Mi creo il mio giro e parto, fa freddissimo ma il cielo è terso. Dopo poco inizio a salire, per una decina di chilometri le pendenze sono accettabili, sul 10%, poi ai meno due dalla vetta la sterrata si cementa e diventa ripidissima, salgo a 5 allora ma arrivo al Rifugio Don Zio e prendo i prati in perfetto free riding, e giungo in cima. La vista è maestosa, dal Garda all'Adamello.
Inizio a scendere e prendo per Malga Val di Bona, oltre sette chilometri di single track dice la mappa. Si sale e si scende, ci sono le tipiche pietre lisce e scivolosissime del Garda, prendo una rampa e di colpo il sentiero passa sul bordo del precipizio: saranno quasi mille metri di parete verticale, sopra a Riva. Scendo dalla bici mentre mi tremano le gambe, ma un cartello pericolo non potevano mettercelo?
Il passaggio si ripete tre volte, ognuna saranno 20 metri, ma io solo come un cane e con la testa che gira mi irrigidisco. Così quando si torna a scendere tecnici nel bosco, mi punto su una pietra e mi ribalto. Atterro manco a dirlo sull'anca destra, una pietra si pianta nel muscolo della coscia e viene subito un bel bozzo viola. Mi tocco, sono intero, ma che pirla. Ho anche preso una bella storta al collo per non dare una capocciata.
Riprendo a scendere, passo due Malghe.
Un pò di bei saliscendi, poi sempre stradoni e dopo 3 orette sono in Hotel a Ponte Arche, con 1500 metri di dislivello portati a casa anche oggi. Sono ammaccato ma sto bene. Prima o poi doveva capitare, era meglio se capitava poi.
Mi consolo con il buffet di frutti e dolci, domani si scala un'altra montagna.
...evvai il chiodo regge :-)
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