domenica 19 agosto 2012

FAMILY TREKKING

Nessuna sveglia all'alba, oggi si parte senza fretta. L'Invernieux è la MTB di ieri sono alle spalle. Adesso è tempo di muovere i piedi e di salire le montagne in famiglia.

La salita del Rifugio Sella la conosciamo, a Ferragosto ti aspetti di vedere qualcuno in infradito a volte dalle persone che ci sono, ma rimane comunque una discreta camminata, con i suoi 900 metri ripidi e cattivi da scalare.Arriviamo a pomeriggio inoltrato, sistemiamo gli zaini nella camerata e mentre i bambini giocano io e Barbara andiamo al lago del Lauson all'imbrunire per sciogliere le gambe.



La sera in rifugio passa presto, tra buoni piatti e qualche bicchiere di vino.

La mattina alle 7 sono già tutti che girano per le stanze pronti a partire. Ognuno per la sua piccola impresa in quota. Noi si fa colazione con calma, il sole picchia già da paura, e si preparano gli zaini: obiettivo il Col Loson e la traversata dell'Alta Via n.2 in Valsavaranche.



Saliamo per i prati, poi inizia la roccia e lo sfasciume.


Si sale tanto, le pendenze sono feroci, e il sole è fortissimo. I bambini sono strepitosi e Barbara non demorde mai, arriviamo al primo colle (3240 mt di quota) e osserviamo increduli il sentiero con corde fisse ed esposto che mira al colle a 3299 metri.


Il Col Loson accoglie la nostra gioia. Mai la nostra famiglia era arrivata a piedi tutta assieme a 3300 metri di quota. Il panorama spazia ovunque, i ghiacciai del Gran Paradiso si offrono stupendi alla vista, siamo raggianti e felici. Io ho un attimo di esaltazione e penso al mio femore portato dopo soli tre mesi quassù.


Ma oggi non è assolutamente il mio giorno, è il loro giorno. Quello di Barbara tenace come non mai, di Valentina di 7 anni, di Francesco di 10 anni, di Michela di 12 anni in grado di stringere i denti e arrivare qui. Ci sediamo e mangiamo felici, sotto un sole pazzesco e senza un alito di vento.




Iniziamo a scendere in Valsavaranche, e sembra di essere sulla Luna. Panorami fortissimi che quasi ti opprimono, poi finito il primo tratto di sfasciume iniziano i prati in quota e arriva l'acqua a riportare i colori.



Prendiamo da bere in una fonte tra i prati e troviamo anche le stelle alpine.


Perdere 1700 metri di quota a piedi senza un allenamento specifico è dura, i piedi ci fanno male e le ginocchia pure, passiamo da Levionaz e ci rendiamo conto che il paese di Eaux Rousses è ancora terribilmente sotto, per cui la fatica la farà da padrona nella lunghissima mulattiera nel bosco che ancora ci manca. La nostra pelle è arsa dal sole, e la mia fronte in particolare, le nostre gambe sono letteralmente cotte, ma quando attraversiamo l'ultimo ponte per arrivare alla statale tutto lascia il posto solo alla felicità. Saliamo ancora qualche metro e ci sediamo ai tavoli dell'Hostellerie du Paradis per un meritato aperitivo.


Una navetta del parco ci riporta alla fine a Cogne, dove arriviamo che è ormai buio, stanchi e orgogliosi della nostra traversata.
Sono stati veramente tutti strepitosi e ci siamo regalati due giorni che non dimenticheremo facilmente.
Trekking meraviglioso.

3 commenti:

  1. ...grandi....
    quando la facciamo in bike ?? :-)

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  2. l'ho fatta 4 volte, ultima 7 anni fa. C'è tanto di quel portage sia a salire che a scendere che ti vien voglia di bruciarla la bici. Ma ovviamente se si vuole fare io ci sono...

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