!!
Sistemo Nina e poco prima delle 9 sono in sella. Le Golie scorrono bene, arrivo ai 2000 metri del Cretes in meno di 40 minuti, proprio niente male. L'Invernieux non si vede, avvolto nelle nubi, ma io tanto guardo il mio cardio mai sotto i 158 battiti e pedalo.
Sono solo, se ci penso è una pazzia. Ma doveva essere così, questa è una giornata da stare assolutamente soli. Nel cuore tanto ci sono tutti, da Loca a Manuel, da Salva a Fabri.
Bivio Ponton, qualche marmotta e non un'anima viva, comincio a faticare ma arrivo all'attacco del sentiero per il passo che sto ancora bene. Siamo oltre 2500 metri, so che ora inizierà la fatica.
Pedalo nei single-track esposti, la paura non è venuta su con me oggi, devio in un prato bici in spalla per evitare un pò troppe mucche e sento la fatica, e anche i chiodi dentro.
Mentre spalleggio sulle rocce il colle si apre al sole per accogliermi, sono passate un'ora e 58 minuti e sono in cima, da Cogne è un tempo pure buono per il mio fisico. Guardo giù, prendo il telefono e metto della musica a tutta, mi sdraio occhi al cielo, e mi prende un attimo di commozione. Sono qui, sono tornato qui.
Mi faccio anche una foto.
Mi tiro su, e arrivano i crampi. Quanto tempo che non li sentivo, fanno male. Mi metto il K-way e tiro su i manicotti, tiro un sospiro e mi butto nell'infinito single-track per Gemillan: 1200 metri di dislivello negativo, una leggenda.
Mi sento in confidenza con la Niner, oggi la paura è proprio rimasta a casa. Passo i laghi.
Di nuovo mucche e due si prendono con forza a cornate. Altra deviazione su per prati ripidissimi, bici in spalla, sta paura delle vacche devo togliermela prima o poi.
Mi rituffo nella downhill, iniziano i pezzi tecnici, mi trovo pancia sulla sella e i muscoli si irrigidiscono, adesso strizzo un pò e non riesco a fare in sella certi pezzi estremi che prima mi riuscivano. Non me ne può fregar di meno. Al Grauson nuovo prendo acqua come sempre ho fatto.
Arrivo a Gemillan in pieno delirio agonistico, manco fosse una granfondo. Senza neanche pensare non scendo e prendo il 3A a salire, forse il sentiero che più amo in assoluto. Un pò esposto, ma perfettamente pedalabile.
La discesa la faccio tutta in sella, pure gli infiniti tornantini da paura, sono a Epinel in un soffio, morale alle stelle e stanco morto. Ma senza crampi adesso, il lavoro fatto in inverno è venuto a galla. Prendo la pista da fondo e salgo a Cogne, a casa.
Poso la bici in garage, sono passate 4 ore e 1700 metri di dislivello positivo.Mi guardo allo specchio. Bravo Fabri, ora sai che stai tornando.
Yeah!!!!!!
venerdì 10 agosto 2012
MONTE
Apriamo la casa di Monte S.Angelo chiusa da 3 anni che è quasi sera. Dentro il tempo si è fermato, i tanti orologi segnano momenti diversi, ma immobili.
Tutto al suo posto, tutto immutato. La polvere unico indizio che qualcosa è cambiato.
Tutti noi abbiamo la sensazione che la Nonna dei nostri 3 bambini possa da un momento all'altro riapparire, perchè questa sarebbe la normalità.
Francesco, dieci anni e un animo sensibile, non resiste, e inizia un pianto soffocato e sommesso. E' il luogo dei ricordi, dei mille oggetti inutili e poveri dal significato indelebile, quello dell'amore che lo legava a sua Nonna.
Ognuno di noi vive un'emozione intensa e viva, ma il suo pianto è il simbolo perfetto. Barbara appare serena, felice di riportare il sole in una casa intrisa in ogni angolo di sua madre, che tanto amava.
La bici in questi giorni prende un posto diverso. Tornare su questi percorsi duri e montani a picco sul mare, è come riportare il tempo indietro. Il giro verso la Foresta Umbra, la salita da Carbonara, la discesa dalla Montagna e la dura salita de "la corta" con i suoi 18 tornanti per 800 metri di dislivello, con il vento forte e massacrante per chi pedala, non sono allenamenti, recuperi, giri. Sono il ricordo di anni ormai lontani, quando arrivato alla piccola casa mi aspettava appunto la Nonna, e appena svestito, sudato e stravolto dalla grande fatica del pedalare su queste strade così aspre, sciacquava e stendeva il completino appena dismesso, senza dire nulla, senza mai lamentarsi di nulla, di me che avrei dovuto lavarmelo da solo non essendo suo figlio e pure ospite in una casa dal poco spazio.
Gli occhi si riempiono senza tregua di un panorama pazzesco, fra poco sarà ora di tornare su al Nord, a casa, felici per aver scelto conclusione che non poteva essere migliore a queste lunghe vacanze pugliesi.
Ma torneremo, ora siamo sicuri, la casa di Monte sarà li ad aspettarci.
Tutto al suo posto, tutto immutato. La polvere unico indizio che qualcosa è cambiato.
Tutti noi abbiamo la sensazione che la Nonna dei nostri 3 bambini possa da un momento all'altro riapparire, perchè questa sarebbe la normalità.
Francesco, dieci anni e un animo sensibile, non resiste, e inizia un pianto soffocato e sommesso. E' il luogo dei ricordi, dei mille oggetti inutili e poveri dal significato indelebile, quello dell'amore che lo legava a sua Nonna.
Ognuno di noi vive un'emozione intensa e viva, ma il suo pianto è il simbolo perfetto. Barbara appare serena, felice di riportare il sole in una casa intrisa in ogni angolo di sua madre, che tanto amava.
La bici in questi giorni prende un posto diverso. Tornare su questi percorsi duri e montani a picco sul mare, è come riportare il tempo indietro. Il giro verso la Foresta Umbra, la salita da Carbonara, la discesa dalla Montagna e la dura salita de "la corta" con i suoi 18 tornanti per 800 metri di dislivello, con il vento forte e massacrante per chi pedala, non sono allenamenti, recuperi, giri. Sono il ricordo di anni ormai lontani, quando arrivato alla piccola casa mi aspettava appunto la Nonna, e appena svestito, sudato e stravolto dalla grande fatica del pedalare su queste strade così aspre, sciacquava e stendeva il completino appena dismesso, senza dire nulla, senza mai lamentarsi di nulla, di me che avrei dovuto lavarmelo da solo non essendo suo figlio e pure ospite in una casa dal poco spazio.
Gli occhi si riempiono senza tregua di un panorama pazzesco, fra poco sarà ora di tornare su al Nord, a casa, felici per aver scelto conclusione che non poteva essere migliore a queste lunghe vacanze pugliesi.
Ma torneremo, ora siamo sicuri, la casa di Monte sarà li ad aspettarci.
lunedì 6 agosto 2012
MATTINATA
Di nuovo apro gli occhi alle 6, ho la sveglia in testa ormai. Ma questa volta sono a Vieste, e decido per allungare un pò il giro.
San Felice, Gattarella, e salgo su a Coppa S.Tecla, oltre 6 chilometri abbastanza duri. C'è già traffico all'alba, e non si muore ancora di caldo.
Un tuffo su Zagare, e poi su e giù continui con Mattinatella che si apre alla vista.
Arrivo a Mattinata dopo oltre un'ora e mezza. Ho già finito la borraccia, entro in paese e prendo una Coca in un bar. Sembra di essere tornati negli anni '60, la pago 1 euro e mezzo e parlano tutti in dialetto. Incredibile posto.
Ora si deve salire per 20 lunghi chilometri, mai duri ma eterni, ci metterò oltre un'ora. Come dicono qua, si sale la Montagna.
Fa caldo ora, e anche la Coca finisce, passa miracolosamente un camper, lo fermo e chiedo da bere. Mi allungano una bottigiletta d'acqua fresca, che mi permetterà il ritorno.
Scollino ormai nel bosco, bellissimo.
La discesa è una goduria. Altri 20 chilometri mai ripidi, quasi sempre all'ombra. Entro in Vieste e arrivo come speravo per le 10 in punto all'hotel, in tempo per fare colazione.
Sono stati oltre 85 chilometri e 1400 di dislivello, mi sento un pò come ai bei tempi, sono 3 ore e 20 minuti di bici. Non ho incontrato un ciclista che sia uno, ma sono proprio contento.
BikerforEver, anche sull'asfalto!
San Felice, Gattarella, e salgo su a Coppa S.Tecla, oltre 6 chilometri abbastanza duri. C'è già traffico all'alba, e non si muore ancora di caldo.
Un tuffo su Zagare, e poi su e giù continui con Mattinatella che si apre alla vista.
Arrivo a Mattinata dopo oltre un'ora e mezza. Ho già finito la borraccia, entro in paese e prendo una Coca in un bar. Sembra di essere tornati negli anni '60, la pago 1 euro e mezzo e parlano tutti in dialetto. Incredibile posto.
Ora si deve salire per 20 lunghi chilometri, mai duri ma eterni, ci metterò oltre un'ora. Come dicono qua, si sale la Montagna.
Fa caldo ora, e anche la Coca finisce, passa miracolosamente un camper, lo fermo e chiedo da bere. Mi allungano una bottigiletta d'acqua fresca, che mi permetterà il ritorno.
Scollino ormai nel bosco, bellissimo.
La discesa è una goduria. Altri 20 chilometri mai ripidi, quasi sempre all'ombra. Entro in Vieste e arrivo come speravo per le 10 in punto all'hotel, in tempo per fare colazione.
Sono stati oltre 85 chilometri e 1400 di dislivello, mi sento un pò come ai bei tempi, sono 3 ore e 20 minuti di bici. Non ho incontrato un ciclista che sia uno, ma sono proprio contento.
BikerforEver, anche sull'asfalto!
domenica 5 agosto 2012
SUNRISE
Apro gli occhi alle 6 e 5 minuti. Ho riposato questa notte, dai che esco subito.
Prime pedalate, fa fin freddo, mi sembra impossibile dopo giorni e giorni mai sotto i 35 gradi.
Scendo a Uggiano con l'alba sulla faccia.
Mi sembra fichissimo che tutti dormano e io invece stia pedalando...ma, tutti? C'è decisamente più gente in giro prima delle 7 che nel primo pomeriggio. Anzi c'è traffico, è l'alba della domenica e un fiume di ragazzi e ragazze sta rientrando dalle discoteche sul mare. Un gruppo ha aperto le portiere, sono scesi e ballano musica a palla in mezzo alla strada.
Sud.
Rientro poco dopo le 8, sveglia alla famiglia, colazione e si riparte per il Gargano. In mezzo Alberobello.
Nice day.
Iscriviti a:
Post (Atom)