mercoledì 21 settembre 2016

L'AMMUTINAMENTO

Siamo rintanati come superstiti accanto all'unica stufa del Rifugio Sogno di Bertzè.
Fuori diluvia, e fra poco sarà neve visto che siamo intorno allo zero quassù a oltre 2500 metri.
Abbiamo nelle gambe già oltre cinque ore di mountain bike con qualche migliaio di metri di dislivello.

Ci rivestiamo per andare al Rifugio Miserin, in mezzo il colle da scalare a oltre 2800.
Usciamo, si gela. Ci guardiamo e rientriamo.

Mi allontano un attimo e quando torno mi guardano tutti assieme.

"Abbiamo deciso, si scende sotto al diluvio a casa tua a Cogne, i soldi del pernottamento li investiamo in una cena come si deve a ristorante. Se domani smette facciamo un altro giro duro da Cogne".

L'ammutinamento.

Li guardo, sono contento: hanno scelto loro, se ci sdraiamo congelati nella discesa di oltre un'ora almeno questa volta non ho scelto io.

Dai 2000 metri del Cret hanno anche il coraggio di seguirmi sul sentiero tecnico e viscido che piomba sulle cascate di Lillaz.
Abbiamo tutti e cinque il sorriso stampato sulla faccia congelata.

Due giorni a ruote grasse, un centinaio di chilometri e forse 4000 metri di salita, poco importa. Freddo improvviso, sentieri tecnici, pancia sulla sella, pioggia, neve, mani congelate, autostima, troppe birre, genepy, abbracci tra di noi.

Tre volte c'era stato il sole. Era l'ora del maltempo.

Amici nuovi amici di sempre.

CicloAndrea, Angy, Zambo, Elema, io.

Grazie ragazzi, queste sono le cose che non si dimenticano.


BikerForEver






giovedì 15 settembre 2016

FAST & FUN

Come sanno anche le pietre, io sono fatto per le salite interminabili, per portare la MTB in spalla, per scendere su sentieri da capre, e per farlo per ore e per giorni.
E mi piace anche, come una tortura di cui sono dipendente.

Così quando Elema mi fa "mercoledì corriamo il Fast Change a Chieri", avrei voluto dire di no, ma ho pensato che se lei era venuta sullo Tza Seche forse io potevo fare una staffetta sprint...

Così anche se con lo stomaco bloccato per il solito nervoso causatomi dalle solite persone che hanno come missione la tortura della mia psiche (per non dire altre parti corporee...), sono andato a correre in notturna.

Un'ora e qualcosa a staffetta, 6 minuti di giro con 80 metri di dislivello nel centro storico, il buio, l'odore degli altri, il fegato che pulsa, i denti che bruciano, la sensazione di vomito, l'area cambio che sa di 24h, il testimone da passare, l'incitamento tra di noi, "Vai Ele!!", "Vai Fabri!!", i muri delle case troppo vicini, il pavè infido, le scalinate in discesa, l'adrenalina.
Gli agnolotti e la birra dopo.

E' andata a finire che mi sono divertito, e che Ele è anche andata veramente forte.


BikerForEver.









martedì 13 settembre 2016

A ME PIACE COSI'

Correre per accompagnare lei.

Quante volte l'ho visto fare, nelle granfondo e nelle corse a tappe.
Quante volte ho pensato che mi piaceva.
Che era una cosa bella, che era un modo diverso per fare comunque agonismo.

Lui di solito potrebbe andare più forte e per questo può aiutare lei.
Altrimenti non avrebbe senso.

Lo abbiamo fatto di proposito a Masserano, un pò per caso a Sestriere, di nuovo di proposito a Cogne.

Ne sono venuti fuori tre podi, e lei sorrideva ogni volta felice.

Si può chiedere di meglio?


BikerForEver





giovedì 1 settembre 2016

OH NO!!

A volte si buca. A volte si rompe. A volte.

Ma se rompi due volte e la terza buchi, in tre gare, non è molto divertente.

Se poi non riesci a riparare la gomma, se ti fermi sette volte a rigonfiarla tenendola insieme con le fascette di velcro per gli sci.
Se hai 24 minuti di differenza tra tempo pedalato ed effettivo.
Se poi si rompe tutto e ti fai l'ultima discesa della Clavierissima Marathon, di suo già abbastanza tecnica ed infida per la polvere, sul cerchio.

Insomma.

Non benissimo.


BikerForEver