Sistemo Nina e poco prima delle 9 sono in sella. Le Golie scorrono bene, arrivo ai 2000 metri del Cretes in meno di 40 minuti, proprio niente male. L'Invernieux non si vede, avvolto nelle nubi, ma io tanto guardo il mio cardio mai sotto i 158 battiti e pedalo.
Sono solo, se ci penso è una pazzia. Ma doveva essere così, questa è una giornata da stare assolutamente soli. Nel cuore tanto ci sono tutti, da Loca a Manuel, da Salva a Fabri.
Bivio Ponton, qualche marmotta e non un'anima viva, comincio a faticare ma arrivo all'attacco del sentiero per il passo che sto ancora bene. Siamo oltre 2500 metri, so che ora inizierà la fatica.
Pedalo nei single-track esposti, la paura non è venuta su con me oggi, devio in un prato bici in spalla per evitare un pò troppe mucche e sento la fatica, e anche i chiodi dentro.
Mentre spalleggio sulle rocce il colle si apre al sole per accogliermi, sono passate un'ora e 58 minuti e sono in cima, da Cogne è un tempo pure buono per il mio fisico. Guardo giù, prendo il telefono e metto della musica a tutta, mi sdraio occhi al cielo, e mi prende un attimo di commozione. Sono qui, sono tornato qui.
Mi faccio anche una foto.
Mi tiro su, e arrivano i crampi. Quanto tempo che non li sentivo, fanno male. Mi metto il K-way e tiro su i manicotti, tiro un sospiro e mi butto nell'infinito single-track per Gemillan: 1200 metri di dislivello negativo, una leggenda.
Mi sento in confidenza con la Niner, oggi la paura è proprio rimasta a casa. Passo i laghi.
Di nuovo mucche e due si prendono con forza a cornate. Altra deviazione su per prati ripidissimi, bici in spalla, sta paura delle vacche devo togliermela prima o poi.
Mi rituffo nella downhill, iniziano i pezzi tecnici, mi trovo pancia sulla sella e i muscoli si irrigidiscono, adesso strizzo un pò e non riesco a fare in sella certi pezzi estremi che prima mi riuscivano. Non me ne può fregar di meno. Al Grauson nuovo prendo acqua come sempre ho fatto.
Arrivo a Gemillan in pieno delirio agonistico, manco fosse una granfondo. Senza neanche pensare non scendo e prendo il 3A a salire, forse il sentiero che più amo in assoluto. Un pò esposto, ma perfettamente pedalabile.
La discesa la faccio tutta in sella, pure gli infiniti tornantini da paura, sono a Epinel in un soffio, morale alle stelle e stanco morto. Ma senza crampi adesso, il lavoro fatto in inverno è venuto a galla. Prendo la pista da fondo e salgo a Cogne, a casa.
Poso la bici in garage, sono passate 4 ore e 1700 metri di dislivello positivo.Mi guardo allo specchio. Bravo Fabri, ora sai che stai tornando.
Yeah!!!!!!
....come dite voi YEAHHH!!!!....
RispondiElimina..io sarei ancora in riabilitazioneeeeee....
...grande!!!!!!!!