Sono anni che leggo su faccialibro le imprese eroiche dei ciclocrossisti.
Atleti che arrivano a braccia alzate.
Poesie sulla fierezza della disciplina nordica.
Imprese belgiche.
Gloria eroica.
Ho amici amatissimi che praticano la nobile disciplina dei copertoni artigliati massimo da 35mm e la venerano.
Inverni ed inverni passati a leggere queste imprese mentre mi alleno sulle Riverosse.
Potevo alla fine resistere alla tentazione di diventare anche io parte della nobilissima disciplina?
In sordina, con una Ridley (belgica storica azienda), nella ridente Borgofranco di Ivrea, in un bosco umido e tristissimo, ho fatto il mio esordio.
Nessun arco gonfiabile, nemmeno un megafono. Ci chiamano e poi via si parte che manco me ne accorgo. Perfetto, l'ambiente eroico che sognavo.
La bici l'ho provata per un giro e 20 minuti di riscaldamento, nemmeno so come si usa il cambio.
Siamo una serie di anziani ciclisti e qualche ragazza. Direi poco più che settanta. I giovani sono partito un'ora prima ed hanno già finito.
Parto malissimo, non capisco nulla, e il primo giro si va al rallentatore.
Poi mi girano anche le palle a forza di girare a destra e a manca, e inizio a spingere per quel che ho.
Supero per 50 minuti e raggiungo la Gloria.
Il traguardo mi attende in perfetta solitudine, tra persone che esultano per avercela fatta.
Ben 17 km di curvette e gobbette, Eroico.
Sono 19esimo assoluto, 12esimo Gentlmen. Però sul cardio ho 160 bpm medi e 171 massimi, ho spinto duro e.....pensa te...mi sono divertito!
Ora posso dormire sereno e sognare immaginari giorni di gloria. Ho fatto il mio primo CX e sono nell'olimpo degli eroi.
Umile ringrazio chi la bici mi ha prestato e chi, amorevolmente, mi ha accompagnato ed assistito.
BikerForEver.