Io e Loca ci conosciamo da un bel pò. E' per me un amico particolare, quando sono con lui è come se fossi a casa.
Fabri&Loca hanno corso la Transalp in coppia, e quindi ormai ci conosciamo a fondo.
Poi abbiamo corso assieme anche se non in coppia due Rally di Sardegna, e tante gare, con tanta Liguria: da Celle a Ospedaletti, da Spotorno ad Alassio.
Tutti e due abbiamo dei bei pezzi di ferro nel nostro corpo, che raccontano della nostra passione. Loca va più forte di me, ma non me lo fa mai pesare.
Marco ha un blog celeberrimo, Milano Manetta, io scrivo più che altro per me. Marco ha mille amici ed è il leader dei Manetta, io sono molto spesso solo. Ci completiamo credo.
Oggi ci siamo trovati ad Alassio, erano sei mesi che non ci si vedeva. Ed era come se fossimo usciti tutti i giorni dell'anno assieme. In programma un lungo demenziale, l'unione di due delle granfondo liguri più tecniche: la Celebike di Andora e la Muretto di Alassio. Clima caldo ma cielo coperto.
Siamo saliti dalla porta del sole, giro della cresta di Laigueglia nuovo e molto tecnico, giù sul castello di Andora e su a Grassini. Cresta in picchiata su Cervo, sentiero di Celestino e poi su al Metanodotto a prendere il giro di Alassio verso il Pisciavino, con tutti i suoi trail, dalla Madonna della Guardia al sentiero dell'Onda.
Cinque ore spacca bici, gambe e braccia. Per fare 68 km con quasi 2000+, di buon passo. Un'apoteosi della MTB più pura e dura. Ho ancora stasera negli occhi la tensione per gli infiniti trail fatti a tutta.
Mi mancavi amico mio, grazie di avermi sopportato anche oggi.
BikerForEver
giovedì 25 aprile 2013
lunedì 22 aprile 2013
SE DA PICCOLO
Se da bambino, quando ero piccolo, mi avessero lasciato saltare nelle pozzanghere e rotolarmi nel fango forse non mi divertirei tanto a farlo adesso all'alba delle 47 primavere.
Diluvia, ed inizia la Coppa Piemonte. Vado a Bricherasio con Marco Benetel, il nostro Presidente, e il buon Davò. Le facce al ritiro numeri mostrano musi lunghi: fa freddo, molto freddo, e piove a dirotto. Arriva la Janine, loro subito pensano di non partire, lei mi fa "cosa fai tu?". "Io corro, lo sai che corro".
Sono partito tutte le volte in vent'anni, non sono arrivato solo passando per l'ambulanza. E poi a me le condizioni infernali piacciono. Basta che non sia troppo pericoloso, come a Camogli, ma è raro che mi spaventi.
Mi vesto bene, il rischio ipotermia c'è sempre in queste condizioni, mi scaldo pochissimo e vado in griglia. Dai che smette...tolgo un attimo la mantellina e subito ricomincia il diluvio universale. La rimetto e si parte. Nel giro di lancio tirano tutti come bestie, l'asfalto sembra un torrente e ci aspetta l'inferno, eppure sembra che la gara debba finire dopo 3 minuti. Mah...
Inizia la lunga salita a Sonagliette e appena metto il 24 si risucchia la catena. Scendo e riparto. E di nuovo, altre 4 volte. Mi han passato troppi, mi arrabbio, tiro sul il 38 e non lo toglierò più: due ore di SFR, 20 rpm e via. Ma mi accorgo che salendo tutto storto e di forza recupero e sale il morale.
Inizia la discesa e le pastiglie davanti cedono subito. Ricomincio a salire verso Piani ormai con un solo freno, il posteriore. Lotto e recupero e mi diverto.
Inizio a scendere ma devo andare piano, io uso tanto il freno anteriore e senza non sono confidente. Mi prende qualcuno ma non molti, credo in tanti si sia senza freni.
Ultimi chilometri vallonati in piena bagarre, siamo in cinque e tutti sgomitano. Una figata, acqua fango e freddo e noi a giocare come bambini, tutt'uno con la terra.
Entriamo nelle vigne, si va di traverso, ma non mollo e per una volta non sono l'ultimo dei gruppo.
Alla fine sono 79esimo assoluto, e 13esimo M4. Non sono neanche andato male, è la migliore prestazione assoluta in Coppa Piemonte per me. Ma soprattutto ho il sorriso stampato in faccia,
Marco ride nel vedermi, e mi aiuta in tutto. doccia, cambio, bici. Un vero amico.
Arriva anche la Janine, e ride anche lei.
Due ore e mezza a giocare nelle pozzanghere (e a farsi 40 km per 1300+), se da piccolo me lo avessero permesso non mi sarei divertito tanto adesso.
Yeah!!
Diluvia, ed inizia la Coppa Piemonte. Vado a Bricherasio con Marco Benetel, il nostro Presidente, e il buon Davò. Le facce al ritiro numeri mostrano musi lunghi: fa freddo, molto freddo, e piove a dirotto. Arriva la Janine, loro subito pensano di non partire, lei mi fa "cosa fai tu?". "Io corro, lo sai che corro".
Sono partito tutte le volte in vent'anni, non sono arrivato solo passando per l'ambulanza. E poi a me le condizioni infernali piacciono. Basta che non sia troppo pericoloso, come a Camogli, ma è raro che mi spaventi.
Mi vesto bene, il rischio ipotermia c'è sempre in queste condizioni, mi scaldo pochissimo e vado in griglia. Dai che smette...tolgo un attimo la mantellina e subito ricomincia il diluvio universale. La rimetto e si parte. Nel giro di lancio tirano tutti come bestie, l'asfalto sembra un torrente e ci aspetta l'inferno, eppure sembra che la gara debba finire dopo 3 minuti. Mah...
Inizia la lunga salita a Sonagliette e appena metto il 24 si risucchia la catena. Scendo e riparto. E di nuovo, altre 4 volte. Mi han passato troppi, mi arrabbio, tiro sul il 38 e non lo toglierò più: due ore di SFR, 20 rpm e via. Ma mi accorgo che salendo tutto storto e di forza recupero e sale il morale.
Inizia la discesa e le pastiglie davanti cedono subito. Ricomincio a salire verso Piani ormai con un solo freno, il posteriore. Lotto e recupero e mi diverto.
Inizio a scendere ma devo andare piano, io uso tanto il freno anteriore e senza non sono confidente. Mi prende qualcuno ma non molti, credo in tanti si sia senza freni.
Ultimi chilometri vallonati in piena bagarre, siamo in cinque e tutti sgomitano. Una figata, acqua fango e freddo e noi a giocare come bambini, tutt'uno con la terra.
Entriamo nelle vigne, si va di traverso, ma non mollo e per una volta non sono l'ultimo dei gruppo.
Alla fine sono 79esimo assoluto, e 13esimo M4. Non sono neanche andato male, è la migliore prestazione assoluta in Coppa Piemonte per me. Ma soprattutto ho il sorriso stampato in faccia,
Marco ride nel vedermi, e mi aiuta in tutto. doccia, cambio, bici. Un vero amico.
Arriva anche la Janine, e ride anche lei.
Due ore e mezza a giocare nelle pozzanghere (e a farsi 40 km per 1300+), se da piccolo me lo avessero permesso non mi sarei divertito tanto adesso.
Yeah!!
sabato 13 aprile 2013
ROASIO COAST TO COAST
Come un incontro "clandestino", io e Mauro ci siamo accordati su facebook senza esserci mai conosciuti: un lungo a Roasio, nel primo giorno di vera primavera dell'anno.
Alle otto e mezza siamo già in bici. Obiettivo il coast to coast, perchè da Roasio o vai a sinistra verso Masserano o a destra verso Gattinara. E non avevo mai provato a unire i due lati.
Riverosse, su a Colmo, poi i sentieri del Cinghiale e il nuovo di Vergnago, e su in cima al Galletto. A quel punto prendiamo il sentiero molto tecnico che costeggia il lago di Masserano, e cominciamo a divertirci.
Saliamo a Soprana e poi al rifugio La Sella, e torniamo verso Colmo. A Mauro si allentano le brugole del manubrio, deviazione tra le case e lo sistemiamo.
Facciamo il giro dei tagliafuoco di Sostegno, scendiamo e iniziamo a salire verso la Bocchetta delle Ovasine. Giù dal sentiero dei ponti di legno e poi su da Mastellone al castello di Vintebbio.
Ancora su verso Mazzucco, ormai è ora di pranzo e decido di non andare oltre, ma di scendere a Lozzolo.
Siamo a Roasio dopo oltre cinque ore, con nelle gambe 72 km e oltre 2000+, tutto di strappi ripidissimi. La primavera è arrivata.
Non sono stanco, la gamba spinge ancora, potrei andare avanti altre ore. Ringrazio Mauro, mangio un panino e corro alla festa di Franci.
Bella Fabri. adesso sei pronto.
Alle otto e mezza siamo già in bici. Obiettivo il coast to coast, perchè da Roasio o vai a sinistra verso Masserano o a destra verso Gattinara. E non avevo mai provato a unire i due lati.
Riverosse, su a Colmo, poi i sentieri del Cinghiale e il nuovo di Vergnago, e su in cima al Galletto. A quel punto prendiamo il sentiero molto tecnico che costeggia il lago di Masserano, e cominciamo a divertirci.
Saliamo a Soprana e poi al rifugio La Sella, e torniamo verso Colmo. A Mauro si allentano le brugole del manubrio, deviazione tra le case e lo sistemiamo.
Facciamo il giro dei tagliafuoco di Sostegno, scendiamo e iniziamo a salire verso la Bocchetta delle Ovasine. Giù dal sentiero dei ponti di legno e poi su da Mastellone al castello di Vintebbio.
Ancora su verso Mazzucco, ormai è ora di pranzo e decido di non andare oltre, ma di scendere a Lozzolo.
Siamo a Roasio dopo oltre cinque ore, con nelle gambe 72 km e oltre 2000+, tutto di strappi ripidissimi. La primavera è arrivata.
Non sono stanco, la gamba spinge ancora, potrei andare avanti altre ore. Ringrazio Mauro, mangio un panino e corro alla festa di Franci.
Bella Fabri. adesso sei pronto.
martedì 9 aprile 2013
L'EMOZIONE
Molti non si ricordano che ho corso per lungo tempo su strada.
Anni e anni di Nove Colli, Fausto Coppi, Gimondi, Mottarone, Maratona delle Dolomiti, Campagnolo, e avanti e avanti. Oltre 100 lunghi, dislivelli epici. Mai un fenomeno, la gamba è mediocre e si sa. Ma sempre all'arrivo, con qualsiasi condizione climatica: sole, acqua, neve.
Ma da anni corro solo in MTB e esco su strada solo quando non posso evitarlo.
E' questione di emozione.
Non amo l'asfalto, perchè violenta boschi e montagne.
Non amo l'asfalto perchè odora dello scarico delle auto.
Non amo l'asfalto perchè grigio.
Il mio femore si è frantumato sull'asfalto, non contro una roccia o un tronco.
Rinasco nei boschi.
Rinasco nell'inverno con i rami spogli e la terra gelata.
Rinasco vedendo i primi fiori.
Rinasco tra il verde dei prati di quota, in estate.
Amo l'odore dei boschi, e dei prati.
Amo l'adrenalina di un sentiero assurdo fatto in sella.
Amo le pietre e le radici su cui rischio di sdraiarmi ogni volta.
Amo il fango anche se non sono capace a portarci la bici.
Il silenzio dei boschi, delle colline, delle montagne, delle valli, mi rendono migliore.
Amo avere paura da solo, e per questo ci vado spesso.
Mi piace sentire i pedali nella schiena mentre mi porto la mountain in spalla in montagna.
Il ciclismo su strada è uno sport, la mountain bike l'anima.
Io non sono ciclista, sono biker.
Tanta stima e rispetto per chi pedala le bici da corsa. Che sono tra l'altro bellissime.
Penso sempre agli amici su strada mentre scendo sui miei sentieri in collina, con il rumore solo della mia catena e gli occhi pieni dei miei silenzi.
BikerForEver, la scelta è fatta da tempo.
Anni e anni di Nove Colli, Fausto Coppi, Gimondi, Mottarone, Maratona delle Dolomiti, Campagnolo, e avanti e avanti. Oltre 100 lunghi, dislivelli epici. Mai un fenomeno, la gamba è mediocre e si sa. Ma sempre all'arrivo, con qualsiasi condizione climatica: sole, acqua, neve.
Ma da anni corro solo in MTB e esco su strada solo quando non posso evitarlo.
E' questione di emozione.
Non amo l'asfalto, perchè violenta boschi e montagne.
Non amo l'asfalto perchè odora dello scarico delle auto.
Non amo l'asfalto perchè grigio.
Il mio femore si è frantumato sull'asfalto, non contro una roccia o un tronco.
Rinasco nei boschi.
Rinasco nell'inverno con i rami spogli e la terra gelata.
Rinasco vedendo i primi fiori.
Rinasco tra il verde dei prati di quota, in estate.
Amo l'odore dei boschi, e dei prati.
Amo l'adrenalina di un sentiero assurdo fatto in sella.
Amo le pietre e le radici su cui rischio di sdraiarmi ogni volta.
Amo il fango anche se non sono capace a portarci la bici.
Il silenzio dei boschi, delle colline, delle montagne, delle valli, mi rendono migliore.
Amo avere paura da solo, e per questo ci vado spesso.
Mi piace sentire i pedali nella schiena mentre mi porto la mountain in spalla in montagna.
Il ciclismo su strada è uno sport, la mountain bike l'anima.
Io non sono ciclista, sono biker.
Tanta stima e rispetto per chi pedala le bici da corsa. Che sono tra l'altro bellissime.
Penso sempre agli amici su strada mentre scendo sui miei sentieri in collina, con il rumore solo della mia catena e gli occhi pieni dei miei silenzi.
BikerForEver, la scelta è fatta da tempo.
lunedì 8 aprile 2013
GAMBA MEDIOCRE
Avevo deciso da tempo di andare a Miasino per la seconda prova del circuito del lago d'Orta, perchè c'era la kid race pomeridiana. Poi la Vale non ne aveva voglia e son andato solo, ma devo dire che non me ne sono pentito...
Arrivo che sta smettendo di piovere. Non fa caldo, anzi, ed è uggioso e umido. Ma il terreno di questi boschi lo conosco e mi piace proprio bagnato. Quindi sono di ottimo umore.
Siamo in sei del Riverosse, che bello non essere da solo. Si chiacchera, si scherza, ci si scalda assieme. E si va in griglia. per categorie come usa in queste gare.
Il ritmo è subito molto alto. Non ci sono lunghe e sfiancanti salite, ma è un continuo saliscendi dove devi menare sempre come un indemoniato. Il percorso ricorda altre gare veloci che ho fatto, che so la Prevostura o l'Erbaluce.
Sono timoroso e molto indietro. E dopo manco dieci minuti perdo la borraccia, e quindi non avrò da bere per tutta la gara. Poi pian piano mi sciolgo e prendo il mio ritmo.
Finisco il primo giro in un'ora e sette minuti, e mi rendo conto che la gamba è mediocre quest'anno. Il cardio mi dirà alla fine 158 bpm medi e 169 max, quindi che ho dato tutto. Ma nel secondo giro sono più lento e perdo posizioni. Non ho questo ritmo a tutta per oltre due ore, e non arriverà nel 2013.
Alla fine 44esimo assoluto e 15esimo veterano. Vorrei essere nei dieci, non ne sono capace. Ma mi diverto e quindi sono contento.
Non trovo una zona dove riesca a recuperare: in salita sono imballato, in piano sono da sempre fermo, in discesa un paracarro. E non oggi, ma proprio sempre.
Mi cambio con gli altri del Riverosse, e andiamo a mangiare assieme. Tutto ben organizzato, nulla da dire. E poi 42 km e rotti con 1065+ ad aprile vanno benissimo.
Sereno me ne torno a casa. Prima o poi arriverà il sole e potremo iniziare a lamentarci per il caldo...
BikeForEver
Arrivo che sta smettendo di piovere. Non fa caldo, anzi, ed è uggioso e umido. Ma il terreno di questi boschi lo conosco e mi piace proprio bagnato. Quindi sono di ottimo umore.
Siamo in sei del Riverosse, che bello non essere da solo. Si chiacchera, si scherza, ci si scalda assieme. E si va in griglia. per categorie come usa in queste gare.
Il ritmo è subito molto alto. Non ci sono lunghe e sfiancanti salite, ma è un continuo saliscendi dove devi menare sempre come un indemoniato. Il percorso ricorda altre gare veloci che ho fatto, che so la Prevostura o l'Erbaluce.
Sono timoroso e molto indietro. E dopo manco dieci minuti perdo la borraccia, e quindi non avrò da bere per tutta la gara. Poi pian piano mi sciolgo e prendo il mio ritmo.
Finisco il primo giro in un'ora e sette minuti, e mi rendo conto che la gamba è mediocre quest'anno. Il cardio mi dirà alla fine 158 bpm medi e 169 max, quindi che ho dato tutto. Ma nel secondo giro sono più lento e perdo posizioni. Non ho questo ritmo a tutta per oltre due ore, e non arriverà nel 2013.
Alla fine 44esimo assoluto e 15esimo veterano. Vorrei essere nei dieci, non ne sono capace. Ma mi diverto e quindi sono contento.
Non trovo una zona dove riesca a recuperare: in salita sono imballato, in piano sono da sempre fermo, in discesa un paracarro. E non oggi, ma proprio sempre.
Mi cambio con gli altri del Riverosse, e andiamo a mangiare assieme. Tutto ben organizzato, nulla da dire. E poi 42 km e rotti con 1065+ ad aprile vanno benissimo.
Sereno me ne torno a casa. Prima o poi arriverà il sole e potremo iniziare a lamentarci per il caldo...
BikeForEver
lunedì 1 aprile 2013
DISTANZA
E' ora di iniziare ad allungare le distanze. Anzi è anche già tardi, fra un mese iniziano le Marathon che ti dissanguano. Ma con questo clima non è semplice.
Piove, o c'è vento, e fa freddo. Già non sono uno che ama stare in bici per ore, figuriamoci con questo tempo...
Parto per il giro fatto un anno fa, ma mentre salgo al Col de la Madone ho freddo in salita nonostante il sole. Non promette bene. Sono su ai 940 metri e verso Mentone è tutto nelle nuvole.
Scendo e mi congelo, la strada è anche bagnata e fa paura con lo strapiombo sempre presente. La prudenza è d'obbligo.
Arrivo a Mentone, tolgo la mantellina e mastico mezza fetta d'ananas e inizio a salire verso il Col de Castillon sotto un cielo veramente minaccioso. La strada è bagnata e fa freddo. In cima sto ancora bene, e sono sugli stessi tempi del giro del 2012 direi. Ma nell'entroterra il tempo mi lascia perplesso, per cui decido di tornare indietro.
Da Mentone decido di risalire il Col de la Madone, dal lato nobile: sono 13 km di salita sempre impegnativa, spesso oltre al 10%. Dopo 4/5 km arriva la stanchezza, devo scalare e salire sui rulli, mi passa uno che avevo preso prima e mi pare salga al doppio.
Arranco piano piano e arrivo in cima finalmente, l'ambiente veramente "sauvage" è sempre uno spettacolo.
Mi vesto e mi getto su La Turbie e poi giù su Beaulieu. Sento le gambe cotte e ho male a schiena e collo, non uso mai la bici da strada e quindi non sono allenato alla posizione.
Arrivo a casa dopo 5 ore abbondanti, nelle gambe 2600+ fatti in 111 km.
La sera saliamo (in auto sia chiaro!) a Eze per una cena in cui mi mangio anche il tavolo.
La prima distanza è fatta, adesso ci vuole la pazienza di metterne altre due o tre nelle gambe prima che arrivi maggio...
Forza Fabri, che le forze prima o poi arriveranno.
Piove, o c'è vento, e fa freddo. Già non sono uno che ama stare in bici per ore, figuriamoci con questo tempo...
Parto per il giro fatto un anno fa, ma mentre salgo al Col de la Madone ho freddo in salita nonostante il sole. Non promette bene. Sono su ai 940 metri e verso Mentone è tutto nelle nuvole.
Scendo e mi congelo, la strada è anche bagnata e fa paura con lo strapiombo sempre presente. La prudenza è d'obbligo.
Arrivo a Mentone, tolgo la mantellina e mastico mezza fetta d'ananas e inizio a salire verso il Col de Castillon sotto un cielo veramente minaccioso. La strada è bagnata e fa freddo. In cima sto ancora bene, e sono sugli stessi tempi del giro del 2012 direi. Ma nell'entroterra il tempo mi lascia perplesso, per cui decido di tornare indietro.
Da Mentone decido di risalire il Col de la Madone, dal lato nobile: sono 13 km di salita sempre impegnativa, spesso oltre al 10%. Dopo 4/5 km arriva la stanchezza, devo scalare e salire sui rulli, mi passa uno che avevo preso prima e mi pare salga al doppio.
Arranco piano piano e arrivo in cima finalmente, l'ambiente veramente "sauvage" è sempre uno spettacolo.
Mi vesto e mi getto su La Turbie e poi giù su Beaulieu. Sento le gambe cotte e ho male a schiena e collo, non uso mai la bici da strada e quindi non sono allenato alla posizione.
Arrivo a casa dopo 5 ore abbondanti, nelle gambe 2600+ fatti in 111 km.
La sera saliamo (in auto sia chiaro!) a Eze per una cena in cui mi mangio anche il tavolo.
La prima distanza è fatta, adesso ci vuole la pazienza di metterne altre due o tre nelle gambe prima che arrivi maggio...
Forza Fabri, che le forze prima o poi arriveranno.
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