tag:blogger.com,1999:blog-79018790762409731162024-02-19T09:09:56.452-08:00Biker For EverFabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.comBlogger324125tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-49846611132658630172022-10-03T12:11:00.000-07:002022-10-03T12:11:26.551-07:00COMUNISTI E FASCISTI<p> Ai tempi in cui ero ragazzo vivevo decisamente in una famiglia benestante. Nonna votava il Partito Monarchico, papà votava quello Liberale, al più poteva ammettere un voto ai Repubblicani di Spadolini. Non so per quale motivo non votassero Almirante e il suo MSI-dn, forse perchè la guerra aveva fatto danni seri in famiglia e non si era scordato.</p><p>Io che non amavo già allora certi ambienti, e avevo gli amici del cuore che venivano dal proletariato, sentivo De André e Guccini, quelli del Mutuo Soccorso e la PFM, e andavo con gli stessi amici ai festival dell'Unità (e mio padre me ne diceva non poche). E un pò per sopravvivere, un pò perchè volevo loro un gran bene, un pò perchè in fondo ci credevo, ho sempre votato Comunista. O in preda a qualche dubbio un Pannella, un Capanna toh, ma sempre quella gente lì, quelli di sinistra.</p><p>Perchè a sinistra stava la cultura, a sinistra stava l'università, a sinistra stava la musica, anche se a volte, e non poche, credevo che l'anarchia fosse la via vera, definitiva. Quella di De Andrè, quella, con un accostamento che molti mi fucilerebbero, di Johnny Rotten. Ma mica si poteva votare, e io che comunque ero figlio di padre per bene, a votare ci andavo anche per dovere ed educazione.</p><p>Passa il tempo, passa la passione per la moto e inizia quella lunga, immensa per la bici e soprattutto la mountain bike. E iniziano le trasferte all'alba per andare alle gare, e i ritorni la sera sfatti e felici. E viene quindi il tempo dei viaggi con il Davò, e a volte anche col Gelli, e le lunghe discussioni sulla politica in auto. Perchè noi mentre andavamo che so, a una Rampignado, mica si parlava di figa o di bici. Noi, io e Roby sempre, si parlava di idee, di ideali, di scelte politiche e sociali. E Roby che insegnava alle superiori in un quartiere di quelli duri della Milano delle case popolari, e viveva in prima persona il disagio sociale vero, non si capacitava come io, benestante e speculatore di Borsa potessi avere idee comuniste come lui, da sempre iscritto al partito, e vero esempio della Lotta Operaia. E ci si confrontava, si discuteva, e ci si voleva bene, davvero.</p><p>E sebbene povero non lo sia mai stato, e nemmeno operaio, e nemmeno sul lastrico (almeno in quegli anni), mai ho smesso di credere nello Stato Sociale, nel dovere che i beni fondamentali del popolo debbano essere Statali e da questo regolamentati nei prezzi (acqua, energia, carburanti, sanità e così via). E ho continuato a votare a sinistra, sia chiaro mai il Partito Democratico che è una derivazione della vecchia DC pure più marcio.</p><p>Poi sono arrivati i social, il covid, i lockdown e i governi collusi con la finanza, e la follia della gente, tutta. Che poi forse solo si è rivelata per quello che è, ipocrita ignorante e idiota. E sono successe cose strane:</p><p>il diritto al lavoro è stato ucciso da quella che era la sinistra, dal PD, ai 5Stelle, a tutti i sindacati.</p><p>per una scelta intelligente e meditata, sono stato discriminato, come parecchi altri, come il peggiore dei criminali, sempre da loro sinistroidi.</p><p>mi sono state negate le libertà di movimento, di accesso agli uffici pubblici. sono stato odiato e offeso sempre per il caloroso sostegno della sinistra.</p><p>Mentre la destra, quella che sento chiamare oggi fascismo (e muoio dal ridere) difendeva le mie libertà, i miei diritti, non voleva la mia discriminazione. Mi lasciava di fatto libera scelta, di esistere. Perchè per questa sinistra "non sinistra" se discrimini un gay, una lesbica, un nonsoche o un negro sei un fascista, ma se discrimini uno che ha scelto, con intelligenza, di non vaccinarsi sei un bravo cittadino.</p><p>Quella che era la sinistra ha usato modi fascisti come non si vedeva dal 1944, quella che era la destra mi difendeva manco ci fosse ancora Berlinguer. Quella che sarebbe la sinistra è diventata la prima sostenitrice della politica USA, quando un tempo gli americani erano il male e i russi i custodi della verità.</p><p>Questo non va bene, questo mi fa schifo. Vedere chi ha avuto il mio voto per oltre 30 anni, ed anche la mia ideologia, che sottolineiamolo è importante e sacrosanta come quella di qualsiasi cittadino, che mi tradiva in modo cotanto becero mi ha fatto male, male vero.</p><p>E ho giurato a me stesso che mai e poi mai, lo urlo MAI E POI MAI, avrebbe più avuto le mie idee, la mia fede, il mio voto. Sono stato tradito, e io non dimentico.</p><p>Quindi quando leggo che il partito che ha stravinto le elezioni, FDI, è di estrazione fascista, io mi metto un pò a ridere, e un pò a piangere per quanto la gente è cogliona, ed ignorante. Quando leggo di gente che vuole scappare dall'Italia per il "pericolo fascista con la vittoria della Meloni", prego che facciano su le valigie e partano davvero. Quando leggo gente (ingiustamente) ricca e famosa, come una Ferragni a caso, dire che ora scende il fascismo e che è di sinistra, penso sempre "ma i ricchi non erano missini e i poveri comunisti?". Siamo arrivati alla stregua che i fascisti, veri, sono la nostra sinistra traditrice, e la destra è la mia difesa, la mia forza. E, diciamolo chiaramente, difendere gay, lesbiche & C (che manco so definire in questo marasma senza identità), o i neri che sbarcano, o l'ambiente con parole che perepepequaquaperepe (sebbene siano cose sacrosante) ,non è comunismo, è solo propaganda e non centra un emerito cazzo con lo Stato Sociale e la lotta di classe.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9yRq9QUcEyFVlyZ4-XdQf-A9QbE1ZSmETmqvxK0joPDxeiPQoUp5YPNTTV3DjQhT-cuavIFpgV_zkskyW1F2k3QAhSSstdjxF2C7gaJzBPhjGMA004_OwWxD_CMc5sYHrnJLyeIxhxT9gLrwpTMz3-2PBdUeN-fiFFw-CW8nBFlAqG6CoJKNCFw/s1710/310596085_416733890604102_873886876785195349_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1710" data-original-width="1368" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9yRq9QUcEyFVlyZ4-XdQf-A9QbE1ZSmETmqvxK0joPDxeiPQoUp5YPNTTV3DjQhT-cuavIFpgV_zkskyW1F2k3QAhSSstdjxF2C7gaJzBPhjGMA004_OwWxD_CMc5sYHrnJLyeIxhxT9gLrwpTMz3-2PBdUeN-fiFFw-CW8nBFlAqG6CoJKNCFw/w512-h640/310596085_416733890604102_873886876785195349_n.jpg" width="512" /></a></div><br /><p><br /></p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-62987926875154047732022-05-10T14:00:00.003-07:002022-05-10T23:07:26.068-07:00DIECI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXyYh9dL_jqHrLRIxk7_Ozn4RIOSBYnpYYFGw1wMqdI2HL7RoahYd-ci_B6z3lZnlyKGMsampxumib-CnToRGhDz5ci2-rsG-z9gnl4Mz59N9GpRDVoi5buay7AzeOrEUTQKw2sbLLvD7F9BxL4-iDcRrUerk7ZkMCRucppAmDy9wjgSFAwkYEtw/s2048/279955277_334656748813663_2926850454504778172_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXyYh9dL_jqHrLRIxk7_Ozn4RIOSBYnpYYFGw1wMqdI2HL7RoahYd-ci_B6z3lZnlyKGMsampxumib-CnToRGhDz5ci2-rsG-z9gnl4Mz59N9GpRDVoi5buay7AzeOrEUTQKw2sbLLvD7F9BxL4-iDcRrUerk7ZkMCRucppAmDy9wjgSFAwkYEtw/w480-h640/279955277_334656748813663_2926850454504778172_n.jpg" width="480" /></a></div><br /><p><br /></p><p>Dieci maggio di dieci anni fa. Circa tremilaseicentocinquanta giorni fa. Compivo 46 anni e tornavo nel mio letto nel reparto di traumatologia dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure dopo essere finalmente uscito dalla sala in cui, per 24 ore, dopo l'operazione di ricostruzione del femore destro, avevo davvero temuto di non uscire mai più.</p><p>Mi ero fatto male in gara quattro giorni prima, il 6 maggio, e dopo 3 giorni e 3 notti di dolori insopportabili e pianti nonostante la morfina mi avevano finalmente operato. Frattura trocanterica multipla e scomposta del femore destro, con una grave distorsione al ginocchio. C'è di peggio, ma c'è anche di meglio.</p><p>Quel 10 maggio mi rimettevano inerme nel letto della mia stanza da cui ero uscito molte ore prima con il morale distrutto, un dolore insopportabile, la solitudine come sempre addosso e pochissime speranze di tornare a fare quello che volevo.</p><p>Ho molti difetti, qua dicono tutti anche un pò troppi. Egoista ed egocentrico, infantile e mai contento, solitario ma perennemente depresso, da tutti indicato come vero e proprio pezzo di merda, posso oggi, guardandomi indietro, dire di me stesso che almeno una virtù c'è stata: la tenacia.</p><p>Questo carattere impossibile, questa costante vita mirata a me stesso, per lo meno ha avuto il pregio di darmi una testa talmente dura da uscire da una buca da dove, a detta di tutti, non si poteva uscire. Conosco diversi altri ciclisti che hanno rotto il femore, sempre in maniera meno complessa della mia povera gamba, e hanno tutti strascichi importanti: zoppie, anche in necrosi, e così via. Io grazie alla mia cocciutaggine, grazie alla mania terribile di voler sempre fare di testa mia, non ascoltando nessuno, medici, chirurghi, fisioterapisti, osteopati, ed allenandomi da subito con unico obiettivo nella vita tornare da dove ero venuto, fino allo svenimento, sono oggi forse più forte e in forma di allora.</p><p>In dieci anni ho tenuto ogni allenamento in un personale diario. Così so che da quel 10 maggio 2012 ad oggi ho scalato 1.706.855 metri di dislivello in bici o a piedi o con gli sci stretti da fondo. So anche che ho dedicato alla fatica, allo sport, 5888 ore. E so anche che da allora ho fatto agonismo, gare insomma, in tutto 209 volte.</p><p>Mi hanno detto che non dovrei più parlarne. E' vero, che noia sta storia. Ma oggi che oltre a compierne 56, sono anche passati 10 anni, non ho resistito.</p><p>Beh, tutto sommato mi è andata bene.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-11675107225926281722022-02-11T11:39:00.001-08:002022-02-11T11:45:01.814-08:00E ALLA FINE DI TUTTO QUESTO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhLmETPxHZtTC3opuPWe9pWTvLKgOpYrFDNgo3SOPex1PUzaV0qESXB9W2hrdAgx2TbpvvQ3PTTgomaupOX6cRJKetgSCQV9e_KpBNRUoijGGc8RWyji12aYLqlXnjdoIHOd7-lfiSfsj4a0nQXG10aGS1bKMLiOTg6a-TrN_GWBnYnXgh31v-rjw=s912" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="912" data-original-width="684" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhLmETPxHZtTC3opuPWe9pWTvLKgOpYrFDNgo3SOPex1PUzaV0qESXB9W2hrdAgx2TbpvvQ3PTTgomaupOX6cRJKetgSCQV9e_KpBNRUoijGGc8RWyji12aYLqlXnjdoIHOd7-lfiSfsj4a0nQXG10aGS1bKMLiOTg6a-TrN_GWBnYnXgh31v-rjw=w480-h640" width="480" /></a></div><br /><p><br /></p><p> E' un giorno qualsiasi di febbraio, il clima troppo mite di questo mancato inverno. Il sole scalda, la terra è asciutta e secca, la gravel scorre bene anche se so benissimo che non è bene per la campagna che vedo attorno. Sono da poco sceso dalla collina di casa, guardo avanti senza sinceramente pensare a nulla. Mi suona il cellulare che ho nella tasca posteriore sotto lo smanicato, di norma sono sempre scocciatori, ma sempre vuoto di pensieri mi fermo e rispondo, non metto mai le cuffiette mentre pratico qualsiasi sport. Ele prosegue rallentando.</p><p>"Buongiorno, la disturbo? Sento che è in bici". "No, no, mi dica pure". "E' uscita la sentenza di divorzio". E seguono parole e spiegazioni tecniche, considerazioni, i soliti appena può ci vediamo e approfondiamo la cosa.</p><p>Dopo quasi sette anni di attesa è arrivata questa telefonata, in un momento qualsiasi, come è giusto che fosse. Non nego di aver pensato molto a questo momento, e di averlo atteso davvero. Quante reazioni avevo supposto, quante emozioni avevo immaginato. Saluto, rimetto il telefono in tasca, e mi accorgo riprendendo a pedalare che non me ne sale nessuna. La sensazione sovrana è sommamente indifferente. Mi avvicino a Ele riprendendo la bici, che nel frattempo era un pò tornata indietro a vedere cosa succedeva, mi affianco, non dico nulla. Attendo la sua curiosità femminile, che non stenta troppo ad arrivare.</p><p>"Allora?". "Non ci crederai, è arrivato il divorzio". Mi guarda, nessuno dei due sembra aver voglia di parlare, di esprimere una soddisfazione più che umana e corretta. Mi esce solo un "Beh almeno adesso posso crepare, la mia eredità andrà a chi voglio io e non a lei finalmente".</p><p>Sette anni di cattiverie indicibili, accuse, cause, tribunali, commissioni tecniche, psicologi, rabbie, ansie e insonnie, la mia faccia invecchiata di troppi anni, mia madre difesa coi denti dagli attacchi ed oggi sepolta, i figli coinvolti assurdamente, i rapporti spesso impossibili. Ce ne sarebbe da scrivere non uno, ma mille libri, ma ora nessuna particolare emozione. Penso che quando ti fanno troppo male alla fine perdi la forza di reagire.</p><p>Ho le mie colpe, ho i miei difetti, ho le mie piccolezze e pochezze. Ho anche la certezza che se queste cose ci sono, le ho pagate ad un prezzo davvero assurdo, e sarà perche ho fatto oltre un decennio di analisi, ma proprio non mi sento in colpa di nulla. E questo è forse l'aspetto di cui sono più vanaglorioso.</p><p>Mi chiedo solo una cosa: </p><p>"...e alla fine di tutto questo?"</p><p> Cosa rimane quando hai distrutto ogni lato positivo anche il più marginale di una relazione di venticinque anni? Aveva senso questa guerra? E quella che ancora seguirà, ne sono certo, perchè già son qui che attendo il prossimo attacco.</p><p>Alla fine di tutto questo, non rimane nulla dentro. Rimangono i figli, almeno quelli, rimane quella stanchezza che solo le guerre lasciano. Rimane qualche grana ancora da sistemare. Il resto sono macerie bruciate.</p><p>Rimane soprattutto la mia vita, la mia seconda vita con Elema. Rimane da prenotare una cena di quelle da ricordare, e che sia innaffiata di buon vino.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p><p><br /></p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-4049361880094178862022-01-24T08:41:00.002-08:002022-01-24T09:12:45.410-08:00GUARDAMI IN FACCIA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhlPX0wHjMBx260UPNGHn0wyLjZAGFZvvsHT14slbui_egSvvLGFi2nWufI7CtnwF-pOhI9-AbJQUkvMd6u3dftI7sEk3VufEO9xd3s_FYMHCUtzgFmQtjy4FSCctV57txw73pI7triyqE1FMDs8xB6eMz89tNn-t6LIepJ7hWa5OYLVOmrRhl6Ow=s800" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="600" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhlPX0wHjMBx260UPNGHn0wyLjZAGFZvvsHT14slbui_egSvvLGFi2nWufI7CtnwF-pOhI9-AbJQUkvMd6u3dftI7sEk3VufEO9xd3s_FYMHCUtzgFmQtjy4FSCctV57txw73pI7triyqE1FMDs8xB6eMz89tNn-t6LIepJ7hWa5OYLVOmrRhl6Ow=w480-h640" width="480" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div>Guardami in faccia. Guardami bene. I segni del tempo si vedono tutti, io stesso faccio fatica a riconoscermi. Questa faccia è il risultato di 56 anni vissuti a fare fatica, per scelta. Non per necessità, ma per scelta personale. Il freddo, il sole, la nebbia, il vento, montagne, boschi, colline, neve, ghiaccio, pietre, rocce.<div>Ho preso una laurea, ho scritto libri, ho costruito da solo, con la mia unica forza, la mia vita.<br /><div>Guardami in faccia, mentre oggi vengo discriminato. Non perchè non sono stato onesto, non perchè non ho pagato le tasse dovute, non perchè non ho cresciuto e reso liberi tre figli. Non per il colore della mia pelle o le mie scelte sessuali.</div><div><br /></div><div>Pago le tasse, ma non posso usufruire dei servizi per cui ho pagato. Non posso entrare a scaldarmi, pagando, in un bar, non posso sfamarmi in un ristorante, sempre onestamente pagando. Non posso accedere alla Posta per ritirare una raccomandata, o andare in banca per curare i miei risparmi. Non posso andare alle terme, in un centro benessere, al cinema. Se al supermercato, mentre prendo pagando il mio cibo, dico che non sono vaccinato, la gente si sposta, mi guarda.</div><div><br /></div><div>Eppure non sono malato, sono perfettamente sano da anni. In tutta la mia vita adulta ho avuto un'influenza vera una sola volta oltre 20 anni fa. Non ho mai contratto il Covid. Sono finito all'ospedale solo per incidenti. Ho un fisico talmente allenato che non ho paura di qualsiasi sfida. Ma vengo discriminato, e mi guardi male anche tu.</div><div><br /></div><div>Tu che leggi i miei post, ma eviti attentamente di esporti. Tu che pensi "tanto il problema è suo". Che non sei in grado di capire che la difesa della libertà di scelta, opinione, cura, trattamento sanitario, movimento che io difendo coi denti e che mi discrimina, difende anche te. Perchè prima o poi qualcuno discriminerà te, o tuo figlio, o tuo padre, o tua moglie o marito. E tu come starai quando a soffrire sarà uno che ami? Come starai a guardare tuo figlio che non può andare da nessuna parte per una folle idea della massa, spronata dai criminali che ci governano, sebbene non abbia fatto nulla di male? Capirai finalmente che eri una persona troppo piccola quando era il momento di lottare, o come sempre fingerai?</div><div><br /></div><div>Non mi interessa se tu sia vaccinato o meno. Anzi io lotterei per il tuo diritto a vaccinarti, e anche il mio. Perchè tu non hai il coraggio di lottare per il mio diritto a non farlo? Come fai ad essere così meschino da accettare che io venga discriminato benchè perfettamente sano? Ed onesto? </div><div><br /></div><div>SANO. Non sono malato, non contagio e sono sufficientemente intelligente da non andarmela a cercare.</div><div><br /></div><div>Guardami in faccia e ricorda che io in una vita di gare alquanto dure non mi sono mai ritirato. Perchè io non mollo mai, anche se perdo. Perchè potrò cedere il mio corpo, sotto i colpi degli obblighi e delle imposizioni, ma non cederò mai la mia mente, la mia tenacia.</div><div><br /></div><div>Guardami bene in faccia tu che fai finta di niente. </div><div><br />E vergognati.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>BikerForEver</div></div>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-33592419586928897702022-01-04T11:40:00.000-08:002022-01-04T11:40:10.729-08:00L'URLO DI MUNCH<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgzl0LXmEPdRlPWUWukbEaGiNvbYg_nYf5VgDQOSj4UfgpodAbFIPy1zYL5g-0Gz5HdocWzSCAAu_ja7TG0cIn1ByTdwBz7hkygEa5xWgBD9vrTnx3BtwPcoyWDjXTMt2bA91nzxl0A_BqBm3NlCOzvZdbmZVW7x4M_6e7pIR7XeybYx_HjRrSf6g=s928" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="928" data-original-width="746" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgzl0LXmEPdRlPWUWukbEaGiNvbYg_nYf5VgDQOSj4UfgpodAbFIPy1zYL5g-0Gz5HdocWzSCAAu_ja7TG0cIn1ByTdwBz7hkygEa5xWgBD9vrTnx3BtwPcoyWDjXTMt2bA91nzxl0A_BqBm3NlCOzvZdbmZVW7x4M_6e7pIR7XeybYx_HjRrSf6g=w514-h640" width="514" /></a></div><br /><p></p><p>L'anno sta per finire, sono a Sauze d'Oulx 4 notti per passare, come ogni anno, qualche giorno di vacanza con i miei 3 ragazzi. L'affitto della casa su a Cogne copre i costi e posso portarli dove lo sci di discesa regna sovrano. Io nel frattempo mi alleno col fondo, e tutto scorre benissimo.</p><p>Esco prima delle 9 questa mattina, per andare a prendergli un pò di pizza per il pranzo prima del solito pomeridiano sciistico (si sa gli adolescenti in vacanza amano dormire non poco), perchè ieri a mangiarla sul muretto (mi raccomando se non ha il supergreenpass non la mangi qua davanti) non è che sia stato il massimo. E poi si dice che si discriminano i negri solo a chiamarli così, che mondo ridicolo.</p><p>Mentre scendo la ripidissima e lunga via Clotes vedo la lunga processione degli sciatori di discesa, notoriamente in rari casi soggetti in forma, che salgono lentamente vestiti come non mai (e ci sono quasi 10 gradi), con gli scarponi ai piedi, il casco in testa, i bastoni in una mano e gli sci sulle spalle. Sono un mare, tutti a distanza di 3/4 metri l'uno dall'altro. Ansimano e sbuffano, l'attrezzatura è assai pesante.</p><p>Tutti quanti, dai non esagero, il 98% di loro, ha la sua bella mascherina, nonostante si sia all'aperto, in montagna, a debita distanza l'uno dall'altro. E siccome hanno un fiatone da paura, la mascherina gli entra nella bocca spalancata ad ogni respiro, evidenziando un soffocamento ridicolo, perfettamente in contrasto con quello che dovrebbero fare: una sana giornata a prendere aria buona, aria di montagna. Nel loro cercare avidamente ossigeno, nell'ansimare della respirazione, con quella mascherina azzurra che gli entra in gola e prende la forma di una bocca spalancata, sembrano tante riproduzioni di un quadro mai abbastanza famoso, l'Urlo di Munch. E mi pare certo, certissimo, che se il folle pittore norvegese potesse essere ancora tra noi lo avrei visto rotolarsi sull'asfalto fradicio a sbellicarsi dal ridere.</p><p>L'anno inizia e mi sposto a Cogne, per passare altri 4 o 5 giorni con l'unica persona al mondo che abbia preso l'ardua decisione di sopportarmi. Con mia somma stima e felicità. Dopo il nostro lungo allenamento con gli sci stretti su a Valnontey, risparmiata dall'ondata di caldo primaverile che ha investito le nostre Alpi nel passaggio d'anno, dove già ho visto cose che avrei preferito non vedere (devo ancora decidere se mi fanno ridere, piangere o perdere il controllo nervoso), quali gente che scia con la mascherina, gente che si cambia con la mascherina nel posteggio in assoluta solitudine, gente che perde la mascherina tenuta al polso sulla pista perfettamente battuta col rischio che il mio sci passandoci sopra si pianti e io mi capotti a pelle di leone, dicevo dopo la sciata risaliamo sul furgone e scendiamo verso casa a Cogne. A metà dei 3 km di viaggio, incontriamo un tipo che sale a piedi, camminando forte di ottimo passo sull'asfalto, la cui mascherina gli rientra totalmente in gola per l'affanno e rivedo nuovamente Munch e il suo spettacolare Urlo della disperazione.</p><p>Sebbene la mia stima nella "gente" fosse veramente ai minimi, ho sempre mantenuto la curiosità per la conoscenza dell'altro, il senso di accoglienza, il pensiero che ci si arricchisca a mischiare genti e razze. Ma oggi, che poco più di un raffreddore sta paralizzando nuovamente le menti del popolo, dopo due anni di prese per il culo da parte dei maledetti e colpevoli delinquenti che ci governano (a Roma e nel resto del Mondo), devo prendere tristemente atto che non c'è più alcuna speranza.</p><p>Perderò sicuramente il mio corpo sotto i colpi di durissime e assurde leggi dittatoriali, ma non vi venderò mai la mia mente, lucida e chiara quanto la follia di Munch mentre colorava una tela per sempre a simboleggiare il suo Urlo.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-75092609155454040802021-11-14T09:41:00.000-08:002021-11-14T09:41:17.801-08:00LA COLPA<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5tAsavcYk-v0_VgxG8eZlGVl1AeLJJYPcX85OUPrQp4GOXbpHR1wrBy5Kv27ka4oJv1qAywXprZN0C2ufHDcYTt52f4QpU922c5XujyjII5SMZmioichPAOS7voAr0Nv_WhT840C_qA/s900/256212357_1018737785639855_5491792467786119418_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="720" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5tAsavcYk-v0_VgxG8eZlGVl1AeLJJYPcX85OUPrQp4GOXbpHR1wrBy5Kv27ka4oJv1qAywXprZN0C2ufHDcYTt52f4QpU922c5XujyjII5SMZmioichPAOS7voAr0Nv_WhT840C_qA/w512-h640/256212357_1018737785639855_5491792467786119418_n.jpg" width="512" /></a></div><br /> <p></p><p>Quando ero bambino, ed ero parecchio grasso e sfigato, da buon figlio unico passavo per benestante e viziato. Ma in realtà a casa non era proprio un idillio famigliare, e tra fumo, alcool e urla il sottoscritto finiva sempre per sentirsi in colpa. Non devi essere certo un luminare della psicanalisi per capire che un bimbo che vede litigare di continuo i suoi genitori pensa che sia tutta colpa sua. Se poi ci si mette la questione che venivo sgridato e messo in punizione ogni due per tre, la frittata è fatta.</p><p>Questa storia del senso di colpa è diventato nel tempo il mio lineamento caratteriale principale, ma la fortuna ha voluto che si sviluppasse anche una sufficiente porzione di umiltà da accettare, già avanti con gli anni, di farmi oltre dieci anni di psicoterapia per capire e superare la struttura del mio senso di colpa. Non che ora non ci sia più, i giochi si son fatti i primi anni di vita e ormai non se ne esce, ma non ne sono più succube, lo gestisco, lo amministro e posso fare le mie scelte, libere, senza alcun rimorso. E ho imparato, e capito, a pagare il prezzo delle scelte senza colpevolizzarmi, sereno e cosciente.</p><p>Ora, il tema della colpa è diventato inaspettatamente di moda in questi ultimi due anni, quelli del virus che ci dovrebbe uccidere tutti, ed invece ammazza quasi solamente poveri vecchi per lo più già malati. Qualcuno che sa bene cosa è il potere, e che ha studiato decisamente meglio degli altri come funziona il meschino gioco della colpa, è riuscito a creare nel pollaio la zizzania con grande maestria.</p><p>Nell'ordine cronologico che mi ricordo, e sono certo che perderò qualche pezzo perchè ormai sono un pò avanti con gli anni, la colpa dell'epidemia, è stata di questi soggetti:</p><p>1. Del paziente zero</p><p>2. Dei ciclisti</p><p>3. Dei runners</p><p>4. Di quelli che andavano da soli in un bosco o in una spiaggia deserta (li associo per follia)</p><p>5. Dei giovani in vacanza</p><p>6. Degli italiani che andavano in vacanza col bonus vacanze per andare in vacanza</p><p>7. Di quelli senza mascherina all'aperto</p><p>8. Dei ristoratori e dei loro clienti che non potevano andare a ristorante in zona rossa e multicolor</p><p>9. Di chi va in palestra o in piscina, che erano chiuse per le zone rosse e multicolor</p><p>10. Degli sciatori con le piste da sci chiuse</p><p>11. Di chi festeggia la Nazionale in piazza</p><p>12. Di chi non si vaccina con la prima dose</p><p>13. Di chi non si vaccina con la seconda dose</p><p>14. Di chi non ha il greenpass, ma se lo fa dare ogni 48 ore facendosi il tampone</p><p>15. (in futuro) Sarà di chi non fa la terza dose perchè ha capito il gioco a cui stanno giocando.</p><p>Nello scannarsi della gente attaccando via via una o l'altra categoria di supposti untori (ah, ho dimenticato, la colpa è stata anche dei bambini a scuola), gente comandata come in un teatrino di burattini siciliani dai fili tenuti nelle forti e grandi mani di chi sta orchestrando questo capolavoro di rivoluzione socio/economico/culturale, ben pochi, quasi nessuno potrei dire (ma non sono informatissimo quindi non esagero) ha considerato che qua di colpa non ce n'è nel popolo, nella gente comune, insomma in quella fetta che trova modo di campare in qualche modo a sto mondo e che rappresenta direi almeno il 95% degli abitanti del pianeta.</p><p>Insomma, qua il maiuscolo serve perchè va gridato, NON E' COLPA NOSTRA O VOSTRA. Non c'è l'untore, il colpevole, lo sciagurato. C'è semplicemente un grande orchestratore, che sembra tanto ispirato dal modello che da sempre la stessa gente che ora si scanna criticava pesantemente, ovvero quello cinese. Si chiama controllo e la sua compagna si chiama ubbidienza.</p><p>Controllo e ubbidienza. Ubbidienza e controllo. E il burattinaio è stato talmente abile a tirare i suoi fili che ora direi che si potrebbe chiamare anche autocontrollo e autoubbidienza. Gente che controlla altra gente, e gente che ubbidisce o chiede che la si faccia ubbidire. Tutti sotto il grande cappello della colpa, del Grande Senso di Colpa.</p><p>Io per prima cosa urlo ogni giorno contro la democrazia di questo Paese che se ne va. Urlo per la libertà sempre maggiormente ridotta. Urlo per una Costituzione continuamente violentata. Urlo e mi rassegno davanti a qualcosa di immensamente più forte di me, ma che ha vinto. L'era del Controllo e dell'Ubbidienza è arrivata.</p><p>Peccato che quasi nessuno provi a fare sinceramente, approfonditamente, umilmente, mettendosi realmente in gioco, una decina d'anni di psicoterapia. O anche venti, o forse trenta che è meglio.</p><p>Io non ho più sensi inutili di colpa, è da un pò che sono veramente libero. Vi regalo la vostra ubbidienza al controllo, io come nella scena finale del film che più ho amato, lascio a voi la vittoria, ma almeno non sarò vostro complice.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-73414393975368021732021-06-22T06:03:00.000-07:002021-06-22T06:03:21.018-07:00L'EMOZIONE DEL MERDESIMO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3l6Z-oIeZSpV0pTql-fDCPin9Y-eUmzDEFVqf397dgkou5Q08M8xTWOLgCpj_ImZeasFwkswlBZ8Ujaa-E6sbGpCbvnuDdmJlpUbcwB35I0Am0cOyZgFp7g58lb9OqR-9J-8cEmzMDw/s2048/204253105_224172822693519_3488790563608385719_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3l6Z-oIeZSpV0pTql-fDCPin9Y-eUmzDEFVqf397dgkou5Q08M8xTWOLgCpj_ImZeasFwkswlBZ8Ujaa-E6sbGpCbvnuDdmJlpUbcwB35I0Am0cOyZgFp7g58lb9OqR-9J-8cEmzMDw/w640-h360/204253105_224172822693519_3488790563608385719_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="text-align: left;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: left;">E' da un pò che sono in cresta, spesso nella neve. Per fortuna hanno tirato delle corde nei passaggi più esposti, che stanco come sono non mi sento in totale equilibrio. I bastoni ripiegati sono nello zaino come da regolamento per questo lungo tratto in quota. Attorno lo spettacolo delle altre montagne innevate nonostante l'estate è appagante. Arrivo all'inizio del punto che temevo, un ragazzo del soccorso alpino attende paziente ognuno di noi. Lo spiazzo sotto la parete è largo, nessuna paura, ma il salto di roccia è alto, e anche se ci sono le catene non è banale. Si devono usare gli anelli per le corde della ferrata come gradini, altrimenti non si sale. Ma il primo anello di ferro è quasi altezza della mia spalla, tiro su la gamba tenendomi alla catena ma mi viene un crampo. "Vengono un pò a tutti oggi, con sto caldo, rilassati e riprova" mi dice il ragazzo., Ok, 30 secondi e riprovo, altro crampo forte, mi toglie il respiro. Dai riprovo, e siamo al terzo crampo. Piegato a 90 gradi, cercando di rallentare la respirazione, mentre passa qualche concorrente, gli dico "mi sa che mi ritiro, non me la sento".</span></div><p style="text-align: justify;">"Dai usa il mio ginocchio come primo gradino" e mi porge la gamba un pò piegata, ci metto su il piede, prendo forte la catena fra le mani e mi tiro su, e vado. Sono 50 metri di dislivello, ma verticali ed esposti, per cui continuo senza guardare sotto, forse dimentico persino di dirgli grazie. Ma so che lo avrei abbracciato per riconoscenza.</p><p style="text-align: justify;">Continuo a tenermi alle catene che si succedono mentre mi arrampico, sono solo a 2700 metri ma mi gira la testa, anche perchè sono oltre 4 ore che sono partito da Livigno. Mentre mi tiro su più di braccia che di gambe, penso forte a quelli che sono passati qua molto prima di me, andando come fulmini senza nemmeno badare al vuoto, quasi senza fatica. Penso a tutte le imprese eccellenti e incredibili che leggo ogni giorno, a penso a me, che mi tremano le gambe e ho l'ansia alle stelle in un passaggio di primo grado, che corro come un paracarro e vado la metà di loro che volano. Penso a tutto questo e salgo il salto di roccia, e ricomincio a correre lentissimo sulla cresta.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSo1sGynK9kcX-g3j6sOdtzFns5pf6yCNw9zSkCfQpKUriDE17JFahtOE9gxR04W_nqJhH0JhyWKzDk2fRjR4y-QEz8OBQyw_UyNOer6LGxLA2kkUqI8bONb8VAZkOZV3bXfUBy_Y2hg/s2048/ft00000307_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSo1sGynK9kcX-g3j6sOdtzFns5pf6yCNw9zSkCfQpKUriDE17JFahtOE9gxR04W_nqJhH0JhyWKzDk2fRjR4y-QEz8OBQyw_UyNOer6LGxLA2kkUqI8bONb8VAZkOZV3bXfUBy_Y2hg/w640-h426/ft00000307_3.jpg" width="640" /></a></div><p style="text-align: justify;">Sto scendendo e rivedo un paio di persone del soccorso alpino, ho capito che ci risiamo, ma questa volta in discesa e a me piace sempre molto meno. "E' tanto esposto?" chiedo affacciandomi e prendendo la catena stretta nella mano, mentre un signore dai capelli bianchi mi sorride "vai tranquillo". Mi giro un attimo faccia alla roccia e scendo, dai che è andata molto più in fretta del previsto, ed entro in un canalone di neve stretto tra due alte pareti che sembra non finire mai. Cado, scivolo, affondo, gli occhi sono accecati dal riverbero del sole e sono solo. Più nessuno davanti, più nessuno dietro, mi chiedo se sono davvero l'ultimo oggi. Mi sento un pò come anni fa all'Iron quando caddi scendendo dallo Chaberton e mi ritrovai nella solitudine totale.</p><p style="text-align: justify;">Eppure nonostante la stanchezza, i crampi, le gambe molli e gli occhi accecati, mi sento bene. No anzi, mi sento davvero, molto bene. Attraverso un ruscello per attaccare l'ennesima salita e mi sento molto meno stanco di prima, quando salendo il Monte Mot ero molle e rassegnato. Le energie ci sono, i crampi sono sotto controllo, ho mangiato e bevuto e attorno gli occhi vedono solo bellezza. E soprattutto vedo altri runner li sopra e vedo che più salgo e più diventano vicini.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSeN4RECIhtJhL0aBZ7Y0CM0Ss_pnSXIRJNSPlZq6vnEdPEgBoKj4TPd7l89OpouIw-OixKeLFp5nDH29Det1EKIcg4FKI6bFo-HC2bhn7Mxbr3ceC04fFln-6xS5bjXeXJBCrtX2J7Q/s852/203303794_2927443930844115_6752263927367918692_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="852" data-original-width="852" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSeN4RECIhtJhL0aBZ7Y0CM0Ss_pnSXIRJNSPlZq6vnEdPEgBoKj4TPd7l89OpouIw-OixKeLFp5nDH29Det1EKIcg4FKI6bFo-HC2bhn7Mxbr3ceC04fFln-6xS5bjXeXJBCrtX2J7Q/w640-h640/203303794_2927443930844115_6752263927367918692_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: justify;">Guardo il Garmin, sono 35 chilometri che corro su queste montagne e ne ho scalate cinque oggi. Ho salito 2700 metri di dislivello e ho sempre recuperato posizioni nelle ultime 3 ore, e ancora corro. Goffamente, pesantemente, lentamente ma corro, e mai avrei pensato di poterlo ancora fare a questo punto. Sono 7 ore e passa che giro. Vedo la ciclabile che mi porta allo stadio di atletica di Livigno e vedo Ele, finalmente, che dopo aver terminato il percorso corto è venuta con la sua bici ad aspettarmi ai meno 2 dalla fine. Sorrido, felice, appagato, raggiante. Corro lentamente con lei accanto che pedala, ma corro e parlo, sono un fiume in piena. Quando la vedo prima del traguardo sono sempre euforico, potrei dire che fatico per ore solo per questo istante.</p><p style="text-align: justify;">Entro nello stadio e passo sotto l'arco di arrivo della mia prima Skyrace, questa Livigno Sky Marathon che credevo molto meno complessa. Penso a chi, volando leggero a sfiorare i sentieri, è arrivato ore prima di me, correndo con eleganza e veloce. E penso al mio goffo incedere dell'amatore merdesimo, alle tante guide alpine lassù per ore ad attendere quelli come me che arrivano dopo ore dal primo, e che hanno la pazienza di dirgli pure "bravo, grande, dai che vai bene" e di dargli da bere o una mano, o magari un ginocchio per partire a scalare. E tutto sommato non mi sento così a disagio.</p><p style="text-align: justify;">Siamo partiti in 320, siamo arrivati in 196 nel tempo massimo. Io sono arrivato 149esimo e 12esimo dei vecchi over50. Ho cercato di correre, e ho faticato come un disgraziato per 7 ore e 25 minuti, prendendo oltre 3 ore e mezza dal primo strepitoso skyrunner. Eppure ero emozionato come un bambino.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p>BikerForEver</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvjMkkix3KW2pgPCs6t1f2v10xWD1UpBGX-yMVNyYkUNL_N-0de7evkJ0BgsEspBkgqofu22ZLc1XeYMC2BMgWHj2sX2aVaS6p_iPzvjVSYty22ooLrvCVA4_0x9s-btPLdp8_6O-VMg/s864/203598135_341783367360271_2719504926377562919_n+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="864" data-original-width="864" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvjMkkix3KW2pgPCs6t1f2v10xWD1UpBGX-yMVNyYkUNL_N-0de7evkJ0BgsEspBkgqofu22ZLc1XeYMC2BMgWHj2sX2aVaS6p_iPzvjVSYty22ooLrvCVA4_0x9s-btPLdp8_6O-VMg/w640-h640/203598135_341783367360271_2719504926377562919_n+%25281%2529.jpg" width="640" /></a></div><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSuu-D8BjSXEf06Qb0Mkv3FZKIrpd6N5Hmi6EGBq-OKnpcg5_34Q8mgg-J5mxTWg0oGwsoTm0u7vLE3oz7Rh6dxG6VYrNah4skEYxKpjFCUW-Bi33J06k9ljEz61owEYyZplYomQZQAg/s2048/202341555_4446570978707806_3619071963750877052_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSuu-D8BjSXEf06Qb0Mkv3FZKIrpd6N5Hmi6EGBq-OKnpcg5_34Q8mgg-J5mxTWg0oGwsoTm0u7vLE3oz7Rh6dxG6VYrNah4skEYxKpjFCUW-Bi33J06k9ljEz61owEYyZplYomQZQAg/w640-h360/202341555_4446570978707806_3619071963750877052_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ9uo3h8juvblUOuDbE3M7EPNAYylN118F1yOKpFJ51zh94j5f2xHLGxRrqjWXrQZCTUnHiuLr605VGQUGgYoOeUCJfKiE48geZytM4cXbDNKFCACE8Ec3qQbJoAYBvwVFloqW0z2Xcw/s2048/203377097_331517945108753_1454314289107821265_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZ9uo3h8juvblUOuDbE3M7EPNAYylN118F1yOKpFJ51zh94j5f2xHLGxRrqjWXrQZCTUnHiuLr605VGQUGgYoOeUCJfKiE48geZytM4cXbDNKFCACE8Ec3qQbJoAYBvwVFloqW0z2Xcw/w640-h360/203377097_331517945108753_1454314289107821265_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6k9wz0bKNs1Ok7QL05TAr6jWeKH_hUfgHdqYTrVptrXKMQ3pH-C0iumUEp7DxyGgr_tOgr-P_56kUWbFQBLBYz7Q_svg6VVmezkLJyQ0Fv03himuQ5Gc7y6WRqswhZPTjhHYOAaZ_xw/s2048/204093873_1649117741962476_8522001532328471160_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1152" data-original-width="2048" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6k9wz0bKNs1Ok7QL05TAr6jWeKH_hUfgHdqYTrVptrXKMQ3pH-C0iumUEp7DxyGgr_tOgr-P_56kUWbFQBLBYz7Q_svg6VVmezkLJyQ0Fv03himuQ5Gc7y6WRqswhZPTjhHYOAaZ_xw/w640-h360/204093873_1649117741962476_8522001532328471160_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNHnkPjQ_23TbadqE2PQ1_CXpVqgRawhIxVWnHW1CLe-wYpsTdkxkFQsKBB0aB1KUvv8qhe5x8tiQD390UQwTAwijj5bqK1DdTFJnZuWrOnHQQnuj2_nw_mVXAJMFlYq_30idt9PZv3A/s2048/ft00001529_12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNHnkPjQ_23TbadqE2PQ1_CXpVqgRawhIxVWnHW1CLe-wYpsTdkxkFQsKBB0aB1KUvv8qhe5x8tiQD390UQwTAwijj5bqK1DdTFJnZuWrOnHQQnuj2_nw_mVXAJMFlYq_30idt9PZv3A/w640-h426/ft00001529_12.jpg" width="640" /></a></div><br /><p><br /></p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-32680402157935283112021-05-31T05:28:00.004-07:002021-05-31T05:28:48.704-07:00TUTTO E NULLA<p>Sono sdraiato sul divano, con il telecomando cerco qualcosa da guardare su Netflix. Ho mal di testa, un mal di gambe difficile da sopportare e la gamba sinistra è appoggiata a due cuscini in modo da tenerla bene in alto. Sulla caviglia, gonfia e dolente, un bel pò di ghiaccio.</p><p>Il morale non è dei migliori, ma con tutte le grane infinite della mia esistenza normale, quelle sportive appaiono ormai decisamente marginali e gestibili. Certamente togliere per un pò la valvola di sfogo dell'agonismo e della sua preparazione scoccia, ma bisogna sapere accettare le cose.</p><p>La prima domenica di maggio ho corso a piedi il Rensen, ad Arenzano, un 30 km a piedi per 2000 metri di dislivello. Poi due domeniche dopo sono tornato a correre dopo due anni in bici alla South Garda, visto che, cosa rara nel nostro Paese, si poteva fare con la gravel in mezzo ad un migliaio di biker assatanati. Così preso da questa folle polivalenza, subito dopo sono andato ad allenare di nuovo la corsa in montagna e sabato, ovvero ieri, scendendo dal Bec d'Ovaga con Elema ho preso una distorsione alla caviglia tremenda, causata dalle gambe troppo stanche. Così dopo essermi trascinato zoppicando per qualche chilometro, ho capito arrivato al furgone che la frittata era fatta.</p><p>Potrebbero esserci molte cose da dire. Che forse 55 anni sono tanti per fare queste cose per poi lavorare in campagna per ore ogni giorno, oppure che forse ho sfruttato un pò troppo il mio fisico per 30 anni e adesso è stanco, oppure che quando hai mal di gambe dovresti riposare, oppure che corsa e bici, se gareggi, ti stressano troppo il corpo, oppure che è solo sfiga.</p><p>Di fatto so solo che faccio quello che mi piace, e a me piace usare il corpo sempre e completamente. Mi annoio a riposare, mi annoio a stare tranquillo. So benissimo che troppo presto mi dirà basta, non ne posso più. Ma non mi interessa conservare forze per un domani, una vecchiaia, o che so io. Vivo l'oggi, e il resto non conta.</p><p>Farò fatica ad attendere di guarire, ma almeno questa attesa è inevitabile. Dopo due giorni fermo mi sembra di non aver mai fatto sport. Ma è l'unica via per salvare la possibilità di andare ai due trail che avevo scelto in giugno per fare altre, nuove e diverse, esperienze. </p><p>In fondo non si finisce mai di imparare, e di crescere.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA76FT_T2V4gQNexllXmsQtNquSYJ3vRgMIKTDpwwNcvs_pFdCLLs7sy_T2ZkdHYtD32N0AlAFRiKxRwZ-eORhdghhPVnhpzLAAnL6fNItfP-tIoKMGqbVP8fKuZmqdbsZEZcpUBTTbw/s2048/6232037d-0b74-44ac-bced-e22d147a2b09.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA76FT_T2V4gQNexllXmsQtNquSYJ3vRgMIKTDpwwNcvs_pFdCLLs7sy_T2ZkdHYtD32N0AlAFRiKxRwZ-eORhdghhPVnhpzLAAnL6fNItfP-tIoKMGqbVP8fKuZmqdbsZEZcpUBTTbw/w640-h426/6232037d-0b74-44ac-bced-e22d147a2b09.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnZ4745PeR04p-dOZs9DOpfedmct0Jnw_YFc3vGmhgkvgRC1YQdzZt26KrZvxLC4-huoUyUS1ACmYFOIIw2xhMnyi6W9u4BhmoM5zUc9v-7wniT9sztjvO_jRZUIYboZoktYREDxMNIA/s884/195171151_3050298638630590_6109621041627161041_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="589" data-original-width="884" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnZ4745PeR04p-dOZs9DOpfedmct0Jnw_YFc3vGmhgkvgRC1YQdzZt26KrZvxLC4-huoUyUS1ACmYFOIIw2xhMnyi6W9u4BhmoM5zUc9v-7wniT9sztjvO_jRZUIYboZoktYREDxMNIA/w640-h426/195171151_3050298638630590_6109621041627161041_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguNEWt8fvTbVR4XAMGas-vU43qczcsMuT5m7Af_VfGa-MY0NOhsWE0ti0C2D4acMsK-R9HOEVJpk_FsbR7ge_hRwka58MeeOpMqtUfZLpXx6l52EwAKzToTRIzfYGM_cr3EeErRxt8iA/s2048/b45a88f6-1f16-4f60-a5da-af9f9ab4e8be.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguNEWt8fvTbVR4XAMGas-vU43qczcsMuT5m7Af_VfGa-MY0NOhsWE0ti0C2D4acMsK-R9HOEVJpk_FsbR7ge_hRwka58MeeOpMqtUfZLpXx6l52EwAKzToTRIzfYGM_cr3EeErRxt8iA/w640-h426/b45a88f6-1f16-4f60-a5da-af9f9ab4e8be.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigMlEbGyfthRvTF-QzmxS1Tl3au2M-IwYPY6NHA4RzMkhw4FATgGW-Skwb3SK3P0a7HWs78ifAkVVxLtvHW8nJbVHV5-CdqwXcDXbUf5giVGQC7kCX4NA2z9xjClsnL_J1HWrycOABBg/s884/193376439_530341328335855_4256274668434044261_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="589" data-original-width="884" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigMlEbGyfthRvTF-QzmxS1Tl3au2M-IwYPY6NHA4RzMkhw4FATgGW-Skwb3SK3P0a7HWs78ifAkVVxLtvHW8nJbVHV5-CdqwXcDXbUf5giVGQC7kCX4NA2z9xjClsnL_J1HWrycOABBg/w640-h426/193376439_530341328335855_4256274668434044261_n.jpg" width="640" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhl2MQfJ5MH0XgoDbkzlaliyHN2piwiLUug6T6_tva6FiQo3AspTRkYQOLHmfsuvz70NU6lNeRgMGjqckpnEflOxYe87ZiketghiTNkxHZbPwBdObLii4Qp8FJRB6N4af_jULa7vxa-hQ/s2048/9039c54e-ad01-4c53-b69c-a8f6d31f6bfc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhl2MQfJ5MH0XgoDbkzlaliyHN2piwiLUug6T6_tva6FiQo3AspTRkYQOLHmfsuvz70NU6lNeRgMGjqckpnEflOxYe87ZiketghiTNkxHZbPwBdObLii4Qp8FJRB6N4af_jULa7vxa-hQ/w640-h426/9039c54e-ad01-4c53-b69c-a8f6d31f6bfc.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfqOMgaGf0zDkcLoh3clQbeWNc4l3iCsYwaeSIZPM42jvC0QqTgjVh1_CKzbfVgQNFXRq8gVBrsjeORjyFUmIPq9pvR8oYmh_Kk17fhxjlmVlmXGkizdEYUAik1DZi84sCS8eGcC-2EQ/s896/193847387_828602931397723_5460855359658781733_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="504" data-original-width="896" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfqOMgaGf0zDkcLoh3clQbeWNc4l3iCsYwaeSIZPM42jvC0QqTgjVh1_CKzbfVgQNFXRq8gVBrsjeORjyFUmIPq9pvR8oYmh_Kk17fhxjlmVlmXGkizdEYUAik1DZi84sCS8eGcC-2EQ/w640-h360/193847387_828602931397723_5460855359658781733_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-76607810212020640462021-02-10T11:38:00.005-08:002021-02-10T11:38:50.391-08:00L' ARTE DEL RIPETERE<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAzzpBMo7K3pOVrCg471BNnc5bkcefbu0w26h6Qp_nr8rdHDlKkO1vmJ26P2uBNZogAG0l_q7AFFe0RDCdhPyc4NkjYOD_xAnikLmc01zr11zrBkhEAoh4rz-QDgmFq-mOOTiUGobn6g/s1600/Marciagranparadiso+2021_18.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAzzpBMo7K3pOVrCg471BNnc5bkcefbu0w26h6Qp_nr8rdHDlKkO1vmJ26P2uBNZogAG0l_q7AFFe0RDCdhPyc4NkjYOD_xAnikLmc01zr11zrBkhEAoh4rz-QDgmFq-mOOTiUGobn6g/w640-h360/Marciagranparadiso+2021_18.jpg" width="640" /></a></div><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyKOmaemCxrVzb2koh_V47VZyKO4GeQIDbiZtB0kPG198QzHUTbg_jPo_bB4giaLwLMOnCfKH_idm44oHVBtvsjsPYBYYls5CEiv3oZ9xsRl4QDz00dDyIHCMt5kdR14X60WY4RzdWfA/s1600/Marciagranparadiso+2021_5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyKOmaemCxrVzb2koh_V47VZyKO4GeQIDbiZtB0kPG198QzHUTbg_jPo_bB4giaLwLMOnCfKH_idm44oHVBtvsjsPYBYYls5CEiv3oZ9xsRl4QDz00dDyIHCMt5kdR14X60WY4RzdWfA/w640-h360/Marciagranparadiso+2021_5.jpg" width="640" /></a></div><p></p><p>Ho appena scollinato lo strappone che immette nella Valnontey. Nonostante sia alquanto affaticato oggi, ne ho superati due. Un tipo e una ragazza giovane con il 94. Mi infilo in fretta nelle corsie e mi metto a uovo per la breve e veloce discesa, e prendo fiato. Lascio scorrere più che posso gli sci ed inizio a spingere nei binari.</p><p>Passo il ponte del paese e inizio i 3 chilometri di falsopiano che portano a Valmiana, dove poi si gira sull'altro lato della valle e si inizia la lunga discesa verso Cogne. Le nuvole sono basse, è assurdamente umido per questo posto dall'aria sempre secca e fredda, ma tanto conosco questa valle a memoria, potrei salutare ogni albero che incontro. E' un luogo magico in qualsiasi stagione, ma nell'inverno è una pista per il passo classico dello sci di fondo assolutamente magica, con le sue pendenze dolci che ti permettono di spingere con costanza nei binari sempre presenti, e di cercare di sciare bene.</p><p>Il passo classico è un gesto complesso, a continua ripetizione. Mi concentro, so che devo concentrami molto per trovare la scorrevolezza che voglio. Ho sbagliato sci stamattina, non mi sono fidato di quelli da gara preparati con le klister dal buon Ezio e ho ripiegato su questi Fischer scagliati di vecchia data, che davvero non ne vogliono sapere di andare avanti oggi, nonostante la paraffina fluorata messa su punta e coda. Però non mi rassegno, osservo la ragazza con il 94 che mi ripassa e tento invano di tenere il suo ritmo. Scorre almeno il doppio, dannazione. Smetto di guardarla e mi concentro su me stesso, e come sempre in questa meravigliosa disciplina perdo totalmente il contatto con la realtà, iniziando a ripetere e ripetere e ripetere lo stesso gesto, nella speranza di aumentare la velocità. Le braccia alternano le gambe come nella corsa, cerco con il piede avanti di trovare la presa di tenuta sotto lo sci e spingere, lascio andare la gamba indietro morbida e che si alza da terra, mentre le braccia puntano i bastoni innanzi al corpo per poi una alla volta anch'esse lasciarsi andare all'indietro, morbide. La schiena si inarca, le anche fanno una piccola rotazione a cercare la maggior spinta, e mi sento come sempre volare. A ogni ripetizione, ogni pochissimi secondi, di tutti questi movimenti, sento dentro di me la serenità scendere lieve a coprire tutto e tutti. Come fosse neve.</p><p>Gli sci non scorrono come dovrebbero, sono lento e al giro di boa su a Valmiana diventerò ancora più lento nella lunghissima discesa tutta da spingere che porta all'ultima durissima parte che risale prima a Silvenoire e poi porta su in Valley, oltre il famoso pietrone. Eppure il ripetere continuamente questi gesti ritmici mi rende assolutamente felice.</p><p>Non so quante volte ho fatto la Marcia Granparadiso su a Cogne. Forse la prima volta era il 93 o 94, ero decisamente sovrappeso, avevo un folto pizzo ed ero avvolto in una buffa tutina di lycra viola e rosa ed arrivai distrutto in preda ai crampi. L'unica cosa che so per certo è che dal 2007 ho partecipato dieci volte, più tutte le tre del venerdì a skating in questi anni organizzate. Una ripetizione continua senza alcuna pretesa prestazionale, in un gesto, quello del fondo a classico (ma anche a skating), che mi vede davvero impacciato, lento e alquanto inadeguato.</p><p>Eppure questa continua ripetizione della sfida, e del gesto infinito nei quasi 40 chilometri per la valli di Cogne, è un sottile piacere che spero di non smettere di assaporare troppo presto.</p><p>Grazie di cuore a Elema per le foto, meglio di qualsiasi servizio.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyxKrdV7dy_8tMRUbK8z2CmmK9RbWvHW5aAtrSmIHHr9jwqp1L5RWgvL6VzhYuuCckeKWTVwP5ZGCXJuq6UQar9__s1USeSfSZKYoHXn4Qf2YRDISzZE4vRj1EfgHzHl4IuwS8R7bnIg/s1600/Marciagranparadiso+2021_9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyxKrdV7dy_8tMRUbK8z2CmmK9RbWvHW5aAtrSmIHHr9jwqp1L5RWgvL6VzhYuuCckeKWTVwP5ZGCXJuq6UQar9__s1USeSfSZKYoHXn4Qf2YRDISzZE4vRj1EfgHzHl4IuwS8R7bnIg/w640-h360/Marciagranparadiso+2021_9.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrrWO42vzSQvmCcgt6ObP0ainxPIL5voAzrqhhyjD_h3mEWjqOvJgeP1AIyP0qPcfQV4D4gbt7QcYouQMwgv_mdSPqBFJNhgNr3S3nr7dYFdinCb9IhsnzYV6RvTgjEqburQtWp6yU8w/s1600/Marciagranparadiso+2021_13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrrWO42vzSQvmCcgt6ObP0ainxPIL5voAzrqhhyjD_h3mEWjqOvJgeP1AIyP0qPcfQV4D4gbt7QcYouQMwgv_mdSPqBFJNhgNr3S3nr7dYFdinCb9IhsnzYV6RvTgjEqburQtWp6yU8w/w640-h360/Marciagranparadiso+2021_13.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB44tWtEpx_BayXBgCbjXUiKhIsBmjrs8KN3gqAC3V6Nd3fUHQjkkuZsU-41VYAkTeNe_W4HZFoGG7UIycGcqLNFM1Zuy_iczBvqojaxuBLTpgXMlfwTWiuDjh-LCtGEeE9ZSwYn7o_A/s1600/Marciagranparadiso+2021_17.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB44tWtEpx_BayXBgCbjXUiKhIsBmjrs8KN3gqAC3V6Nd3fUHQjkkuZsU-41VYAkTeNe_W4HZFoGG7UIycGcqLNFM1Zuy_iczBvqojaxuBLTpgXMlfwTWiuDjh-LCtGEeE9ZSwYn7o_A/w640-h360/Marciagranparadiso+2021_17.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyCf7qxqB9cK5IPo_t4syHkVEnHaBWcW3Y3ziKd6QRhbcADweLYowmDd7mIilAAhFQ1s_N3_gV2p9UXO6yh1TccD1dwbPeQOmbklcK_mnVL56Wj_6v5nQHL6cYKylyRReCNLk58qEEYQ/s1600/Marciagranparadiso+2021_23.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyCf7qxqB9cK5IPo_t4syHkVEnHaBWcW3Y3ziKd6QRhbcADweLYowmDd7mIilAAhFQ1s_N3_gV2p9UXO6yh1TccD1dwbPeQOmbklcK_mnVL56Wj_6v5nQHL6cYKylyRReCNLk58qEEYQ/w640-h360/Marciagranparadiso+2021_23.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4F3Cpe3qNAaKL7JulohVJu9rh2Q_WtQEA2CJ2ny6DdvF8VCyoth1LxpSi3rvZw3om8KhF6fWcD7nU8lsYvkcAfdi1t7oMM-a5CDkk8sIIVzvsFIXOO3I6iAXWj25ajgPayF_wGJfHkA/s1600/Marciagranparadiso+2021_14.jpg" imageanchor="1"><img border="0" data-original-height="898" data-original-width="1600" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4F3Cpe3qNAaKL7JulohVJu9rh2Q_WtQEA2CJ2ny6DdvF8VCyoth1LxpSi3rvZw3om8KhF6fWcD7nU8lsYvkcAfdi1t7oMM-a5CDkk8sIIVzvsFIXOO3I6iAXWj25ajgPayF_wGJfHkA/w640-h360/Marciagranparadiso+2021_14.jpg" width="640" /></a></div><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5g2pCd6VmqhkvrL68ZTT5fKapAjEGnWLvlM00Ni7DFiRCWrrCOCEkwicSKYuTxjwuawlr4DTunjHixnqcvbcHgVqmC1LlHLQLn2mjw1M3VDD9y5RwW6QWDbPnpIwmQOHizbK07p9mtQ/s1600/Marciagranparadiso+2021_24.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5g2pCd6VmqhkvrL68ZTT5fKapAjEGnWLvlM00Ni7DFiRCWrrCOCEkwicSKYuTxjwuawlr4DTunjHixnqcvbcHgVqmC1LlHLQLn2mjw1M3VDD9y5RwW6QWDbPnpIwmQOHizbK07p9mtQ/w480-h640/Marciagranparadiso+2021_24.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrKgdm9bLwQH7mgsPL6ou5ZuOGJhqw90wB4RvbqJMJmMj1DUX4YB9tHirFqW7gT3koWwLJ6kKVPJMOazauWDG87HI3TMiX29ChmDRUnIO72dBMIUt_Qu5N_2Vp4kGaNEovgbKl6DNfgg/s1600/Marciagranparadiso+2021_25.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrKgdm9bLwQH7mgsPL6ou5ZuOGJhqw90wB4RvbqJMJmMj1DUX4YB9tHirFqW7gT3koWwLJ6kKVPJMOazauWDG87HI3TMiX29ChmDRUnIO72dBMIUt_Qu5N_2Vp4kGaNEovgbKl6DNfgg/w480-h640/Marciagranparadiso+2021_25.jpg" width="480" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-53165356903265764072021-02-02T09:52:00.002-08:002021-02-02T09:55:26.453-08:00LEGGERE E SCRIVERE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK0LBKEldu9m4Tkq0SjrGVzLDdZR98d4-Uqr-FRe-49ePz0k_8DhEhZWhtbU5Ln-RfLhQjt-PNT1RVpD5ydOlyf5WwumoIpooxOXbCRKrbGXU4nohRL15HbuqsXyX2tiF7TvRIXcKL9A/s2048/145250162_994951940912958_5961634991358905911_o.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1275" data-original-width="2048" height="398" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK0LBKEldu9m4Tkq0SjrGVzLDdZR98d4-Uqr-FRe-49ePz0k_8DhEhZWhtbU5Ln-RfLhQjt-PNT1RVpD5ydOlyf5WwumoIpooxOXbCRKrbGXU4nohRL15HbuqsXyX2tiF7TvRIXcKL9A/w640-h398/145250162_994951940912958_5961634991358905911_o.jpg" width="640" /></a></div><br /><p> Non ho voglia di scrivere. Dopo molto tempo, non saprei dire quanto, non ho alcuna voglia di sedermi e di mettermi a scrivere. Ho sempre avuto l'esigenza emotiva di comunicare a me stesso, a chi ha voglia di perdere dieci minuti, a qualcuno di non ben definito, quello che penso. Spesso inutile, sempre di parte, quasi mai positivo, o divertente, o piacevole. Eppure emotivamente necessario.</p><p>Non so se sia la stanchezza, la delusione per la svolta che il mondo si è dato, per la netta sensazione di impotenza che mi pervade ogni qual volta accedo ad una qualsiasi notizia. Inerme, triste, spaesato, arrabbiato, con emicranie sempre più frequenti, mi chiedo per quale motivo schiacciare i tasti di questa vecchia tastiera del mio pc portatile.</p><p>Eppure ho appena corso la mia prima gara di questo nuovo anno, nonostante "l'emergenza", nonostante "i protocolli", nonostante "i lockdown, le zone gialle e rosse, i controlli, le autocertificazioni" e tutte le altre stronzate che questo mondo di autentici pazzi e sfigati si è inventato. Una gara di una disciplina non mia, e che ho fatto per la mia sola seconda volta, nonostante sia ormai nelle mie 55 primavere.</p><p>Ho corso a Cogne, come l'anno passato, il winter triathlon, dove prima corri a piedi, poi con la mountain bike e poi con gli sci di fondo stando sempre sulla neve, sempre fuori soglia, sempre vedendo gente troppo più brava e capace di te, sempre al freddo. Se la prima volta erano stati i campionati italiani assoluti, domenica erano i campionati italiani a squadre. Poco conta, poco cambia. O nulla.</p><p>Ho come sempre dormito abbastanza bene la notte prima, male quella dopo. Ho avuto le mie solite diarree isteriche per l'ansia, potrei correre mille anni senza cambiare mai. Ho fatto la solita colazione di sempre, mi sono vestito senza alcun dubbio, sono andato con Elema giù nei prati di Sant'Orso come tante altre volte, ho posato le cose, ho cercato di scaldarmi contro voglia, mi sono messo in fondo per partire tra gli ultimi sentendomi inadeguato come ogni volta, mi sono sentito troppo datato per queste cose.</p><p>Dopo meno di dieci secondi dal via, mentre correvo a piedi, cosa che faccio davvero malissimo e lentamente, ho avuto la netta sensazione di non potercela fare, già in affanno e stanco. Ma come sempre piano piano ho poi continuato, cercando anche di non demordere, per poi pedalare, per poi sciare, per poi finire e correre a prendere la videocamera per fare un piccolo film a lei che stava per arrivare poco dopo di me.</p><p>Dovrei essere qua a scrivere del mio quarto posto di categoria, tra un gruppetto di dieci datati personaggi, di una prestazione inaspettata e ben oltre le aspettative. Ma non ne ho voglia, e l'unica cosa che ricordo è che avrei preferito essere terzo. Ma che ho anche pensato che la medaglia di legno per me che uso la motosega quasi tutti i giorni era alquanto azzeccata.</p><p>Avrei voluto qualche foto bella e clamorosa di pieno gesto atletico. Ma forse è meglio così, quel goffo individuo con il numero 79 che cerca di correre in fondo sono io. E sarà bene che me lo faccia piacere.</p><p>Non ho voglia di scrivere, eppure alla fine mi sono messo a farlo. Male come non mai. Spero mi torni. Dubito qualcuno abbia ancora voglia di leggere. Ma la insopprimibile vanagloria me lo fa sperare ancora. Mi sono messo a gareggiare di nuovo, spero la voglia non mi passi, per quanto male possa farlo.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh01ksivZ81GiqjQM_yUlqizJXGzWlksW0TgHKDqMAErvjxTXIz1jjnY8My2s_o6yISizu4jsRxFGA-VbGAMDsfTfgWNUrzIknLy7gRqp13tVJFyUuZHr2hv3uUPHaMFPXs9YYBWI367g/s1024/145711555_847814812448279_3797014499916403945_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh01ksivZ81GiqjQM_yUlqizJXGzWlksW0TgHKDqMAErvjxTXIz1jjnY8My2s_o6yISizu4jsRxFGA-VbGAMDsfTfgWNUrzIknLy7gRqp13tVJFyUuZHr2hv3uUPHaMFPXs9YYBWI367g/w480-h640/145711555_847814812448279_3797014499916403945_n.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlJuTWxkd6Ug0pdWfgPe81N_NUMxSjk-nHJGjx9XI1CA_K-txzTVE48-kTcxtLPWCSkVI1-p38L4lgJ8W7NoLzgM6Sg44y_nxSD2vyDjzHI4Mn27Moz8ToM1Esm-9pMPsBZdElKt2mkw/s945/146247233_429993871754108_4402960849856025868_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="573" data-original-width="945" height="388" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlJuTWxkd6Ug0pdWfgPe81N_NUMxSjk-nHJGjx9XI1CA_K-txzTVE48-kTcxtLPWCSkVI1-p38L4lgJ8W7NoLzgM6Sg44y_nxSD2vyDjzHI4Mn27Moz8ToM1Esm-9pMPsBZdElKt2mkw/w640-h388/146247233_429993871754108_4402960849856025868_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRKGsy51n4EODbhuXfzZkVjiCNLx6HX6bisMFkHRwNZA0YyeEAPWXAawOuUH6qvDDckoyh7MgUWsUe23tSzTQB7pJucdsLADV3Z07B4Ub-ohbdvVLYUHILq_rYLwTEQYOHQ2TrAaCMvA/s2048/145194678_994951680912984_7743928262415816167_o.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1273" data-original-width="2048" height="398" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRKGsy51n4EODbhuXfzZkVjiCNLx6HX6bisMFkHRwNZA0YyeEAPWXAawOuUH6qvDDckoyh7MgUWsUe23tSzTQB7pJucdsLADV3Z07B4Ub-ohbdvVLYUHILq_rYLwTEQYOHQ2TrAaCMvA/w640-h398/145194678_994951680912984_7743928262415816167_o.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div><br /></div>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-43087503702002962422020-12-31T09:33:00.000-08:002020-12-31T09:33:41.370-08:00NUMERI E CIMEFuori fa freddo, senza mezzi termini, siamo diversi gradi sotto lo zero. In giro il deserto umano e il silenzio, le nuvole si stanno abbassando a coprire i monti. Io ed Ele siamo qua tranquilli, fra poco sarà una buona soupetta e qualche bicchiere di Muscat de Chambave.<div>Si chiude un anno dove siamo stati davvero fuori dai coglioni, che ci ha reso molto più poveri, ma di certo non meno duri e veri.</div><div>Dopo il primo bicchiere di vino mi viene da scrivere per non dimenticare.</div><div><br /></div><div>Partiamo dai numeri. I miei 54 anni di vita sono stati:</div><div>267 giorni di sport</div><div>187290 metri di dislivello scalati in 662 ore a pedalare, correre e sciare</div><div>68000 scalati a piedi, 9000 sugli sci da fondo, gli altri in bici, molto spesso in gravel</div><div>6 gare, mai così poche, mai così diverse: un winter triathlon, un duathlon cross, due nello sci di fondo (una a skating una ad alternato), un trail, un ultra trail.</div><div><br /></div><div>Per la prima volta da 30 anni in qua non ho mai corso in mountain bike nè in bici in genere. Che bello cambiare anche se si è vecchi, mi sale persino un moto di orgoglio. Sempre merdesimo ma mai banale.</div><div><br /></div><div>Ma soprattutto questo benedetto 2020 è stato alcune cose che vanno molto al di là dei numeri. </div><div><br /></div><div>Io ed Elena abbiamo scalato molte cime e colli sopra i 2500 metri. A piedi scoprendo emozioni nuove ed intense. Lo Zerbion, lo Chaberton, la Becca di Nona, il Rocciamelone, il GranParadiso, i colli dell'Arietta, dell'Arolla, del Malatrà e molto altro. La gioia di arrivare in punta è stata impagabile, sempre.</div><div><br /></div><div>Ho corso il mio primo WinterTri, ma soprattutto il mio primo ultra. Sono arrivato sulle ginocchia in preda a una crisi scandalosa, ma mi avessero detto che sarei stato capace di correre per 60 km con oltre 3000 d+ per sentieri solo un anno fa, mi sarei messo a ridere.</div><div><br /></div><div>Abbiamo lavorato molto nella nostra piccola Ca' degli Ovi e fatto tante cose buone, dalle marmellate ai liquori, dalle ristrutturazioni ai nostri amati animali.</div><div><br /></div><div>Ho passato molto tempo con i miei figli che crescono sempre più. O almeno a me sembra così.</div><div><br /></div><div>Ho seppellito mia madre. Ed ora sono il più vecchio rimasto.</div><div><br /></div><div>Direi che basta. Da domani inizia il cinquantacinquesimo, ma di fatto non cambia nulla.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>BikerForEver</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQAXCsLxy-So9njzH6KFw76YZz1JdgcJ234KSJ_YoMHeLFirnWjkwYA4Bokv5Lm-oDrz8RRXhI4YcDcnQhRg6nV1dmlpZ_Ym1dnVs4LfXLNtV4_zeUusq5GGSwxaTxrZ96OcrFX6Hgsg/s1440/119048569_10221529728824580_6874084387033899684_o.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="810" data-original-width="1440" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQAXCsLxy-So9njzH6KFw76YZz1JdgcJ234KSJ_YoMHeLFirnWjkwYA4Bokv5Lm-oDrz8RRXhI4YcDcnQhRg6nV1dmlpZ_Ym1dnVs4LfXLNtV4_zeUusq5GGSwxaTxrZ96OcrFX6Hgsg/w640-h360/119048569_10221529728824580_6874084387033899684_o.jpg" width="640" /></a></div><br /><div><br /></div>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-8554201823250122632020-12-16T09:55:00.002-08:002020-12-16T10:11:05.292-08:00DELLA CULTURA E DELL'IGNORANZA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXN2SjiNZXoTIuX4WlHrlCbRMPcA-Xtf7KCIqfhbkToZhSHIRg-Fbavu5z03199goQbqLltEk63yG-cV28wMKRhXk9vplfSdtw74NzD6uT4x7XC7ZeEnEaz1uRs7ltaRL0DzpJRxIuVg/s1600/131691792_871174880321969_5835157764382274116_n.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXN2SjiNZXoTIuX4WlHrlCbRMPcA-Xtf7KCIqfhbkToZhSHIRg-Fbavu5z03199goQbqLltEk63yG-cV28wMKRhXk9vplfSdtw74NzD6uT4x7XC7ZeEnEaz1uRs7ltaRL0DzpJRxIuVg/w480-h640/131691792_871174880321969_5835157764382274116_n.jpg" width="480" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">"Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi, ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. (...)"</p><p style="text-align: justify;">Ero da poco maggiorenne quando sciorinavo a memoria I Limoni di Montale, senza battere ciglio fino alla fine di questa lunga poesia che amavo sopra ogni altra. Al liceo ero un ottimo studente, anche se in fondo studiavo abbastanza poco, e all'ora della maturità quando mi sentirono commentare pieno di entusiasmo ogni verso non ebbero dubbi di accompagnarmi al mio doveroso 60 sessantesimi.</p><p style="text-align: justify;">Leggevo molta poesia, e leggevo in genere. E potevo usare la mia cultura anche per avvicinare le ragazze, che mi vedevano senza diffidenza per questa gentilezza e consapevolezza. E di certo la cosa non mi dispiaceva. Poi fu l'Università così odiata, la costruzione di un lavoro mio fuori da ogni regola e istituzione, fu lo studio della statistica applicata alla Borsa, senza mai sopire quella voglia di scrivere, di leggere, in fondo perchè no di cultura.</p><p style="text-align: justify;">Sono passati 35 anni da quando decantavo davanti alla commissione la mia conoscenza di Montale o che so, Gozzano, e mi è tornato in mente oggi, mentre pedalavo solo sulle colline dietro casa, molto fango per terra, una pioggia fine, il freddo dell'inverno addosso. Mentre spingevo la mia mtb, guardavo per terra e ripetevo "Ascoltami, i poeti laureati...", e guardavo con attenzione, anche per stemperare la fatica della salita che mi diventa ogni giorno più ostica ormai, per terra. Le pietre, la traccia del trattore, l'erba, il fango, la terra. Guardavo le rive, quegli erbosi fossi che mi martellavano in testa.</p><p style="text-align: justify;">Ho continuato a pedalare sempre più infangato fino a casa, come uno di quei ragazzini che giocavano, un tempo, nelle pozzanghere. Continuando a non crescere, a rifiutarmi di crescere, a cercare di non crescere. Per trovare sempre, e comunque, quel contatto continuo con la terra, con i posti che nessuno nota, le foglie marce, una rete vecchia e caduta, una pianta spoglia e secca.</p><p style="text-align: justify;">Ripensando all'ennesimo covidiota che ho gentilmente mandato a stendere togliendomelo di torno oggi, rifletto forte, ora che sono a casa, alla questione della cultura. Questa persona, laureata e di fluente inglese, non si capacitava della mia laurea unita al mio complottismo. E proprio il fatto di credersi superiore per studi, professione e lingua, metteva in ridicolo la sua accusa. Che io di complottista o negazionista ho ben poco, io mi sono solamente rotto i coglioni di non guadagnare, di non poter lavorare, di essere privato della mia libertà personale (che credevo costituzionalmente garantita sopra ogni cosa) in nome di una malattia che sì esiste, ma che è pericolosa solo per chi già male sta, soprattutto se molto avanti con gli anni. E che ha messo in luce tutta la povertà e bassezza intellettuale e morale della classe politica intera non in grado di mandare avanti un Paese già di suo vicino alla marcescenza. Senza saper accettare la malattia, in nome dei "posti letto", delle "terapie intensive", senza mai saper leggere la statistica, che è lì che urla la verità senza mai essere ascoltata.</p><p style="text-align: justify;">Spesso si tende a credere che la cultura, la conoscenza, avvicini le genti alla saggezza. Che mai credo è stato più lontano dalla realtà. La saggezza è arte dei poveri e dei semplici molto più che dei colti e degli studiati. Lo so da sempre, anche se da poco l'ho messo bene bene a fuoco. Cosa c'è di più saggio del comportamento animale? Quanto mi sa insegnare una osservazione costante e attenta della vita sociale delle mie galline o delle mie oche è quanto di più vicino al mondo dei saggi possa avere. Oppure dalla coltivazione delle piante, dalla loro cura, dall'osservazione della loro crescita e sviluppo quanta saggezza si esprime? Mi chiedo, quanti in percentuale del nostro popolo hanno mai osservato con attenzione lo sguardo lineare degli animali. Mi chiedo, quanti hanno mai guardato con attenzione gli occhi di un gallo? Quanta saggezza esso sa esprimere? O ancora mi chiedo, quanti hanno mai osservato come si comporta un animale che sa che è il suo tempo di morire, nella ricerca di un luogo tranquillo, nel suo non lamentarsi, nel suo accettare con calma l'arrivo della fine?</p><p style="text-align: justify;">Oggi più che di ieri, e spero sempre meno di domani, cercherò la saggezza nell'ignoranza degli erbosi fossi, e nelle pozzanghere dopo una giornata di pioggia. Il resto, la cultura, la lascio ai poeti laureati, che se ne possano riempire la bocca ed anche la troppa pancia.</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">BikerForEver</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-30307909325665268742020-11-09T11:54:00.002-08:002020-11-09T12:02:38.862-08:00CA' DEGLI OVI<div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1l7x-mkrflB2hw5gn8BT6oNW072dQcvqwIxUBrBZ_P1HdGrkTbDZc20zjPhKJebucsiZk9gkWlNST8XlCN0JKuTejf0hCx0j-4wwGlCXlojeN4kpyo2uO0rrJKyQvJoRzQEd7wtZZLQ/s1600/IMG-20200223-WA0023.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1l7x-mkrflB2hw5gn8BT6oNW072dQcvqwIxUBrBZ_P1HdGrkTbDZc20zjPhKJebucsiZk9gkWlNST8XlCN0JKuTejf0hCx0j-4wwGlCXlojeN4kpyo2uO0rrJKyQvJoRzQEd7wtZZLQ/w360-h640/IMG-20200223-WA0023.jpg" width="360" /></a></div></div><div><br /></div>Mi giro nel letto nella ricerca dell'ultimo sonno mattutino. Vedo la luce che entra fioca in camera, cerco lei accanto con i piedi, nel desiderio di un pò di calore nel freddo dell'autunno inoltrato. Sento cantare i galli più volte. Suonano le campane della chiesa, conto i rintocchi per capire se siano le sette o le otto. Ho troppo sonno e non riesco a contare, vabbeh dai poi fra poco mi alzo.<div>Scendiamo sotto, mentre Elema prepara la colazione io esco, alzo il cappuccio della felpa nella nebbia del mattino per sentire un pò meno freddo, mi corrono incontro i gatti, apro un secchio e gli do nei loro due piatti un pò di croccantini.</div><div>Salgo su alla stalla e sento già gridare le oche. Entro nel pollaio togliendo il lucchetto che le protegge la notte dai predatori, e mentre continuano a gridare come forsennate arrivano le galline che mi salgono sui piedi. Prendo in braccio la più piccolina, Nina, sempre docile e calma, apro i secchi e inizio a mettere il mangime nelle mangiatoie con un barattolo, lei ha il diritto dell'ultima arrivata di assaggiare i semi direttamente dal barattolo, per prima. Versato il mangime tutte iniziano a mangiare disordinatamente, mentre i due galli cantano a inneggiare l'arrivo di un nuovo giorno. Esco dal pollaio mentre le più audaci mi seguono subito per andare a razzolare nel grande prato, ed osservo il mio spettacolo preferito per iniziare la giornata: le cinque oche urlando felici corrono a festeggiare la libertà ritrovata e volano a due metri da terra veloci. Avanti prima per tutta la lunghezza fin giù al cancello in fondo al piazzale, e poi tornano indietro fino alla rete che impedisce loro, senza la nostra presenza, di andare nel frutteto e al bosco, dove le volpi attendono invano.</div><div><br /></div><div>Torno dentro, accendo pc e cellulare, guardo svogliatamente facebook e qualche altra cazzata, e mi porto in cucina a fare lentamente colazione, uguale ogni mattina non so più da quanti anni: una tazza di thè verde aromatizzato a qualche cosa, uno yogurt ricoperto di muesli, una fetta e mezza di pane tostato piena, ma proprio piena, di una delle marmellate che prepariamo tutto l'anno, e infine un biscotto, uno solo, inzuppato nel thè.</div><div><br /></div><div>Faccio passare una mezz'ora qua seduto al pc mentre Ele guarda il suo dal divano, poi mi alzo sistemo ed esco, mentre lei da una pulita alla casa. Mi metto gli stivali e i guanti da lavoro, e vado su a pulire il pollaio e cambiare l'acqua e prendere le uova. Poi già che ci sono, siccome è autunno, prendo su pala e zappa e inizio a preparare la terra per le semine autunnali, le cipolle, l'aglio, le fave, i piselli. Poi ci sarà da sistemare le fragole, poi da concimare gli altri orti, da curare le piante da frutta perchè producano in abbondanza per le marmellate, e poi i mille lavori del freddo, dal sistemare le rive al rubare altra terra al bosco, a tirar giù piante per fare la legna che scalda le sere invernali. Ma ogni cosa al suo tempo, la fretta qua non esiste.</div><div>Rientro a casa, chiamo Ele e ci cambiamo per le due orette di bici da cross quotidiane su e giù per le colline del "nostro" Monferrato.</div><div>Al rientro le bici nella rastrelliera innanzi al gazebo del giardino, una doccia, un pranzo sempre molto simile (un primo mai abbondante, che so una zuppa, una pasta, una nostra verdura, due uova o un affettato), un attimo di relax davanti alla televisione e poi lei va a Valenza a lavorare. Io finisco i lavori al pc (sarei pur sempre un amministratore aziendale e poi altre cose), poi esco di nuovo, stivali e guanti e salgo a fare altri lavori di campagna. Mentre le pecore del vicino giocano a rincorrere le sue oche, e Ottoz o un altro gatto mi fanno compagnia, continuo a usare qualche strumento per gli infiniti lavori di manutenzione o preparazione o raccolto o altre cose che una casa di campagna ti da. </div><div><br /></div><div>Il sole comincia a calare, le galline sono già tutte nella stalla sui loro trespoli in attesa del buio, con un fischio chiamo le oche che subito corrono nel pollaio per la notte imminente, chiudo tutto a chiave, e pulisco giardino e scale esterne prima che arrivi qualche ospite del B&B. Entro. Accendo la grande stufa a legna circolare che riscalderà la sera, ed attendo Ele che torna dal lavoro facendo gli ultimi lavori online dal computer, o se non ho nulla da fare magari scrivo questo blog o un pezzo del nuovo libro.</div><div>Sento aprire la porta, "ciao ovetto", è arrivata, ora è tempo che si prepari la cena, lei comanda e io aiuto, un bicchiere di vino, un bicchierino di un liquore fatto da me, un pò di divano davanti alla televisione ed è già ora del sonno.</div><div><br /></div><div>Ca' degli Ovi, il luogo lontano dal mondo che senza un attimo di indecisione, in un battito d'ali, io e lei abbiamo scelto per vivere solo tre anni fa (che sembrano lontanissimi ormai), non è un mera scelta, è un progetto. Il progetto di una vita lontano dal mondo, dalla gente, dedicata a produrci autonomamente più cibo possibile, per trasformarlo poi per le lunghe e buie giornate invernali, per riscaldarci come un tempo, per vivere senza orari e nel ritmo lento della natura. Ma anche per capire, metabolizzare, il valore del cibo di cui ci nutriamo e la fatica che c'è dietro ai frutti della terra e all'allevamento degli animali, questioni totalmente cancellate dalla facilità con cui oggi, a causa della grande distribuzione, ci si può procurare qualsiasi cosa.</div><div>Lavorare la terra ripida di questa collina è faticoso, trasformare tutto è faticoso, ma sinceramente se le forze ci sono, e finchè ci saranno, è la pace. Gli ospiti del bed and breakfast vengono, a volte si innamorano, altre volte camminano spaventati. E' la gente di città, quella che reputa oche e galline pericolose e sporche, e che confonde una cimice con uno scarafaggio. Sinceramente non ha molta importanza.</div><div><br /></div><div>Ho ricevuto, abbiamo ricevuto, pesanti critiche per questo nostro progetto. Dal vai a lavorare al non si vive di sole galline. Di questi giudizi non me ne frega un cazzo. E non mi emoziono per chi invece loda questa scelta, non amo sbilanciarmi in nessun senso. E' la mia scelta, la nostra scelta, che ci ha portato coscientemente, consapevolmente lontano dalla gente e dal mondo, può fregarci qualcosa dei giudizi di quella stessa gente, che siano positivi o negativi? Dovremmo noi spiegare agli stolti che lavoriamo anche, sia Ele che io, ma in modo che questo progetto possa esistere ed, anche, accogliere gli ospiti che scelgono di venire da noi?</div><div>Molti lo so, anche perchè me lo dicono, non capiscono per quale motivo non vada a comprare al Supermercato quello che cerco faticosamente di produrre, ed Ele di trasformare. Non credo che serva una risposta.</div><div><br /></div><div>Ci vuole coraggio per andarsene, per annullare aperitivi, serate, la calda sicurezza della gente intorno, della città che dovrebbe, al condizionale, proteggerti. Sì, lo so, faccio uso della vanità e della vanagloria quando dico che ci vuole coraggio. Eppure ne sono così certo. E lo sono ancora di più ogni mattina mentre guardo le nostre oche che ritrovano la libertà quotidiana volando e festeggiando il nuovo giorno. </div><div><br /></div><div><br /></div><div>BikerForEver</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6YIROABnxVk_6dpm-cXUGtAKQjYJ7mg5epVqTlrUIB-r_oH4M3yQmR8hzh-VzeRdmKlG5whZpUtrf_JjGbcpwpQiZYYwwcvMYq7rpM9jBXvktzIVxUdrTYe_lT_COsZah1fIQnahglQ/s1600/IMG-20190202-WA0001.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6YIROABnxVk_6dpm-cXUGtAKQjYJ7mg5epVqTlrUIB-r_oH4M3yQmR8hzh-VzeRdmKlG5whZpUtrf_JjGbcpwpQiZYYwwcvMYq7rpM9jBXvktzIVxUdrTYe_lT_COsZah1fIQnahglQ/w480-h640/IMG-20190202-WA0001.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeqILI8vd6E1Vg_OPsPUoclFayK1bqMvRoTIpTNzhPDgQaMcc8nomeITyTfk6Q880SxFoDqkmWhKi1WKXP65p1-JiSnsQ5_Er2SSa6ADhS0wXAUvkuf4UTD5AgIXu76ljcUKqoJJyHmA/s1024/IMG-20190501-WA0009.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="768" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeqILI8vd6E1Vg_OPsPUoclFayK1bqMvRoTIpTNzhPDgQaMcc8nomeITyTfk6Q880SxFoDqkmWhKi1WKXP65p1-JiSnsQ5_Er2SSa6ADhS0wXAUvkuf4UTD5AgIXu76ljcUKqoJJyHmA/w480-h640/IMG-20190501-WA0009.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSaYVllOfe8JhQMrfJ57rINtgJt0LsDBBy37wNbPofmz5LwaYTi2grHpXFK4nTzjmqcZFJrEOhjkO-b9GKVcCh1tk19JJnOb2eFMvqcHqCZlEHAgRCLuZcAZJa7UGCZ_inzn-0XIewVA/s2048/IMG-20190628-WA0040.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1156" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSaYVllOfe8JhQMrfJ57rINtgJt0LsDBBy37wNbPofmz5LwaYTi2grHpXFK4nTzjmqcZFJrEOhjkO-b9GKVcCh1tk19JJnOb2eFMvqcHqCZlEHAgRCLuZcAZJa7UGCZ_inzn-0XIewVA/w362-h640/IMG-20190628-WA0040.jpeg" width="362" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUg_Oyx-0kTtzTwwljQjJdjoz1XFpOmjL-fnmabI-ekfgNalyUIc6S7V6ktHMeKHEmJ7sqCedoiGKdJOdj8j-fuygvfYZyJW6GqI__KJjR6zHJTERi7c2U5rCb32HBOT5MAbpnODk_Kw/s1600/IMG-20190804-WA0016.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUg_Oyx-0kTtzTwwljQjJdjoz1XFpOmjL-fnmabI-ekfgNalyUIc6S7V6ktHMeKHEmJ7sqCedoiGKdJOdj8j-fuygvfYZyJW6GqI__KJjR6zHJTERi7c2U5rCb32HBOT5MAbpnODk_Kw/w480-h640/IMG-20190804-WA0016.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW4yoeVYmCIGd4ex5Z33iu6aOQ7RuX-RkzAZAB7DB3AbH8HuV5LoI1DD6LQghaqOvjo-olCDN4WdX20kLBzCOmlMUnkhBoFFt7HlZfQb_Rb2leB2x96uQveQFCaP86iqjJcQsjAbhMWA/s1600/IMG-20200316-WA0010.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW4yoeVYmCIGd4ex5Z33iu6aOQ7RuX-RkzAZAB7DB3AbH8HuV5LoI1DD6LQghaqOvjo-olCDN4WdX20kLBzCOmlMUnkhBoFFt7HlZfQb_Rb2leB2x96uQveQFCaP86iqjJcQsjAbhMWA/w480-h640/IMG-20200316-WA0010.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqXI3WodOhpwtEWioHI80b-84fIcdL8FUfPYkPQyf4O5a6iYcbBzE1kKbdhxXRYTFxv-BS4d-Pu2yyd8a5QaX71ugj_eH9z-LYpfHLlSRggN00H0midcUp6SaYaGV7bth3epvhYTqPEw/s1600/IMG-20200330-WA0003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1386" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqXI3WodOhpwtEWioHI80b-84fIcdL8FUfPYkPQyf4O5a6iYcbBzE1kKbdhxXRYTFxv-BS4d-Pu2yyd8a5QaX71ugj_eH9z-LYpfHLlSRggN00H0midcUp6SaYaGV7bth3epvhYTqPEw/w554-h640/IMG-20200330-WA0003.jpg" width="554" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG7hrQSWcRoTtz-1M2zAahaP7XTm4hwUjJ3R9hni0ccHT6VKLfj_EGTsXm3vgTcd9ftEgXdMU-Vjw_nC8xo9bum3ILcwrxovO9d6mMkp8vy5yfXL7-zJ-iWn3FVmSwhTCRWSXjSKuPCA/s2048/IMG_20180619_171502.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhG7hrQSWcRoTtz-1M2zAahaP7XTm4hwUjJ3R9hni0ccHT6VKLfj_EGTsXm3vgTcd9ftEgXdMU-Vjw_nC8xo9bum3ILcwrxovO9d6mMkp8vy5yfXL7-zJ-iWn3FVmSwhTCRWSXjSKuPCA/w640-h480/IMG_20180619_171502.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtmqEFI4xqq3SfkdRAiaMrxg-RaxLgqX87Fw3xohQn4Z5fRE_LjPdSq-EAAkVcKW_Fanuh560CF8fx-b43fAD4kdDD_DHHaWy3MMecnLZEiyuKHyQgn5l9xDHuhrZCCT9U0qpFKi9Y7w/s2048/IMG_20190501_162626.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtmqEFI4xqq3SfkdRAiaMrxg-RaxLgqX87Fw3xohQn4Z5fRE_LjPdSq-EAAkVcKW_Fanuh560CF8fx-b43fAD4kdDD_DHHaWy3MMecnLZEiyuKHyQgn5l9xDHuhrZCCT9U0qpFKi9Y7w/w480-h640/IMG_20190501_162626.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZYar4_i4cjnNaiiTyHZylcT1jdXqwr2WrERFxwFJaZrAy6OboJTn_6IJDAY2pQMNC5-wWWVhHpGNDPyBs8RIuuz6iJPRs3z9Fd2PhSDI0n61sfM0WemJgdjpIFH3lte04tfX7SVbkwQ/s2048/IMG_20190612_094258.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZYar4_i4cjnNaiiTyHZylcT1jdXqwr2WrERFxwFJaZrAy6OboJTn_6IJDAY2pQMNC5-wWWVhHpGNDPyBs8RIuuz6iJPRs3z9Fd2PhSDI0n61sfM0WemJgdjpIFH3lte04tfX7SVbkwQ/w480-h640/IMG_20190612_094258.jpg" width="480" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyvaLLdc_1xYIuanx39crZClDoqcNVRpSdYBvBh4HJxgLmzj7hE6HCtUb51UG0DptoUjOHqXm8h9dzXmhvNxVJvDuS81WkI9VqxiREd2ZdV2QUWmdcoj4QZf7VwDc2aVga3VWp4oRtKA/s2048/IMG_20190622_151858.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1422" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyvaLLdc_1xYIuanx39crZClDoqcNVRpSdYBvBh4HJxgLmzj7hE6HCtUb51UG0DptoUjOHqXm8h9dzXmhvNxVJvDuS81WkI9VqxiREd2ZdV2QUWmdcoj4QZf7VwDc2aVga3VWp4oRtKA/w444-h640/IMG_20190622_151858.jpg" width="444" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-1298022844748871802020-10-14T11:48:00.000-07:002020-10-14T11:48:51.747-07:00DELLA PAURA E DELLA MORTE<p>Lo diceva spesso, mio padre. Lui era un uomo per bene, il Ragionier Bocca, una posizione rispettabile, quando eravamo insieme le persone, in banca, dal commercialista, in giro, Buongiorno Ragioniere, Buonasera Ragioniere.</p><p>Portava in settimana sempre giacca e cravatta, spezzato, il loden in inverno. Nel weekend un giubbotto di renna, una camicia a quadri o una polo, sempre elegante, mai la barba sfatta, i capelli biondi pettinati all'indietro con piccole onde, mai fuori ordine. Gli occhi chiari, tra il grigio e l'azzurro, tradivano raramente l'emozione. Convinto liberale, risparmiatore e cassettista in Borsa, ordinato, molto severo, la massima concessione all'affetto la ricerca della mano di mia madre, raramente la mia, nella malattia peggiore. </p><p>Quando andavo a trovarlo e poi me ne andavo, da adulto mi salutava dicendomi arrivederci. A tavola non diceva una parola, mai, e di norma parlava poco, veramente molto poco.</p><p>Amava la montagna profondamente, il buon cibo accompagnato da vino costoso, la sera negli anni prima di andare in pensione, a volte fumava la pipa con tabacchi ricercati. </p><p>Me lo diceva spesso, dopo i quarant'anni. Fabi, così mi chiamava, non voglio diventare vecchio. Oh no, proprio non voglio. Se c'è una cosa che mi fa paura è essere vecchio ed infermo, mettere il pannolone, che schifo, no, non voglio invecchiare.</p><p>Andò in pensione e poco dopo si ammalò di cancro, dieci anni di operazioni, mutilazioni, sofferenza, alla fine una stomia oltre al volto devastato da una cicatrice che non posso descrivere, eppure continuava a non invecchiare. Gli stessi abiti, la montagna a piedi ancora, l'auto guidata forte e veloce come sempre, lui che per venti anni era stato pilota di rally. E' morto in 24 ore, dopo ancora avermi dato un passaggio a Novara la mattina, per un infarto intestinale che se lo è portato via a 75 anni.</p><p>Non è diventato vecchio, è restato qui fin che ha avuto una vita vera come doveva essere per lui. Quando a 65 gli dissero che aveva un cancro con poche speranze ebbe paura, molta paura. Ma non smise di vivere un attimo, affrontò mesi di massacri ospedalieri senza mollare, anche se l'ho visto piangere molte volte. Oggi, che sono passati otto anni, pensandoci posso dire che era un uomo che aveva coraggio. Sì, ecco, penso sia stato un uomo con molto coraggio, che mai prescinde dalla paura.</p><p>Io, che sono il suo unico figlio, e direi l'unico della stirpe ancora in vita, figli a parte, come lui non voglio diventare vecchio. Non mi interessa vivere al di fuori delle mie cose, anche se in molta parte così diverse dalle sue, la penso esattamente come lui. E anche se ho le mie paure, le mie giuste paure, credo, anzi no, spero, di aver ereditato da lui la cosa più preziosa, il coraggio. Che, mai stancarsi di ripeterlo, che il mondo è pieno di stolti, mai prescinde dalla paura.</p><p>Sono stato in Africa molte volte, ho mangiato e bevuto e dormito in posti senza alcuna igiene, ma che mi riempivano il cuore. C'erano la malaria, la febbre gialla, il tifo e altro.</p><p>Sono stato in Centro America e ho dormito e mangiato e bevuto ovunque. Ho preso una febbre di origine tifica, sono stato decisamente male, appena passata ho ripreso a fare le stesse cose.</p><p>Da ragazzo al mare lavavo la frutta in mare. Mai pensato di poter stare male. Ho pisciato in cessi luridi in molte parti del mondo.</p><p>Vado in montagna da sempre, mi alleno da sempre per sfidare la mia tremenda paura del vuoto. So che non arriverò mai dove vorrei, ma persevero nel migliorare ogni giorno. Mangio seduto in terra, con le mani sporche, sudato, senza essermi mai preoccupato.</p><p>Ho avuto giorni duri, molto duri, in ospedale, e ho avuto paura, molta paura. Non ho mai smesso un attimo di lottare per tornare come ero, e ora che lo sono ne vado anche vagamente orgoglioso.</p><p>Vivo in campagna, lavoro la terra e pulisco ogni giorno la merda dal pollaio e non solo, curo i miei animali, li abbraccio, li sfamo, senza aver alcuna paura di potermi ammalare.</p><p>In inverno faccio da quando ho sei, dico sei anni, sport al freddo. Mi sono ammalato, sono stato male, ma non ho ancora smesso di farlo. Se avrò le forze, andrò ancora avanti assai.</p><p>Ho curato mia madre fino all'ultimo, passando non so più quanto tempo in qualsiasi reparto di ospedale, da malattie infettive a cardiologia. Non ho mai avuto paura di ammalarmi, avevo lei a cui pensare.</p><p>Condivido la mia vita e le mie cose con Elema, e mai ho frenato le nostre passioni pensando alle paure. Uso la ragione, la sola mera ragione, per sapere, e capire, cosa posso fare e cosa non posso fare, cercando di allargare la sfera del fare ogni volta un pochino di più.</p><p>Sono libero, no meglio urlarlo, L I B E R O, e tengo alla mia libertà più della mia stessa vita. Non baratterei la mia libertà con nulla, e lotto per questa in Tribunale da anni. Perchè senza libertà non mi interessa vivere. E ho scritto davanti ai miei occhi, per leggerlo ogni giorno, che la libertà è una forma di disciplina, come chi più colto di me ha a suo tempo scritto. Perchè ho fatto della disciplina una ragione di vita, che mi permette di saper badare a me stesso, come essere vivente e libero.</p><p>Anche se amo stare con Elema, ho imparato a stare da solo, a sentire me stesso e a organizzare le mie paure. Perchè so che saper stare da solo è parte della mia libertà, anche se sto sempre con lei.</p><p>Sono un rompicoglioni, sono noioso, parlo troppo, scrivo forse troppo. Rispetto le regole, ma mi arrangio quando devo farlo, come posso. Restando libero grazie alla mia disciplina non entro nella sfera personale degli altri, mi basta la natura, la montagna, la campagna. Non mi allineo.</p><p>Quindi non ho paura del Covid o di qualsiasi altra malattia, o meglio, non vendo la mia libertà, la mia vita, alla paura, ma anzi come sempre la gestisco con la ragione. Reputo una pagliacciata l'uso della mascherina, perchè tanto il virus passa lo stesso. Non uso i gel, non mi disinfetto, se mi va mi tocco gli occhi o il naso, continuo a fare le cose di sempre. Rispetto le regole perchè sono disciplinato, ma mi permetto di non essere d'accordo e di dire che è una pagliacciata. O meglio un affare pazzesco a livello mondiale. Ma voglio, esigo, pretendo la mia Libertà, perchè quella è sacra e non si tocca. E quando me la toccano divento cattivo e comincio a non essere più così ligio alle regole. Se prenderò il Covid mi curerò, come se avessi qualsiasi altro malanno, come sempre ho potuto prendere. Se dovrò morire avrò paura, come è giusto che sia, ma non venderò la mia libertà alla paura, come tutti questi conigli stanno facendo. Perchè per la libertà si può anche morire, e dignitosamente.</p><p>Infine, siccome me ne fotto dei virus e di quello che potrebbe capitarmi, mi mantengo il coraggio di dire che non ho alcun desiderio di diventare vecchio. Poi se dovrà capitare, avrò il coraggio di affrontare anche questa sventura. Quel coraggio che mi è mancato per 46 anni di dire a mio padre che aveva ragione, ma che oggi in attesa dei 55 mi va di dirlo e di scriverlo. </p><p>Avevi ragione tu, quelle poche volte che parlavi.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLV0NSTcVHautGz03668I301yWhkgIRnnicYWasNSimEFlzptFUnHm4_TycR1gjaQaoAGuiWn1UvK180HRcaTJmxkgF8uK8gNE1aq6hpUNGOPoL9PqF9NgNk20_SZZLzHUaSy_9Qp0hg/s915/121613458_434795284153353_4589703062019964099_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="915" data-original-width="915" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLV0NSTcVHautGz03668I301yWhkgIRnnicYWasNSimEFlzptFUnHm4_TycR1gjaQaoAGuiWn1UvK180HRcaTJmxkgF8uK8gNE1aq6hpUNGOPoL9PqF9NgNk20_SZZLzHUaSy_9Qp0hg/w640-h640/121613458_434795284153353_4589703062019964099_n.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJGdMI0jXuzSw3Pv1hRKUb_7M98ke7BffnRjUAglpp8vKADJYX8DmrJu54bW4e3DOC0jgilDRX_Jh_AmvWfIoEo_S80FU_MnA1iFT_AtiBsx2xBy_hel-AwyrMpV8hDRAI_GoSAoIU9A/s2340/121642717_2655682181360974_6178906488599215046_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2340" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJGdMI0jXuzSw3Pv1hRKUb_7M98ke7BffnRjUAglpp8vKADJYX8DmrJu54bW4e3DOC0jgilDRX_Jh_AmvWfIoEo_S80FU_MnA1iFT_AtiBsx2xBy_hel-AwyrMpV8hDRAI_GoSAoIU9A/w296-h640/121642717_2655682181360974_6178906488599215046_n.jpg" width="296" /></a></div><br /><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-44836680162065967272020-09-01T04:44:00.000-07:002020-09-01T04:44:48.329-07:00ESCO A FARE DUE PASSI (ANZI CINQUE)<p> Accendo la frontale, sono le 4.18. Sono uscito da casa, totalmente solo, a Cogne nel silenzio totale. Il cielo è un tetto di stelle. Bastoncini nelle mani, zainetto da running con quasi nulla dentro, un pò coperto perchè fa freddo.</p><p>Sto salendo verso il Sella, un velo di luce che non cancella le stelle mostra lontano il profilo delle vette a Est. Supero una coppia che sale come me nel buio, ci salutiamo.</p><p>Arrivo al Rifugio Sella che è ancora notte, la sala delle colazioni illuminata lascia vedere due persone che mangiano. Bevo alla fontana e riparto. Poco dopo spengo la frontale per il chiarore che inizia ad arrivare.</p><p>Sono poco sotto i 3000 di quota, sento abbaiare e ululare. Vedo un gregge di pecore e sul sentiero avanti i cani pastore. Sono solo, e loro sono a guardia. Non mi piace, decido di fare un giro largo per prati e ruscelli per aggirarli da lontano e non rischiare.</p><p>Sono all'ante colle del Loson, mi mancano solo pochissimi minuti con le corde che conosco a memoria, il sole illumina le rocce adesso, il sole è appena sorto e i colori sono pazzeschi. Non ho alcuna paura, arrivo sul colle a 3300 metri e scambio due parole con 4 ragazzi che stanno facendo l'Alta Via n.2 al contrario rispetto a me.</p><p>Piego i bastoni e inizio a scendere, correndo, correndo, sempre più forte. So quanto è lungo il Vallone di Levionaz ma sono euforico. Trovo camosci, stambecchi sul sentiero, una vipera, scoiattoli. Mi fermo un attimo solo all'alpeggio a spogliarmi: tolgo i guanti, la calzamaglia e il pile, resto in pantaloncini e maglietta e mi rimetto a correre.</p><p>Sono a Eaux Rousses, guardo il Garmin: ho fatto i primi 25km con 1800 metri di dislivello in 4 ore e 50 minuti. Mi rendo conto che sto andando troppo forte, ma dentro di me coltivo l'insana speranza che la fatica non arrivi. Ed inizio a salire verso i laghi Djouan.</p><p>Il colle Entrelor sembra lì a due passi, ma non arriva mai. Tira un vento secco e inizio a sentire che arranco. Ma alla fine sono di nuovo ai 3000 metri del passo, c'è una coppia non giovane e ci facciamo reciproche foto. Saluto e parto deciso per la discesa.</p><p>Pochi tornanti di sfasciume e trovo un passaggio che non conoscevo: una ventina di gradini di ferro su una paretina verticale, con una corda blu a fianco. Il vento fa girare la testa. Mi volto faccia alla roccia, afferro forte la corda con la mano libera, nell'altra i bastoni e con due dita mi tengo ai ferri, all'ultimo gradino finisce anche la corda ma sotto ci sono ancora 10 metri almeno di parete. Ho un attimo di sgomento. Ma per fortuna l'esperienza mi ha insegnato a guardarmi sempre con attenzione attorno e vedo che c'è un passaggio laterale che mi mette in sicurezza. Felice riprendo a scendere verso Rhemes Notre Dame.</p><p>Arrivo a Rhemes stanco, con anche un errore di percorso che mi ha allungato l'Alta Via di un 40 minuti. Ho fame, mi fermo e prendo una Coca e un bel toast. Sono quasi 9 ore che cammino e corro.</p><p>Inizio a salire il Col Fenetre, mi sento bene per una mezz'ora. Poi sento dura salire la stanchezza. La strada è ripidissima, in 5 Km devo fare 1300 metri di salita. L'ultima parte è davvero un muro, trovo una corda alla parete di destra in un posto non proprio tranquillo, non riesco a trovare le forze per tirarmi su. Prendo fiato un minuto e poi stringendo i denti e con molto fiatone passo e arrivo su al colle a 2850 metri.</p><p>Scendo senza poter più correre, mi fanno male le cosce e i piedi. Arrivo allo Chalet de l'Epée dopo quasi 12 ore di marcia, 51 km e 4165 metri scalati. Birra subito, doccia (calda, favolosa), cena ottima e altra birra e due genepy. Alle 20.30 sono già a nanna.</p><p>Alle 6,15, ovvero prima possibile, sto già facendo colazione da solo, gli altri pochi ospiti dormono. Alle 6.45 mentre nessuno si è ancora svegliato, già sto correndo verso Valgrisanche.</p><p>Arrivo a Planaval dopo un lungo tratto in pianura fatto di corsa, fa già caldo, inizio a salire verso il Lac de Fond.</p><p>Al lago trovo un ragazzo di 17 anni, appassionato di trail running, che mi si attacca e saliamo insieme fino alla Crosatie, a 2850 metri. Attimo di commozione prima del colle a leggere la targa in ricordo di Yang Yuan morto qua inseguendo i suoi sogni al Tor.</p><p>Saluto il ragazzo, e inizio una discesa da brividi, con un vento fortissimo e freddo. Lunghi tratti esposti con corde per tenersi, passaggi tra le rocce. Uno spettacolo.</p><p>Arrivo al bivacco Promoud, quota 2000, con 23 km nelle gambe dopo oltre 5 ore. Attacco subito la salita verso Haut Pass, ultima scalata. Ho fame, mangio diversi mirtilli che costeggiano il sentiero nella prima parte della salita.</p><p>La seconda parte è faticosa, una infinita pietraia, sono stanco ma arrivo al Passo con il morale alle stelle anche per il panorama davvero fantastico. Ed inizio la discesa verso il Rifugio Deffeyes, tanto bello quanto affollato, con molta fame. Mangio una fetta di torta e bevo una coca, sosta più breve possibile e mi tuffo verso La Thuile, cercando di correre ma con molte difficoltà per il male ai piedi e alle cosce.</p><p>Mentre entro a La Thuile, dopo 40 km e 2400 metri scalati, mando dei video messaggi a chi mi ha sostenuto in questi due giorni, Elema, Nico, Bongio, sono un pò emozionato, non credevo di poter fare un viaggio simile a piedi e da solo: 91 km e circa 6500 metri scalati. Spengo il Gamin, mi siedo in un bar in paese ordinando una birra e due toast, ed aspetto che arrivino a recuperarmi le mie figlie.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiceVgLSqy9MzDByuy-tk5Ddm59qmoJkTEUWUS8DtDbhufI_NDGDLhAcdN8WHys69fC8ruFuTPp4cITUCKYkjccS_HWhQNvgkUxJhgK3dqpbFhx7MfpDWd-wNBGYdeuTDoUfH1zD6tMow/s2048/118696825_1013356272438892_6026734093514181193_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiceVgLSqy9MzDByuy-tk5Ddm59qmoJkTEUWUS8DtDbhufI_NDGDLhAcdN8WHys69fC8ruFuTPp4cITUCKYkjccS_HWhQNvgkUxJhgK3dqpbFhx7MfpDWd-wNBGYdeuTDoUfH1zD6tMow/s640/118696825_1013356272438892_6026734093514181193_n.jpg" /></a></div><br /><p><br /></p><p>Non ho volutamente espresso le emozioni. Non posso, davvero, descriverle, sono state troppe. La solitudine, la notte, la paura del vuoto, le albe e i tramonti, i panorami pazzeschi, il vento, le labbra secche, il sole accecante, la fatica, il male ovunque, ai piedi, ai talloni, alle cosce, agli addominali, ai pollici, alla schiena. Come potrei descrivere il gusto di un toast dopo 10 ore di barrette e fatica? Come potrei dire quanto diventa terribilmente buono?</p><p>Ho deciso di seguire le tracce del 4K, il Tor de Geant al contrario, che nella sua unica edizione mi vide con Elema alla partenza mentre i miei occhi sognavano 4 anni fa. Solo un assaggio per capire, sentire, annusare. Arrivando a La Thuile mi sono detto, serissimamente detto a voce alta, da me a me, che non sono in grado di fare il Tor, che mai e poi mai potrei reggere sei giorni così e anzi anche peggio. Sono passati 4 giorni e già sto cambiando idea...</p><p>Seduto a tavola allo Chalet de l'Epée, davanti al piatto vuoto, sazio, alle 20, come un anziano in una casa di riposo, senza campo, senza letture, mentre fissavo il piatto, ho scritto per passare il tempo a Elema, come si faceva una volta. Non so se sia importante, ma era quello che sentivo:</p><p>"Credo che l'ambiente dei rifugi dovrebbe essere protetto dallo Stato. Il calore che emana questa vecchia baita stasera è qualcosa di prezioso. Ho mangiato benissimo, tantissimo, per una cifra ridicola: 45 euro cena notte e colazione. Il gestore ha i baffi bianchi lunghissimi, parla con spiccato accento francese, è cortese ed educato. Amo questa gente, spesso violentata dalla massa della gente inutile. Ma qua, in questo angolo remoto della Vallée il tempo sembra essersi fermato. Oggi è stata una giornata speciale, con sensazioni fortissime e al limite della commozione. Ho pensato alla mia Ovetta continuamente, mentre vedevo panorami senza eguali. Ho guardato a lungo il Granpa, e quel ghiacciaio che sale sopra lo Chabod dove il 10 agosto abbiamo messo i ramponi e ci siamo legati. Ricordi che valgono una vita, che terremo tra le cose preziose della nostra esistenza. Ho pensato spesso, mentre salivo sempre più stanco, a quante cose meravigliose abbiamo fatto in cinque anni e in particolare in questo 2020 così devastato. Mi sento, con te, un eletto. Nelle discese ho pensato poco, badando più che altro a dove dovevo mettere i piedi per andare più forte che potevo. Sono state discese e salite strane. Il Loson pieno di energia sia a salire che a scendere, con il morale alle stelle e ubriaco della forza che avevo. L'Entrelor dove ho sentito salire la fatica e dove ho capito che le mie gambe finiscono dopo sei ore. Il Col Fenetre dove ho vissuto la sofferenza, quella pesante, quella che morde, in una salita tremenda, che mette paura, che non ha un attimo di respiro da quando prendi il sentiero da Rhemes. Poi la discesa per arrivare qui a questa piccola perla che è lo Chalet de l'Epée, con le gambe finite, i bastoni nelle mani per non cadere, mentre cercavo di correre per arrivare presto e non riuscivo invece quasi più a muovere le gambe. La notte sarà difficile lo so, nelle camerate fa freddo e io se si gela non riesco a dormire. Spero la fatica vinca e alla fine mi faccia crollare. Domani sarà un altro giorno, con te nella mia mente, che poi è il modo di sopportare la solitudine. Saranno meno metri di dislivello, poco più della metà dei 4140 di oggi, ma non molti km meno dei 51 odierni. Servirà capacità di soffrire e molta pazienza. Questo piccolo viaggio così carico di fatica ed emozioni da sembrare lunghissimo, è un dono che sento aver ricevuto da te. E' il raggiungimento della maturità che cercavo e che ho trovato attraverso a te, piccola meravigliosa brontolona, così caparbia e capace in ogni gesto della tua vita. Grazie per quello che hai fatto alla mia anima, mi hai reso una persona assolutamente migliore. Non vedo l'ora sia domani e io stia planando su Valgrisanche per poterti sentire. Con amore vero, tuo Uovo."</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdmgnqh3kGYI-627MCZOzZEaPUwGqVGx6UmyXbgbj1I0MwHD-jnK5GPecHFymBAWiqfUIhAE4gkEdNyJBo1-CSvsm5BsUrRNUhuLrXjZTThZE_o_QUymZFPWeI-ajOHUb9qu08_jppiw/s2048/118649215_1296949193984816_3998247594732255602_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdmgnqh3kGYI-627MCZOzZEaPUwGqVGx6UmyXbgbj1I0MwHD-jnK5GPecHFymBAWiqfUIhAE4gkEdNyJBo1-CSvsm5BsUrRNUhuLrXjZTThZE_o_QUymZFPWeI-ajOHUb9qu08_jppiw/s640/118649215_1296949193984816_3998247594732255602_n.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl9nQQK_CsCOo595aYOMlRL7Hot_OqMpndwYSCcdESG1Ep3m8icDnhXHuJ2IBqNp1QFFwhZrm2R6x9IYrN9KTfjN7wOn_VqCwkRaCpqi9OsRVfjxUmIOjGPw_mOLNZYscaZfvXFKKCfg/s2048/118666653_771343666976582_6630757192604181707_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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La schiena è curva, vorrei accovacciarmi ma non posso, per cui cerco di tenermi per lo meno un pò basso. I piedi sono ancora sulla roccia precedente, i ramponi grattano sulla pietra dura e levigata dai venti. Provo uno strano misto tra paura e meraviglia, stupore. Nessun segno di panico, assolutamente, solo una sana, normalissima paura del vuoto. La corda è alla mia destra, sono ben saldo di mani e di piedi, non c'è oggettivamente nessun rischio. Il vento tira come nella norma oltre i 4000 metri, ma non fa freddo. Nonostante questo un pò di calo termico arriva, anche dovuto al sudore e alle lunga attesa per mettere in sicurezza la nostra cordata di quattro persone. Attorno a me la meraviglia da sempre sognata, inseguita, mancata per mille infiniti motivi, e paure. I ghiacci, le creste, la parete di centinaia di metri di vuoto alla mia sinistra, il vuoto della cresta che sprofonda nel mitico crepaccio terminale alla mia destra. Dietro di me la leggendaria Madonnina bianca, i 4061 metri di quota, dove poco fa io, Ele e Ricky ci siamo abbracciati per la foto più bella che per anni abbiamo immaginato. Nuvole che iniziano a cumulare alte nel cielo coprono i monti lontani, la Francia. Ma qua, il Granpa, è ancora illuminato dal sole accecante di agosto, e la luce che avvolge le varie vette del massiccio è una sensazione inspiegabile. Il vuoto assurdo attorno quasi sparisce dalla sensazione che la cima di Ceresole, la Testa di Valnontey, la Tribolazione, gli Apostoli e tutte la altre vette che da oltre cinquant'anni accompagnano i miei occhi giù a Cogne, siano vicinissime. E' un insieme assoluto, provo dentro un'emozione fortissima. Mi sale il magone, il riso, il silenzio, la battuta idiota, senza che io possa controllarne il diluvio.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk9SPV1MF5cyoAaK4z8Vmuex5R9VZ7whyTFnuoqFG3kOWtOmLymH_DSboCM2hs1terJfLm7sGJ0iKYAClz8FqLKIyfv9WoPvXhuO1rV7bHFhP4bEcu0Y5nMPbqWOHl5TuQjt2ZLBJi7A/s800/117595761_1160500474320199_3559492433352392657_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="600" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk9SPV1MF5cyoAaK4z8Vmuex5R9VZ7whyTFnuoqFG3kOWtOmLymH_DSboCM2hs1terJfLm7sGJ0iKYAClz8FqLKIyfv9WoPvXhuO1rV7bHFhP4bEcu0Y5nMPbqWOHl5TuQjt2ZLBJi7A/s640/117595761_1160500474320199_3559492433352392657_n.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2YeIBmLg9R41JauDksVzq5cJzd3aWE1HO57rGI-uRDtKoCK8PvCCM9OF1t-fa8S579enIp9f1ON7u5Pr56UiYZLX21ku4mBURSgMvCoAMkCGWG5fEoyUpF0lme3fl6exSSk05goPkRQ/s912/117386998_735648667167968_4479234693151109893_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="912" data-original-width="684" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2YeIBmLg9R41JauDksVzq5cJzd3aWE1HO57rGI-uRDtKoCK8PvCCM9OF1t-fa8S579enIp9f1ON7u5Pr56UiYZLX21ku4mBURSgMvCoAMkCGWG5fEoyUpF0lme3fl6exSSk05goPkRQ/s640/117386998_735648667167968_4479234693151109893_n.jpg" /></a></div><p><br /></p><p>Mentre vivo questa gigantesca onda emotiva, osservo Elema che, spronata da Alex, la nostra buona guida che ci ha permesso di arrivare fino in punta, inizia la cengia nel vuoto assoluto che ci porterà verso l'inizio della discesa, in parete, larga non più di una spanna, i talloni dei ramponi che non ci stanno e affondano nell'aria del nulla sotto di lei, la corda assicurata al chiodo di tenuta, i suoi passi laterali lenti, il viso che lascia vedere nette sensazioni mai provate, le mani a tenersi nelle piccole crepe della roccia innanzi al suo volto. Un pò mi viene da ridere, di quel riso che sta tra la follia e la coscienza di essere esattamente dove vorresti essere pur avendone il sacro terrore. Io ho paura, una fottuta paura del vuoto, che da sempre combatto per poter vivere il mio infinito amore per la montagna, la quota, le Alpi, le vette. Mi volto e vedo Ricky sicuro, e dietro a lui un uomo con la figlia, col caschetto da roccia, che attendono pazienti per passare. Lei ha gli occhi chiari e lo stesso sorriso nostro un pò ebete, che tutti in fondo qua abbiamo. Guardo in basso i miei piedi, per vedere che i ramponi non scivolino sulla roccia, e vedo la mia gamba sinistra che trema. "Ricky guarda. ho le gambe che fanno Giacu-Giacu come diceva mia nonna" e mi metto a ridere. Dentro in fondo non ho paura, anche se sono spaventatissimo, e il mio ginocchio ha molta più paura di me, in fondo la mia testa è più forte del mio povero e vecchio corpo, posso assolutamente farcela.</p><p>Avevo 11 anni nel 1977 quando arrivai al crepaccio terminale con mio padre, accompagnati da mio zio, suo padre e una anziana guida amica di famiglia. Allora era tutto diverso, il ghiacciaio era intatto e semplice, non devastato di crepacci e ferito come lo è oggi. Sono stati 43 anni di attesa per arrivare oltre quella enorme crepa, che oggi abbiamo attraversato su una scaletta di metallo da brividi, per coronare un sogno, di quelli veri. E sono stati due anni ad allenare la mente al vuoto, alla sopportazione di quella meravigliosa sensazione che provi mentre sali tenendoti a una corda fissa, a una catena, sali un posto che ti pare impossibile. O meglio che mi pare, mi pareva, impossibile.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVHOVGqVefKimxgjsNM1-wWmt2x-1BFupIkdD_upb5CJ44ENc4pGjSxEpm9g8GQxWEIJ2aO_kFb1MWVVKQk9UqZHFyy7Nuze4PDI5tQksNNkifz639AjN1iYyCYcjCn1DC7ByXmajA_w/s793/amarcord+5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="793" data-original-width="697" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVHOVGqVefKimxgjsNM1-wWmt2x-1BFupIkdD_upb5CJ44ENc4pGjSxEpm9g8GQxWEIJ2aO_kFb1MWVVKQk9UqZHFyy7Nuze4PDI5tQksNNkifz639AjN1iYyCYcjCn1DC7ByXmajA_w/s640/amarcord+5.jpg" /></a></div><p><br /></p><p>Ognuno di noi ha le sue paure, i suoi limiti, i suoi sogni. Io i miei li ho finalmente passati a 54 anni. Forse Elema a 45, non so Ricky. Ma so, ne sono certo, sicuro oltre ogni sicurezza possibile, che i loro occhi tradivano una emozione pazzesca. Quella emozione che ora vorrei raccontare, che ho provato a raccontare, ma che so che mai sarò in grado di raccontare. Perchè, per immensa fortuna, solo mentre sei lì la puoi provare, entra dentro di te, si mette lì in un angolo e non se ne andrà mai più.</p><p>Lunedì 10 agosto, io, Elema, Riccardo e la guida Alex, cima del Gran Paradiso in giornata da Pont, via ghiacciaio sopra lo Chabod, 4061 metri di quota. Partiti alle ore 4, al crepaccio terminale alle 9.30, sulla vetta alle 10.15, sotto la grandine in discesa. Null'altro, ovvero tutto.</p><p><br /></p><p>BikerForEver</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii1TAhZNZ8P-AiecHDBfrN8zJV3Us5omxWLZx7U2Fu1fpJM-JawUtz28oUz5ItNMG3px22i2KrQDN4VwU1Z-eG-scq73MnN3Kz5u_Tn5NkzG4oIjgJ7m7K9DpDKTFurSTDW2TJJoGiQw/s912/117339025_589980968547803_6698310854716726985_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="912" data-original-width="684" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii1TAhZNZ8P-AiecHDBfrN8zJV3Us5omxWLZx7U2Fu1fpJM-JawUtz28oUz5ItNMG3px22i2KrQDN4VwU1Z-eG-scq73MnN3Kz5u_Tn5NkzG4oIjgJ7m7K9DpDKTFurSTDW2TJJoGiQw/s640/117339025_589980968547803_6698310854716726985_n.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzic6WLBSHZILEQm9AFFcXV_oU5wxobQ2LfodlXnDrrWNe07fbvm1H1U7NqIYFrbEmwrqBcbVdnFDFLfBMOnTSw5XNiIOiQJawpMu-jpY5UnGoNNCPbFotbEH_nTcDIJ3jwQXdsEvnNw/s912/117342250_299777117931589_4505984746134824683_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh04n_d7t1nnQEwkieo6PECO1MAMgzml302zpIZE5lxCiIFdyJomhR2Saal1jmAD301hWp_NAFKqeP7wNSku6YRKclNUJqr5QdCqzoisa6y434Gdb5fNgTADl1Y2u3rPb54noyE4FWSkw/s960/117389766_4529274653757056_5326491065506242383_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh04n_d7t1nnQEwkieo6PECO1MAMgzml302zpIZE5lxCiIFdyJomhR2Saal1jmAD301hWp_NAFKqeP7wNSku6YRKclNUJqr5QdCqzoisa6y434Gdb5fNgTADl1Y2u3rPb54noyE4FWSkw/s640/117389766_4529274653757056_5326491065506242383_n.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnrvnbDjXdcGX5ax20o5g3GJj5eDKXvCb_01ay7OMsyQg-m6YKJi4-R4HyyEBBmIStrtHITMDDqL5kHAiJbWIVItPREnPYoLmAAADGQLZphBxS2EpCpjc39vwukBz7lHr7JYDB66BshA/s912/117444607_904866703257013_2733261990797984205_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbZmHzidf1ZtbmdGDVyUy3n0i8UYCf7ama9mWza8FUgFfczNlQNu87QnK48aX7Sl7gXh_1eURWaVye1ZBVWqgLrs676w6u5hqMhUEe2k0lpvWqCoXeVwiGE6o14s7QXne-qMspbJ_49g/s800/117547000_311399520287787_7687109604352059778_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="600" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbZmHzidf1ZtbmdGDVyUy3n0i8UYCf7ama9mWza8FUgFfczNlQNu87QnK48aX7Sl7gXh_1eURWaVye1ZBVWqgLrs676w6u5hqMhUEe2k0lpvWqCoXeVwiGE6o14s7QXne-qMspbJ_49g/s640/117547000_311399520287787_7687109604352059778_n.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLoYeyJu9_iQFQX5-TiQV6gBfjEmUGsA_TWtBUtG0DtH4Q4QrkEjkn97kDJGjSW2872x1cNOQ8QR6T3xextJtcxHn84nOe1Rz7BlcscbFrlqQr7gp4M9Fml5_L43DAqH-PNId641ZtBA/s800/117556790_1404272813112403_2482339750857509090_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; 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Nemmeno mi guardo intorno, non voglio vedere, e corro giù. Avevo un conto aperto con questa cima, da quando segnò la mia giornata più difficile e sofferta di sempre in una corsa a tappe in mtb, all'Iron 2017, e ora l'ho saldato. Ho lasciato tutti al colle, oltre 400 metri di dislivello più sotto per salirlo a tutta, anche se sono convinto che potrei metterci decisamente meno dei 31 minuti di oggi.<br />
Corro giù e non vedo l'ora di vederla. La trovo dopo pochi tornanti, mi metto dietro e la seguo, perchè la devo, la voglio accompagnare sullo Chaberton. Non parla, insieme agli altri del gruppo, sale al ritmo del respiro pesante e dei battiti alti. Come faccio io, sempre, la miglior musica che ami ascoltare.<br />
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Parlo solo per dirle di andare sulla cima, quel grande piazzale sopra le torri del forte da cui si vede l'infinito fra le nuvole. Arriva, anzi arriviamo noi e gli altri, calpesta la neve, io mi volto a prendere il telefono per fare le foto.<br />
Mi distraggo, poi la guardo e la vedo piangere. La abbraccio forte, lei piange e ride, era uno dei suoi sogni salire qua sopra, lo ha realizzato. Abbraccia le altre ragazze, sono così belle nella loro felicità di essere arrivate in cima, che sia la prima o la centesima volta. E' un luogo magico, unico, con un fascino profondo, al di là di una ascesa tutto sommato non difficile.<br />
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Mi sento appagato e contento, ma è la sua la felicità che conta. Non sta ferma un attimo, stiamo su a visitare i tunnel e le torri, piene della neve dell'inverno che qui si conserva tutto l'anno. Sono momenti che o li vivi o non puoi capirli. Valgono una vita intera, sono gli attimi di cui ti nutri nella noia del quotidiano, quelli che scaldano le serate grigie e buie degli inverni.<br />
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La discesa correndo, le risa e la felicità di tutti, sono il giusto epilogo a una giornata speciale. Sono stato fortunato, gli amici di questi lunghi trail, Manuel e Barbara, Riccardo e Patrizia, Stefania, hanno accettato l'invito a unirsi a noi per questa salita speciale, che Elema attendeva da così tanto tempo.<br />
Vi abbraccio tutti, la montagna è la nostra anima.<br />
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BikerForEver<br />
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<br />FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-91367680968326653372020-07-03T09:49:00.002-07:002020-07-03T09:49:31.282-07:00LA SETEI battiti sul cardio sono altissimi. Salgono, salgono, leggo 174, erano anni che non vedevo un valore simile. Scaccio il pensiero di avere una fibrillazione, e che sia solamente questo sforzo immane.<br />
I piedi affondano nella neve molle, a volte cede e mi trovo giù fino all'anca. Respiro a fatica, i 2900 metri di quota rendono la bici pesantissima.<br />
Sono passati solo tre giorni dal lungo trail che ho fatto con Manuel, cinque ore e mezza sulle creste delle montagne valsesiane. Lui a dettare il ritmo e la corsa davanti, io a tenere duro. E la stanchezza è ancora nelle gambe, ora la sento chiara e forte.<br />
Le nuvole basse e bianche unite al bianco della neve rendono tutto ovattato, strano, la testa gira e non poco, non è facile mantenere l'orientamento.Non vedo null'altro che bianco, eppure lo so che il colle è li davanti da qualche parte. "Lorenzo tranquillo so dove siamo, fidati". Si volta e mi guarda sorridendo, o forse sta solo nascondendo un sano odio. Ieri lo aveva detto, "guarda che danno temporali violenti in quota da mezzogiorno in poi", ma io non ne avevo voluto sapere, ormai ero partito con la mente per il viaggio.<br />
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Siamo a meno di 5 metri dalla cima, cinque stupidi metri, ma assolutamente verticali. Il muro di neve caduta questo inverno sul Pontonnet sembra insuperabile, mi volto e vedo il lunghissimo scivolo del nevaio che scende lungo il vallone di Fenis. "Se cadiamo ci fermiamo prima o poi, dai", usando un finto ottimismo.<br />
Scavo con la punta la neve ghiacciata per formare un gradino. Poi un altro poco sopra. Ma appena tiro su la bici la neve cede e scivolo d'accapo. Lorenzo mi guarda fiducioso, sono io la guida di casa e sa che so cosa devo fare. Mi giro, faccia a valle, e uso i talloni per scavare i gradini, perchè le punta delle dita sono gelate e fanno male. Funziona, anche se fa un pò effetto guardare sotto e pensare se perdo l'equilibrio, sento che i gradini si formano. Salgo forse un metro, un metro e mezzo, mi sento sicuro afferro la bici e la lancio in cima al muretto di neve a conficcare il manubrio nella neve in modo che si ancori e non cada. Funziona. Vedo un sorriso sincero sul volto di Lorenzo.<br />
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Continuo a scavare coi talloni delle scarpe da bici e a salire. Ho i ramponcini nello zaino, ma non li ho messi subito e adesso non si riesce più. Ma salgo, caspita salgo, arrivo alla bici, la prendo su e la rilancio oltre, su dove la neve è piana e molle. Si aggrappa di nuovo, è fatta.<br />
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Ci guardiamo attorno, nessuno è mai passato in quella neve quest'anno, non si vede nemmeno un'idea di una impronta. Ridiamo, le nuvole si aprono un pò, vediamo cosa ci aspetta: una distesa infinita di nevai, tutta la discesa verso Cogne è a Nord e ancora immacolata. Ridiamo ancora. Scattiamo una paio di foto, cerchiamo di respirare il più a fondo possibile quello che vediamo. Mi seggo congelandomi e mi metto i ramponcini, voglio divertirmi a scendere.<br />
<br />
Ci guardiamo in faccia a lungo, sappiamo senza parlare. La salita è finita, il temporale e la grandine sono passati, il freddo ha lasciato il posto alla sana soddisfazione della cima raggiunta. Capiamo subito che questa giornata rimarrà lì tra le cose da ricordare, quelle da raccontare nelle sere fredde dell'inverno. Prendiamo la bici e ci gettiamo giù scivolando e ridendo nella neve, Cogne ormai non è più un miraggio.<br />
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Pont St. Martin-Cogne via Colle Pontonnet. Tanta salita, tanta neve, tanta soddisfazione. Io e Lorenzo, a venirci incontro le nostre vite, Elena ed Ely. Giugno 2020.<br />
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Ho iniziato a placare la mia sete, ma sembra non passare mai.<br />
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BikerForEver<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRXvfBlUkvXmnZH8H9OLj9jLW5Wov221i8S3bWIFdUbyba8iNWGycgBtmJdCqtf08Y5jUN3ZO5emN_0iojtTEG2XkX9fie3jjqmoFA56addtLCrMZY36tTbVfVV191lx5l_FZ7NOrAzg/s1600/106905798_746991319461681_4608284820167345622_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="739" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRXvfBlUkvXmnZH8H9OLj9jLW5Wov221i8S3bWIFdUbyba8iNWGycgBtmJdCqtf08Y5jUN3ZO5emN_0iojtTEG2XkX9fie3jjqmoFA56addtLCrMZY36tTbVfVV191lx5l_FZ7NOrAzg/s640/106905798_746991319461681_4608284820167345622_n.jpg" width="294" /></a></div>
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<br />FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-56569859180070230402020-05-03T12:30:00.005-07:002020-05-03T12:36:05.678-07:00CINQUANTASETTEHo aspettato cinquantasette giorni per scrivere. Cinquantasette giorni a ragionare cosa mettere sulla mia inutile pagina che leggo ormai praticamente solo io.<br />
Volevo parlare dello schifo dei ciclisti, di quelli che mi hanno rotto i coglioni cinquantasette giorni fa che se andavo in bici poi cadevo, se correvo poi mi rompevo una caviglia, che infettavo tutti andando da solo per boschi e colline e campi, che era sbagliato "divertirsi" in bici mentre la gente moriva nei "Pronti Soccorsi", che tanto per dieci giorni di rulli ero un egoista e basta. Volevo scrivere di come io mi son segnato tutti i loro nomi, a uno a uno, e che devono loro togliermi dai coglioni su facebook perché io manco ci penso, mi serve osservarli per ridere, ridere di gusto della loro meschina essenza.<br />
<br />
Ho aspettato cinquantasette giorni per dire cosa penso della follia del genere umano, che disprezzo nella maggior parte dei suoi componenti, dei flash mob, degli inni dal balcone, delle messe all'altoparlante mentre io bestemmio, della bandiere dell'"Itaglia", della paura che pervade novantanove individui su cento, del fatto che io non mi mischio alla gente e metto la mascherina se vado tra di loro, ma non sono ridicolo a metterla da solo o in auto, del fatto che circa 1300 decessi su oltre 33 milioni di abitanti in sto cazzo di Paese sotto i 50 anni non sono un'epidemia, anzi sono un numero ridicolo ed è più pericoloso, molto più pericoloso farsi un giro in macchina, e tante altre cose.<br />
<br />
Invece dopo cinquantasette giorni io non riesco a non pensare ai nostri vecchi.<br />
<br />
Guardavo sempre le enormi mani di mia nonna. Grandi e tremanti, forti e segnate dal tempo. Si sedeva a tavola dopo aver servito tutti e si incrociava le dita girando i pollici, accarezzandoli dolcemente. Una volta, una sola volta, le vidi pettinarsi i lunghi capelli bianchissimi per una volta sciolti dal perenne chignon e la trovai una cosa meravigliosa. Magra, magrissima, in sottoveste di seta bianca, ormai ben oltre gli 80, si pettinava innanzi lo specchio del suo bagno, luogo che io faticavo a frequentare reputandolo in un certo modo sacro.<br />
Nonna veniva da famiglia ricca e aveva l'ascensore che arrivava al piano a Torino. Si fermava e suonavo il campanello, mentre entrava nella cabina già l'odore inconfondibile del suo cibo, lei lentamente arrivava, girava più volte la chiave facendo rumore, apriva la porta in legno e mi abbracciava. Forte, molto forte per un tempo lunghissimo.<br />
<br />
Non riesco a togliermi da dentro le immagini di mia madre da vecchia. Il suo corpo disfatto, la sua infinita depressione, l'odore insopportabile delle sue mille sigarette, il suo bicchiere sempre pieno di vino bianco a qualsiasi ora del giorno, il suo accento torinese troppo forte mentre mi mi diceva "Ciao Fabi, come va gioia?", le sue macchie scure sul viso e sul corpo dovute a un fegato devastato, i suoi occhiali da vista sempre storti sul viso, il suo incedere lentissimo, tutto storto, spingendo il carrellino fin che le forze glielo hanno permesso.<br />
<br />
Ricordo ogni istante di mio padre ormai vecchio e malato di cancro, della mia adorata prozia mentre seduta come sempre si fumava l'ennesima Marlboro creando l'ennesimo maglione ai ferri per qualche nipote, i sorrisi, gli sguardi, le parole dei tanti vecchi nella casa di riposo dove mia madre è stata due mesi meno di un anno prima di andarsene, i loro "Buongiorno", "Buonasera", "Pinuccia è arrivato tuo figlio".<br />
<br />
Non riesco a non pensare come quelli che oggi sono ancora o sono stati i nostri vecchi, hanno costruito la nostra libertà dopo l'altra follia, quella devastante del fascismo e della guerra, costruendo quella cazzo di Costituzione che ho sempre creduto fosse la base della mia, mia personalissima libertà. Quei miei vecchi che hanno risparmiato per anni e anni e mi hanno lasciato qualcosa, pur non togliendosi ogni desiderio che io sono contento che abbiano soddisfatto, sempre senza eccessi da buoni piemontesi.<br />
<br />
Non ho cantato l'inno, non lo canterò mai per una nazione che non rispetto per quella che è ora. Una maledetta nazione che non ha protetto, come sempre, come ogni volta, i nostri vecchi, la nostra memoria, la nostra genesi. Non ho esposto ipocrite bandiere, non ho rotto i coglioni a nessuno, e continuerò a starmene per i cazzi miei con Elema lontano dal mondo, in qualche bosco o su qualche montagna, con la mente che se ne va a pensare ai miei vecchi.<br />
<br />
Ma ho cantato con lei Bella Ciao. E ogni volta mi viene il magone.<br />
<br />
<br />
BikerForEver<br />
<br />
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<br />FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-4706066467820540902020-04-21T10:07:00.001-07:002020-04-21T10:08:04.573-07:00BIKERFOREVERApro il pacco appena arrivato da Michele, primo editore, e osservo la copertina lucida verde, il bordo giallo, i grandi caratteri del titolo. Il mio nome la sopra. Lo faccio sfogliare fra le mani, per sentirne il rumore, e soprattutto l'odore. Ho trentasei anni, e mi sento appagato. Penso adesso in qualche modo il mondo forse si ricorderà in un minuscolo angolo di me.<br />
<br />
Ho quarantanove anni quando su ai Cappuccini a Torino facciamo le foto con Marco per la copertina del quinto, da me trascinato in questa storia dello scrivere e pubblicare. Ho cercato di lasciare a lui le parti tecniche per tenermi il racconto. E' il mio fine, il mio desiderio di arrivo. Quella foto che poi finisce sulla copertina di un libro a mio avviso bellissimo e gestito come peggio si poteva dall'editore nella sua poca, pochissima distribuzione, la trovo da subito vera e giusta.<br />
<br />
Adesso ne ho cinquantaquattro. Anzi mi mancano meno di tre settimane, ma io uso invecchiarmi ogni Capodanno, da sempre. Fuori piove, finalmente, per cui sono chiuso in casa come di rado avviene. Metto in ordine, sistemo cose, e mi torna in mente di quanto ho amato scrivere in questi anni. Che agli altri piaccia, che altri leggano, è del tutto irrilevante. Non voglio nè cerco consenso, nè amo la gente. Mi vanto della mia antipatia e asocialità, e qui oggi ce ne sarebbero da scrivere di cose. Che poi sono dette e ridette e diventano banali, per cui meglio non farlo.<br />
Esce fuori il libro scritto per anni e terminato qui nella nostra casa di campagna, ormai forse un anno fa. Lì in una busta, un solo lettore, lei, mai la ricerca di uno che lo pubblichi, mai la proposta a qualcuno. E' mio, forse gelosamente mio. E magari piace solo a me, che ne so cosa vogliono leggere gli altri, pochi, che leggono.<br />
<br />
Magari un giorno lo metto sul web, magari un giorno lo brucio, magari crepo e rimane lì pieno di polvere. Magari un giorno muovo il culo e vado proporlo. No, so già che tanto non lo faccio.<br />
<br />
Capitolo 4: ""...<i>omissis</i>...<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt; text-align: justify;">Continuo a chiedere
morfina tutta la notte, sono solo e piango.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sono tre giorni che mi
hanno operato, che sono rinato. Conosco la mia fisioterapista, finalmente. “Dai
mettiti seduto”. La guardo pensando che è scema. “Non ci penso neanche”. “Sono
tre giorni che ti hanno operato e non ti sei ancora alzato, quando pensi di
farlo?” Non resisto “Ma sei scema o cosa?” Sono SOLO tre giorni”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Mi tira su, mi gira e
accompagna le mie gambe giù dal letto. Le accompagna delicatamente piegandomi
le ginocchia lentamente, ho solo smorfie di dolore e dico solo “Piano, fai
piano!”. Ormai il mio mondo era sdraiato, seduto tutto appare diverso, strano,
mi sento in altissimo, ho le vertigini, mi viene da vomitare, svengo. Credo lei
mi prenda al volo, mi risveglio che sono nuovamente sdraiato. Tra me e me penso,
ma cosa pretende questa qua da uno con un femore a pezzi, pieno di morfina, con
una emorragia interna che quasi lo ha ucciso? La odio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">“Ciao oggi facciamo due
passi”. Un incubo, la mia fisioterapista è un incubo. Mi danno due stampelle
appena mi alzo svengo, di nuovo mi risveglio sdraiato nel letto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Luigi mi tiene
compagnia, va e viene dal balcone dove fuma in continuazione, anche sua moglie
mi parla, ma mi sento solo. Ho sempre in mente un verso di De André: quando si
muore, si muore soli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">La mancanza di sonno
continuo è durissima, le notti non passano, mai e poi mai.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">“Dai, oggi facciamo un
giro per il reparto”. Ormai sono rassegnato alle sue torture. Mi mettono su una
sedia a rotelle, la gamba tesa ed orizzontale, seduto ho già il vomito che mi
sale. Mi spingono in corridoio. “Dai alzati e va”. Mi alzo, le braccia tremano,
tutto gira, sposto avanti una stampella cerco di fare un piccolo passo, svengo.
Mi risveglio questa volta sulla sedia a rotelle. “Dai ci riproviamo ancora, su
alzati e vai”. Accanto ho due ragazzi muscolati pronti a prendermi. Due passi e
svengo. Svengo cinque volte e cinque volte mi fa ricominciare. La odio
profondamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Molte telefonate, molte
firme, ma alla fine una casa di cura vicino a casa mi ha preso. Trenta minuti
di distanza, e ne parlano anche bene. I barellieri staccano i freni del letto,
e partiamo. Guardo tutto, ogni dettaglio, ogni piccola cosa: il tavolino al mio
fianco, il tavolo spoglio, la seggiolina in ferro. La piccola TV lcd, le mie
poche cose. Guardo i muri, le pareti, il soffitto: nulla deve essere
dimenticato, nulla e per sempre. Ogni minuto, ogni insignificante gesto non va
dimenticato, ogni lacrima versata, ogni urlo, ogni parola. Gli occhi degli
infermieri e delle infermiere, l’accento ligure, le parole di Luigi che già è
tornato a casa, nulla, che io trovi la forza di non dimenticare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Usciamo dalla porta
scorrevole del Pronto Soccorso, c’è il sole e fa caldo: vedo l’azzurro del
cielo e il verde di un grande pino marittimo sopra di me. Sento l’odore e il
sapore dell’aria, sento i rumori della vita, le persone, le auto, gli uccelli
sopra, il mondo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Stringo forte il
braccio della barelliera, e lei capisce. Si ferma un istante prima di chiudermi
in ambulanza, mentre piango a singhiozzi.""<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">BikerForEver</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicpRr7jB40N7yEa37s9hjMANardA_zFgyN1fmdEdLW5QevgivqacjER4J3p2sER1enpJeAPYxUqkFmSDfIDTydARyGJvuWnhj_GaWcYO92ymPXwrRWyBR1KxLmof7FBUMIRHOZcUcdoQ/s1600/IMG_20200421_155224.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="904" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicpRr7jB40N7yEa37s9hjMANardA_zFgyN1fmdEdLW5QevgivqacjER4J3p2sER1enpJeAPYxUqkFmSDfIDTydARyGJvuWnhj_GaWcYO92ymPXwrRWyBR1KxLmof7FBUMIRHOZcUcdoQ/s640/IMG_20200421_155224.jpg" width="360" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1lfLw_0fjesaJP2-W-3TZjL-cVV7m7NiLpe0GF1FlURBDOzs1RO2brg9yqWWfDXTXfdr3l4h3U11SlNUeLCUQ5kTRSkI9aaAMuBw57GcjxYbdsZTcEN99wkOYDrsHwQaBux_Eh8PT5w/s1600/IMG_20200421_154123.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="904" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1lfLw_0fjesaJP2-W-3TZjL-cVV7m7NiLpe0GF1FlURBDOzs1RO2brg9yqWWfDXTXfdr3l4h3U11SlNUeLCUQ5kTRSkI9aaAMuBw57GcjxYbdsZTcEN99wkOYDrsHwQaBux_Eh8PT5w/s640/IMG_20200421_154123.jpg" width="360" /></a></div>
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<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-63168947311799237602020-04-16T11:20:00.001-07:002020-04-16T11:20:38.209-07:00KAGI TRADINGLo vedo per la prima volta nel 2002, se ricordo bene, al casello di Albisola, giù in Liguria. Dietro ho messo una bici come sempre, non si viene in Riviera senza.<br />
Questo ragazzo mite, un pò nerd, educato e cordiale, con gli occhiali da vista e nessuna concessione alla moda, mi piace da subito. Cristiano Raco, laureato in fisica e programmatore di sistemi. Una mente brillante, un immediata sensazione di familiarità.<br />
<br />
Nel 2012 quando mi dice che non ce la fa più, che la carrozzeria dopo la morte di suo papà è troppo impegnativa da portare avanti insieme al trading, a me cade il mondo addosso. Come potrò stare senza sentirlo su Skype ogni mattina?<br />
Dieci anni sono molti. Dieci anni a creare trading system per trovare un modo per fare i soldi per vivere sono molti di più. No anzi sono immensamente di più.<br />
Mai una lite, mai una discussione vera. Un fratello, il mio fratello mancato.<br />
<br />
Sono passati altri 8 anni, e non abbiamo mai smesso di sentirci. Non so nemmeno se ci siamo mai più visti da allora. Eppure per me rimane Cri, il mio fratello minore, quello con cui ci si sente tutte le mattine per parlare di Kagi e di sistemi.<br />
<br />
Entrambi separati, entrambi padri, entrambi segnati per aver sotterrato il proprio padre, entrambi innamorati della nostra scelta definitiva, entrambi pieni di casini, entrambi ex del trading.<br />
<br />
Questa sera mi sono messo sotto il gazebo con Elema in questa calda primavera, nel verde della nostra Ca' degli Ovi. Due bei calici pieni di bolle, un tagliere pieno di formaggi e salame, le nostre marmellate di verdure, la luna rossa e il tramonto. Mentre ascoltavamo le note tristi di una canzone di Ferretti, ho scritto a Cri, come tante volte faccio.<br />
<br />
Lui mi ha mandato una foto, "Noi a lavorare...", c'era scritto sotto. E mi sono commosso.<br />
<br />
Ho fatto oltre venti anni di corsi, ovunque, ho riposto a migliaia e migliaia di mail, e sempre la stessa domanda: Ma dopo?<br />
<br />
Due lauree, due vite da trader, due vite come tante. Dopo solamente questo e nient'altro, la terra. Mi spiace, ma penso proprio che noi siamo avanti anni luce a voi. Non sai che gioia mi hai dato Cristiano, ci vediamo presto appena ci fanno uscire di casa. Ma questa volta davvero.<br />
<br />
<br />
BikerForEver<br />
<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEEe3yE-VAyZD_v9os3b5CaVnyRY6fC9RZzOwnHS6r2shV6HtusjY8K9GUV_HYMeZxCuht1wy4PzzK8-si83qcL41dWj6qT_KS50GLA7ynIVOHhjuJSJaAa71o5mgSbBfLU31suZMfQw/s1600/IMG-20200408-WA0013.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEEe3yE-VAyZD_v9os3b5CaVnyRY6fC9RZzOwnHS6r2shV6HtusjY8K9GUV_HYMeZxCuht1wy4PzzK8-si83qcL41dWj6qT_KS50GLA7ynIVOHhjuJSJaAa71o5mgSbBfLU31suZMfQw/s640/IMG-20200408-WA0013.jpg" width="480" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZOsddkYJ4X1E9SFWRjnrMgs23sEket8R1erWtyqNHlQmQWjXEK164IMpB4CKvn9YGl-R8w-8QPMdUgpYUVMHB18Gvmb9hvdXqflY8kfkSjKtZKjXODxLXrH7nrcxpOt7aXfPq_7EQuA/s1600/IMG_20190825_194931.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZOsddkYJ4X1E9SFWRjnrMgs23sEket8R1erWtyqNHlQmQWjXEK164IMpB4CKvn9YGl-R8w-8QPMdUgpYUVMHB18Gvmb9hvdXqflY8kfkSjKtZKjXODxLXrH7nrcxpOt7aXfPq_7EQuA/s640/IMG_20190825_194931.jpg" width="480" /></a></div>
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<br />FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-1968974711143001522020-03-17T12:50:00.002-07:002020-03-17T12:50:31.941-07:00VELENOCinquantaquattro. Cinquantaquattro.<br />
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Cinquantaquattro anni.<br />
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Non ho mai fatto un giorno di taglia a scuola. No, dico uno. Mai.<br />
Non mi sono mai drogato, nemmeno una cannetta, un pastiglietta, una striscina bianca. Mai.<br />
Non faccio uso di farmaci, se non in condizioni gravissime. Entro in farmacia raramente, e lo facevo quasi solo per mia madre malata.<br />
Non ho mai rubato nulla, pagando ogni cosa che ho comprato.<br />
Mangio in maniera corretta, sempre. Faccio colazione da oltre quarant'anni con uno yogurt, muesli, due fette biscottate con marmellata, una tazza di té e un biscotto. Sempre.<br />
Peso tra i 64 e i 66 chili da una vita. Sono stato più magro in ospedale malato, fine.<br />
Non vado mai dal medico, non vado al Pronto Soccorso che in ambulanza, ovvero se mi sono fatto davvero male e sono un codice rosso.<br />
Non abuso mai di integratori nonostante faccia sport seriamente, tanto che mi sento un Atleta, con la A maiuscola anche se non ho mai vinto un cazzo. I sali nella borraccia, qualche aminoacido ramificato ogni tanto, poi solo cose naturali.<br />
Due anni fa con la mia compagna, Elema, mi sono trasferito in mezzo alla campagna, per un progetto di vita sana, in autoproduzione il più possibile, coltivando frutta e verdure, allevando oche e galline, per un mondo che torni ai genti lenti di un tempo e sia migliore.<br />
Faccio sport, diversi sport, da sempre. Mi alleno seriamente da ventisette, dico ventisette anni, senza mai eccedere, plasmando un corpo grasso e flaccido in qualcosa che possa almeno vagamente dirsi atletico. Esco 5 volte a settimana, che piova, ci sia il sole, nevichi o che so io.<br />
Non getto immondizie, mai. A volte, e più Elema di me, raccogliamo quelle degli altri. Faccio la raccolta differenziata sempre, e vado in discarica a scaricare il resto, non lo getto nei boschi.<br />
Cerco da tredici anni di migliorare me stesso, umilmente, con l'aiuto di una psico terapeuta, per aiutarmi capire i mie genitori, i miei figli, e il resto del mondo.<br />
Pago ogni mio errore sempre, e sempre carissimo. E anche quando non sbaglio, ogni mia scelta ha costi alti, che io pago sempre e da sempre solo con la fatica del mio lavoro.<br />
<br />
E oggi, in quella che giudico essere la Terza Guerra Mondiale, quella scatenata non dalle armi ma dalla malattia, se esco in campagna a pedalare due ore come sempre con Elema, ridendo e scherzando, senza mai eccedere, ma per una ragione, una scelta di vita fatta di salute e costanza e disciplina e mai, MAI, di eccessi, devo farlo di nascosto per non essere insultato e giudicato da voi?<br />
Voi che.<br />
Voi che odiate l'Italia e gli Italiani e adesso cantate l'inno sul balcone.<br />
Voi che fumate e sviluppate quindi patologie che andranno a pesare sui nostri ospedali.<br />
Voi che vi abbuffate di cibo di merda e siete grassi, obesi, malati, patologici, depressi.<br />
Voi giudicate gli altri e sputate sentenze dall'alto della vostra ignoranza, senza mai conoscere, leggere, capire, pensare.<br />
Voi che gettate immondizia ovunque e ve ne fottete della natura.<br />
Voi che avete schifo di mettere le mani nella terra o di spalare la merda degli animali, per poi andare al supermercato a comprare tutto nella plastica.<br />
Voi che odiate i diversi, gli immigrati, chi fugge e poi appena vi cagate sotto due righe siete i primi a scappare.<br />
Voi che "quando c'era lui" e adesso assaggiate il sapore amaro della privazione della libertà personale e manco capite.<br />
Voi che vi ammassate negli ospedali, nei Pronto Soccorso, dai medici, anche se non avete nulla e solo perchè avete bisogno di attenzioni.<br />
Voi che fate la famiglia del Mulino Bianco e poi andate a puttane, oppure sbavate per farvi la collega d'ufficio di nascosto.<br />
Voi che fate sport solo per farvi vedere, e non sapete avere uno stile di vita sano e corretto per scelta.<br />
Voi che vi ammassate sui social e vi nascondete dietro una tastiera.<br />
Voi, tutti voi e tutti gli altri voi che non ho più voglia di scrivere.<br />
<br />
Che la malattia vi porti via da questo mondo e ripulisca la morale. Per il bene di chi resta.<br />
<br />
BikerForEver<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB-kIBrmmycZKtuC52AFBk7H0fPA-tnBaghTmrATvys-gCDp0QHz59K_Q8NtMkFdJzvxVSfdbahLjultYpZNwQB12RxDK9ZbcNR13FWU_cjJFGE2DKdo9DeoBzuFeNUYxI1uGs_SvExw/s1600/IMG_20200317_090152.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="904" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB-kIBrmmycZKtuC52AFBk7H0fPA-tnBaghTmrATvys-gCDp0QHz59K_Q8NtMkFdJzvxVSfdbahLjultYpZNwQB12RxDK9ZbcNR13FWU_cjJFGE2DKdo9DeoBzuFeNUYxI1uGs_SvExw/s640/IMG_20200317_090152.jpg" width="360" /></a></div>
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<br />FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-16855167039555768782020-03-10T13:18:00.001-07:002020-03-10T13:18:20.956-07:00PAMPHLETHo rotto gli occhiali da vista. Tre giorni fa li ho rotti e sto usando quelli di Elema, con cui vedo tutto sfuocato. Allora scendo a Valenza oggi e vado da due ottici per capire cosa spendo. Qua sono vacche magre, b&b vuoto e solo disdette ovunque, la piccola snc che amministro e mi permette di pagare i salatissimi alimenti sull'orlo del collasso, chiuderemo settimana prossima, e quindi i soldi devono essere contati,<br />
La nostra Ca' degli Ovi lontano dal mondo e dalla gente, tra animali e orti, mi tiene lontano da tutto. Pochissima gente sul corso, aria di peste in giro. Entro nel negozio e mi fermano, aiuto c'è già una persona dentro, loro con guanti e mascherine fanno entrare un solo cliente per volta. Penso ci sono tre persone in giro e proprio qua dovevo trovarne una. Vabbeh, aspettiamo.<br />
Mi dicono che non possono farmi gli occhiali perchè chiuderanno a brevissimo, forse domani. Devo rimanere cieco, non leggere notizie, non vedere il mio cellulare per comunicare con i miei figli che non posso e non voglio vedere per la nostra sicurezza.<br />
Guardo le due commesse del negozio e mi viene pena. La mascherina serve solo se sei malato per non infettare gli altri ,a loro le mettono manco fossero appestate, si potrebbe stare in due nel negozio e anche di più, basta stare a un paio di metri di distanza. Ma no, qua è scoppiata la psicosi e quindi chiudiamo tutto, scappiamo da tutto.<br />
<br />
Mentre mestamente vado a comprare il mangime per le galline, dove grazie a dio mi fa entrare senza paranoie, guardo la coda delle persone fuori dall'Esselunga, carrello in mano, perchè si entra uno alla volta.<br />
Non reggo, e scrivo sul post di un amico dove un coglione di turno vorrebbe il penale per chi è uscito in bici, quanto segue:<br />
"Io vorrei fosse penalmente perseguito da sempre chi fuma, chi si fa, chi va dal medico continuamente, chi intasa inutilmente i Pronto Soccorso con codici bianchi e verdi, chi mangia in giro senza pensare alla salute, chi è sovrappeso, chi sta a fare aperitivi e after schifosi, chi inquina la campagna , i boschi e le montagne di immondizie gettate a terra, chi non porta i rifiuti in discarica, chi non fa sport e quindi ha pessima salute che Noi sportivi paghiamo nelle loro cure con le nostre tasse". E potrei andare avanti per pagine e pagine.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLohWai2LY8P4Odm52E4Ur4-VQTsgIG6Zag6wdSidktxE0zzqTEtAmEdvRTocCFEpIdJ6i8gB7GEoHk-upaijY4xRgXEu1A5N-acm_65YtQvodLEOYdqOrjfsQShTsppD-P3NCq8d9Zg/s1600/89355343_245214299826986_1608545323427299328_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="271" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLohWai2LY8P4Odm52E4Ur4-VQTsgIG6Zag6wdSidktxE0zzqTEtAmEdvRTocCFEpIdJ6i8gB7GEoHk-upaijY4xRgXEu1A5N-acm_65YtQvodLEOYdqOrjfsQShTsppD-P3NCq8d9Zg/s640/89355343_245214299826986_1608545323427299328_n.jpg" width="360" /></a></div>
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Elema cucina la nostra cena mentre io preparo il solito aperitivo casalingo. Noi facciamo come sempre. E come sempre bevo un liquore fatto a mano dalle mie mani mentre scrivo. Dicevo, mentre prepara le dico "sai quando mi sono rotto il femore nel 2012? Dopo 9 o 12 o chi si ricorda giorni mi mandarono al Trompone, arrivai e c'erano mia madre e mio padre ad aspettami che non vedevo dal giorno dell'incidente. Lei era sbronza come al solito, le gambe belle larghe per tenersi in equilibrio. Dopo che mi portarono i camera e mi misi nel letto da solo, ripeto da solo, sotto morfina per i dolori devastanti, lei mi fece la morale mentre bella sbronza usciva a fumarsi l'ennesima sigaretta, Le ho voluto un bene infinito, ma diceva a me che la dovevo smettere con la bici e le cose da ragazzino mentre si avvelenava e segnava una sua vecchiaia devastante, a totale carico del sistema sanitario nazionale."<br />
<br />
Ignoranti e ipocriti, tutti. Ripeto tutti. Quelli che danno dei coglioni a chi ci governa e poi adesso ne seguono le regole (interpretate alla cazzo oltretutto), quelli che fanno la morale e poi escono a fumare, quelli che mi rompono i coglioni e poi pubblicano l'ennesimo fake, quelli che giudicano senza ammettere i loro peggiori errori, Quelli che si mettono la mascherina ma svuotano il Supermercato così loro, solo loro, non restano senza provviste e chissenefrega degli altri, Quelli che vanno al bar in macchina a trecento metri da casa e poi mi dicono che se sudo due ore abbasso le difese immunitarie.<br />
<br />E detto fuori dai denti, senza giri di parole, come sempre ho fatto, quelli che non hanno avuto e non avranno mai i coglioni di fare le nostre scelte, di spaccarsi la schiena a tirar su la merda delle galline e coltivare verdure e frutta, per un mondo migliore che ne sbatte il cazzo della quinoa o del tofu, ma anche delle serate e dei centri commerciali. E che adora quello che fa, e che tratta piante e animali come se fossero i suoi figli, anzi un pò meglio visto che non rompono mai i coglioni.<br />
<br />
Buon divertimento, ci vediamo nel mondo fallito che avrete creato e voluto.<br />
<br />
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BikerForEverFabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-29962218564405499492020-02-20T11:07:00.000-08:002020-02-20T11:54:54.990-08:00LA CASSETTA DI VIMINISto liberando l'appartamento dove viveva la mia mamma. Sono freddo e spietato come sempre, io non ho sentimenti per le cose, mi metto da parte quei pochi ricordi da tenere nel tempo, gli occhiali da vista, la sua sciarpa, un vestito, altre pochezze, e vado avanti. Lei si era circondata tutta la vita di una infinità di oggetti appartenuti a ogni parente che se ne andava e di altri comprati ovunque e ricordo di ogni momento della sua esistenza, e sapeva benissimo che io sono diverso. "Appena sarò morta Fabi si vende tutto", lo diceva sempre. Perchè per me quel circondarsi di cose di altri, di ricordi, di oggetti inneggianti a vite altrui ormai finite, era la sua condanna, la gabbia che le impediva di spiegare le ali e prendere quel volo che invece affogava nei suoi infiniti bicchieri.<br />
<br />
Apro un ripostiglio vicino al bagno, dove ci sono i prodotti per la pulizia, gli stracci, insomma tutta roba da buttare, e noto su in alto una cassetta di vimini manco piccola. La guardo e non la ricordo, mi chiedo questa scatola da dove diavolo venga.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYDVUSkVn_gJyh475kRuP61Mt8pobc7ks5dar_KNfc2ZQnGIc9rCtD5jjaRKnGvs2MoIp0UmDvjxkCrJVl01r0vFC0qRP8ZVjeyjAqbT8bCBe9rRKBUheNsp9nHwJu9wu9zXLA-Knf8Q/s1600/IMG_20200220_194113.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="904" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYDVUSkVn_gJyh475kRuP61Mt8pobc7ks5dar_KNfc2ZQnGIc9rCtD5jjaRKnGvs2MoIp0UmDvjxkCrJVl01r0vFC0qRP8ZVjeyjAqbT8bCBe9rRKBUheNsp9nHwJu9wu9zXLA-Knf8Q/s640/IMG_20200220_194113.jpg" width="360" /></a></div>
<br />
<br />
La tiro giù con cautela, pesa un sacco. La poso per terra sul parquet di casa, mi seggo a fianco e la apro. Stento a credere a quello che vedo.<br />
<br />
Per anni, per decenni, potrei dire per tutta la vita, mia madre ha messo via ogni ricordo che mi potesse appartenere nel cuore. Ci sono le foto fin da bambini dei miei bisnonni, dei miei nonni, di mamma e papà, le mie, degli zii scomparsi 70/80 anni fa, le mie pagelle, le mie foto della laurea, una serie di cose senza valore ma preziosissime, che partono dalla fine dell'800 e si fermano alla morte di mio padre.<br />
Stento a trattenere il magone, specialmente quando trovo un biglietto scritto a mano da lei quando ancora il tremore del Parkinson non le aveva tolto anche il piacere della scrittura, che mi racconta delle gare di bellezza con i cani di uno zio morto nel 1950.<br />
Tolgo cose e trovo un libro di poesie scritto da mio papà a 18 anni, poi addirittura un piccolo romanzo, lettere d'amore e ogni altra cosa che lei giudicò essere appartenuta all'affetto più intimo di ogni persona della nostra famiglia.<br />
<br />
"Cosa mi hai combinato mamma, mi hai fregato ancora, questa proprio non me la aspettavo". Non riesco a non parlare, a non dirlo.<br />
Non esiste argento, gioiello, pezzo d'arte prezioso e unico che possa valere una di queste infinite foto, uno di questi incredibili ricordi.<br />
Prendo su due foto che trovo bellissime, anche se ne potrei selezionare a centinaia di meravigliose, una che ritrae in una scena domestica qualsiasi mio bisnonno con mia nonna e mio padre bambino di una spontaneità favolosa, e una che ritrae mio nonno con mia nonna e sua sorella nella neve, in montagna, negli anni '30, gli sci piantati nella neve, un'aria di felicità serena, contenuta, senza eccessi.<br />
Semplicemente scene di vita.Una vita che sa forte di montagna.<br />
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Sono freddo e spietato, un commerciante di qualsiasi cosa, lo sapevi bene mamma e hai fatto in modo da lasciarmi qualcosa che mi fermasse. La cassetta adesso è qua a Monte, stai serena, la custodiremo come il bene più prezioso che ci hai lasciato. Non sai quanto mi ha reso felice.<br />
<br />
Ciao<br />
<br />
<br />
BikerForEver<br />
<br />FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901879076240973116.post-40999021732133024082020-02-10T11:58:00.001-08:002020-02-10T12:12:27.700-08:00TUTINE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbOmM5ZrDSW9rLi2P0N4uD4-_KvfkrnRFnqsWcl_4butLfF2ymdUBClQT-BUo5_EpUeRA8D7RYCt7cJxjG5x7LbwW3T4SUR6GfI1h3fmCNSzvJ-iQM7dD1c-WB5wV5i3cNAHhBnUKxgg/s1600/Screenshot_20200131-220151.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbOmM5ZrDSW9rLi2P0N4uD4-_KvfkrnRFnqsWcl_4butLfF2ymdUBClQT-BUo5_EpUeRA8D7RYCt7cJxjG5x7LbwW3T4SUR6GfI1h3fmCNSzvJ-iQM7dD1c-WB5wV5i3cNAHhBnUKxgg/s640/Screenshot_20200131-220151.png" width="360" /></a></div>
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Una foto a tradimento, mentre bevo una Coca, rigorosamente zero, appena conclusa la Marciagranparadiso a skating del venerdì, che ho corso in tutte le sue edizioni. Io vedo un vecchio, brizzolato, la testa oblunga come da giovane non avevo, gli occhiali da presbite per vedere il cellulare, la vena sulla fronte gonfia, la tutina da fondo, la mia medaglia del 69esimo posto inutile come sempre al collo.<br />
Cinquantaquattro primavere quest'anno e ancora sto lì a correre. Prendo i numeri e i pacchi gara, la mattina prima di andare in griglia ho le solite diarree isteriche, mi massacro a volte per ore con battiti al limite della soglia in media, che vuol dire in termini comuni andare alla canna del gas sempre. Per arrivare lontano da qualsiasi podio nella stragrande maggioranza dei casi, o diciamo più onestamente praticamente sempre, nonostante le categorie, nonostante molti mollino, nonostante continui ad allenarmi non meno di cinque volte ogni santa settimana dell'anno.<br />
L'amatore del merdesimo posto, ovvero io.<br />
<br />
Corro, faccio gare insomma, in troppe discipline e lo so benissimo. La Mtb in tutte le sue sfumature, dal cross country alle infinite corse a tappe, lo sci di fondo, a skating e a classico, il winter triathlon, il duathlon cross, gli infiniti trail run, o sky race che si vogliano chiamare. Impossibile andare bene, e lo faccio anche per questo, perchè odio l'ansia prestazionale. Eppure mettermi alla prova a fianco degli altri, mettermi in gioco, tirare fuori tutto me stesso come solo con il numero addosso si può fare, continua a piacermi. E molto.<br />
Come diceva un vecchio amico "io non vado in bici, io corro", e lo diceva a ogni giro con gli amici, anche se poi gare ne faceva poche.<br />
Un atteggiamento, uno stile di vita. Dare sempre tutto, impegnarsi come fosse la prima volta, non pensare al trascorrere degli anni, sapere accantonare i mali della vita.<br />
<br />
Qualche settimana fa, in un post che ha scatenato il solito "al rogo, al rogo" mediatico verso questo povero vecchio che ancora va in giro in tutina, uno dei tanti dementi da tastiera ha scritto come si vede qua sotto.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimIz47Br3Z-Z97-jwhiwYW2Vv6pbjKjX8By9HpP4WJTgZ7IOOUiyNdShPYhZKXswZDfxBikjWYSRd8P6nhB4izjZOrGz3OdsSiH_M9CNaiSw2v-C2SbpbhZFKW9yOT-os9pWynR9fmpQ/s1600/Image1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="140" data-original-width="465" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimIz47Br3Z-Z97-jwhiwYW2Vv6pbjKjX8By9HpP4WJTgZ7IOOUiyNdShPYhZKXswZDfxBikjWYSRd8P6nhB4izjZOrGz3OdsSiH_M9CNaiSw2v-C2SbpbhZFKW9yOT-os9pWynR9fmpQ/s640/Image1.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
A parte che non sopporto che lo si chiami Faber, nell'anno passato ho fatto 22 gare su 267 volte che sono uscito a fare qualcosa. Pedalare, correre, sciare, salire su qualche montagna. Eppure questo basta a scatenare il giudizio, a far scrivere al coglione di turno che ho qualche problema.<br />
Problemi che sinceramente fossero questi ne sarei anche orgoglioso.<br />
<br />
Inadeguato, merdesimo, sempre in discipline che mi imbarazzano, sempre dietro, sempre non pronto. Se sapete leggere bene, si legge felice. Anzi felici, visto che siamo in due.<br />
<br />
<br />
BikerForEver<br />
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<br />FabriBikerhttp://www.blogger.com/profile/18084264128241674151noreply@blogger.com0