Dieci maggio di dieci anni fa. Circa tremilaseicentocinquanta giorni fa. Compivo 46 anni e tornavo nel mio letto nel reparto di traumatologia dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure dopo essere finalmente uscito dalla sala in cui, per 24 ore, dopo l'operazione di ricostruzione del femore destro, avevo davvero temuto di non uscire mai più.
Mi ero fatto male in gara quattro giorni prima, il 6 maggio, e dopo 3 giorni e 3 notti di dolori insopportabili e pianti nonostante la morfina mi avevano finalmente operato. Frattura trocanterica multipla e scomposta del femore destro, con una grave distorsione al ginocchio. C'è di peggio, ma c'è anche di meglio.
Quel 10 maggio mi rimettevano inerme nel letto della mia stanza da cui ero uscito molte ore prima con il morale distrutto, un dolore insopportabile, la solitudine come sempre addosso e pochissime speranze di tornare a fare quello che volevo.
Ho molti difetti, qua dicono tutti anche un pò troppi. Egoista ed egocentrico, infantile e mai contento, solitario ma perennemente depresso, da tutti indicato come vero e proprio pezzo di merda, posso oggi, guardandomi indietro, dire di me stesso che almeno una virtù c'è stata: la tenacia.
Questo carattere impossibile, questa costante vita mirata a me stesso, per lo meno ha avuto il pregio di darmi una testa talmente dura da uscire da una buca da dove, a detta di tutti, non si poteva uscire. Conosco diversi altri ciclisti che hanno rotto il femore, sempre in maniera meno complessa della mia povera gamba, e hanno tutti strascichi importanti: zoppie, anche in necrosi, e così via. Io grazie alla mia cocciutaggine, grazie alla mania terribile di voler sempre fare di testa mia, non ascoltando nessuno, medici, chirurghi, fisioterapisti, osteopati, ed allenandomi da subito con unico obiettivo nella vita tornare da dove ero venuto, fino allo svenimento, sono oggi forse più forte e in forma di allora.
In dieci anni ho tenuto ogni allenamento in un personale diario. Così so che da quel 10 maggio 2012 ad oggi ho scalato 1.706.855 metri di dislivello in bici o a piedi o con gli sci stretti da fondo. So anche che ho dedicato alla fatica, allo sport, 5888 ore. E so anche che da allora ho fatto agonismo, gare insomma, in tutto 209 volte.
Mi hanno detto che non dovrei più parlarne. E' vero, che noia sta storia. Ma oggi che oltre a compierne 56, sono anche passati 10 anni, non ho resistito.
Beh, tutto sommato mi è andata bene.
BikerForEver