martedì 25 settembre 2018

DEL TERRITORIO E DELLA PRESENZA

Sento sempre lamentele sui costi delle trasferte e delle gare, sui chilometri da fare, sui percorsi spesso deludenti, sulle code e sulle organizzazioni mediocri.
Da un pò ho smesso di andare in giro a correre, facendolo solo una o due volte l'anno quando davvero ne vale la pena per qualcosa di unico, come è stato quest'anno per la Cape Epic.
Per il resto mi piace assai di più starmene qua vicino a casa, senza tanta strada da fare con la macchina, senza tante spese o notti fuori. Ma quasi sempre si tratta comunque di andare nel cuneese o nel torinese, dove si concentra la maggior parte degli eventi.

Come fare quindi a non partecipare a una serie di eventi a due passi da casa, luoghi addirittura raggiungibili in bici per fare un pò di riscaldamento. Finalmente la possibilità di vedere il Monferrato tingersi di bikers, per disputare gare che veramente non hanno nulla da invidiare con quelle assai più esotiche e blasonate.

Dopo la "nostra" Monsterrato, la magnifica gravel non competitiva che è passata addirittura da casa nostra, ho potuto correre con Elema due Fast Race organizzate benissimo, con l'adrenalina che correva a fiumi per i porfidi e i gradini stretti dai muri delle case di San Salvatore e Vignale, ed anche la granfondo Colli del Monferrato su a Camino, con uno dei percorsi più tecnici e divertenti dell'anno, che ha fatto gioire come di rado avviene tutti i partecipanti.

Questi eventi sono faticosi da organizzare, ci vuole voglia, dedizione, passione e sacrificio. Ma è solo grazie alle persone che trovano questa voglia che la gente può venire su questa fantastiche colline e goderne in pieno, dai single track nei boschi ai centri storici dei piccoli borghi illuminati la notte, dai ristoranti della tradizione ai pub più accattivanti, dalle tracce tra vigne e noccioli ai sentieri nei boschi di acacie.
Queste persone che si sbattono come pochi vanno ringraziate, perchè tutto è stato fatto nel migliore dei modi, e con la passione dentro. Amici come Luca Zuccotti, Gianluca Toscano, i gemelli Catino e Stefano Davite, come Vittorio Paggio e il suo gruppo degli Angry Wheels, e tutti gli altri che con loro hanno lavorato, sono nomi che la gente deve conoscere. E ringraziare.

E ringraziare queste persone che tracciano i percorsi e ci permettono di correre e fare quello che amiamo con le nostre bici, vuole dire anche onorarli della nostra presenza. Perchè puoi parlare quanto vuoi, ma l'unico vero e concreto modo per gratificare chi organizza qualcosa è parteciparvi. Apri il portafoglio, paghi la tua iscrizione, corri, e capisci quanto si sono impegnati. A provare i percorsi e poi stare a casa, a fare centinaia di chilometri per spendere fortune per eventi commerciali attratti dal nome dei luoghi, dalle Dolomiti in giù, non si fa del bene alla terra dove si vive.

Per questo, e non di certo solo per questo, visto che mi piacevano, avevo voglia e mi sono divertito come poche altre volte, ho corso quattro volte in 3 settimane a due passi da dove ho deciso di invecchiare. E chi ha mancato qualche evento, mi creda, ha solo perso un 'occasione per passare qualche ora nel migliore dei modi.


BikerForEver











martedì 4 settembre 2018

IL MALABROCCA

Attorno le colline morbide del Monferrato. Il verde che si mischia con il giallo paglierino.
I noccioli, le vigne, i campi di grano ormai raccolti che mostrano la loro ricca terra marrone, a volte i boschi e l'erba, la soia, i girasoli ormai bruciati dal calore dell'estate, anche gli ulivi.
Il mondo che mi ha accolto, e dove si è trasferito il mio cuore.

In mezzo le strade bianche, tante, infinite, la ghiaia grossa per limitare la morsa del fango argilloso di questi colli. E le strisce nere delle vie asfaltate.

La nostra casa, mia e di Elema, quella Ca' degli Ovi dove abbiamo gettato ogni nostra energia, ogni nostra volontà, quella terra da cui estrarre i frutti per una vita migliore, e più serena. L'orto, gli alberi da frutta, i fichi d'india, la stalla, i prati.

E il gravel, le nostre bici che sembrano da corsa ma hanno ruote tassellate per solcare quella ghiaia, senza però perdersi nell'affanno quando trovano il bitume. Un modo di andare per colli, campi e boschi che pratichiamo da tempo, da quando abbiamo provato a uscire dalle gimcane del ciclocross per correre i lunghi inverni in queste terre.



La Monsterrato Strade Bianche, la corsa di casa nostra, di più la corsa che siamo riusciti a far fermare proprio nella nostra casa nel primo ristoro, grazie all'accoglienza degli organizzatori, quel modo di pedalare a lungo senza classifiche o giudizi, senza podi e premi, ma in modo organizzato, ordinato, ognuno secondo la propria voglia, i propri mezzi, la propria capacità.
Un evento che ha triplicato i partenti dall'anno precedente, così da avere sempre più compagni di avventura attorno.
Quest'anno ho salutato Elema al 100simo kilometro, a Vignale, per proseguire verso altri bellissimi colli per farne 140. Con 2000 metri di dislivello, cosa che non è una passeggiatina, ma che fatta in questo modo rende in pieno il gusto della bici e delle strade di ghiaia.

Ogni percorso ha un nome, il lungo che ho finito dopo oltre sei ore si chiama il Malabrocca. Mai scelta è stata migliore.


BikerForEver