Quando ero bambino, ed ero parecchio grasso e sfigato, da buon figlio unico passavo per benestante e viziato. Ma in realtà a casa non era proprio un idillio famigliare, e tra fumo, alcool e urla il sottoscritto finiva sempre per sentirsi in colpa. Non devi essere certo un luminare della psicanalisi per capire che un bimbo che vede litigare di continuo i suoi genitori pensa che sia tutta colpa sua. Se poi ci si mette la questione che venivo sgridato e messo in punizione ogni due per tre, la frittata è fatta.
Questa storia del senso di colpa è diventato nel tempo il mio lineamento caratteriale principale, ma la fortuna ha voluto che si sviluppasse anche una sufficiente porzione di umiltà da accettare, già avanti con gli anni, di farmi oltre dieci anni di psicoterapia per capire e superare la struttura del mio senso di colpa. Non che ora non ci sia più, i giochi si son fatti i primi anni di vita e ormai non se ne esce, ma non ne sono più succube, lo gestisco, lo amministro e posso fare le mie scelte, libere, senza alcun rimorso. E ho imparato, e capito, a pagare il prezzo delle scelte senza colpevolizzarmi, sereno e cosciente.
Ora, il tema della colpa è diventato inaspettatamente di moda in questi ultimi due anni, quelli del virus che ci dovrebbe uccidere tutti, ed invece ammazza quasi solamente poveri vecchi per lo più già malati. Qualcuno che sa bene cosa è il potere, e che ha studiato decisamente meglio degli altri come funziona il meschino gioco della colpa, è riuscito a creare nel pollaio la zizzania con grande maestria.
Nell'ordine cronologico che mi ricordo, e sono certo che perderò qualche pezzo perchè ormai sono un pò avanti con gli anni, la colpa dell'epidemia, è stata di questi soggetti:
1. Del paziente zero
2. Dei ciclisti
3. Dei runners
4. Di quelli che andavano da soli in un bosco o in una spiaggia deserta (li associo per follia)
5. Dei giovani in vacanza
6. Degli italiani che andavano in vacanza col bonus vacanze per andare in vacanza
7. Di quelli senza mascherina all'aperto
8. Dei ristoratori e dei loro clienti che non potevano andare a ristorante in zona rossa e multicolor
9. Di chi va in palestra o in piscina, che erano chiuse per le zone rosse e multicolor
10. Degli sciatori con le piste da sci chiuse
11. Di chi festeggia la Nazionale in piazza
12. Di chi non si vaccina con la prima dose
13. Di chi non si vaccina con la seconda dose
14. Di chi non ha il greenpass, ma se lo fa dare ogni 48 ore facendosi il tampone
15. (in futuro) Sarà di chi non fa la terza dose perchè ha capito il gioco a cui stanno giocando.
Nello scannarsi della gente attaccando via via una o l'altra categoria di supposti untori (ah, ho dimenticato, la colpa è stata anche dei bambini a scuola), gente comandata come in un teatrino di burattini siciliani dai fili tenuti nelle forti e grandi mani di chi sta orchestrando questo capolavoro di rivoluzione socio/economico/culturale, ben pochi, quasi nessuno potrei dire (ma non sono informatissimo quindi non esagero) ha considerato che qua di colpa non ce n'è nel popolo, nella gente comune, insomma in quella fetta che trova modo di campare in qualche modo a sto mondo e che rappresenta direi almeno il 95% degli abitanti del pianeta.
Insomma, qua il maiuscolo serve perchè va gridato, NON E' COLPA NOSTRA O VOSTRA. Non c'è l'untore, il colpevole, lo sciagurato. C'è semplicemente un grande orchestratore, che sembra tanto ispirato dal modello che da sempre la stessa gente che ora si scanna criticava pesantemente, ovvero quello cinese. Si chiama controllo e la sua compagna si chiama ubbidienza.
Controllo e ubbidienza. Ubbidienza e controllo. E il burattinaio è stato talmente abile a tirare i suoi fili che ora direi che si potrebbe chiamare anche autocontrollo e autoubbidienza. Gente che controlla altra gente, e gente che ubbidisce o chiede che la si faccia ubbidire. Tutti sotto il grande cappello della colpa, del Grande Senso di Colpa.
Io per prima cosa urlo ogni giorno contro la democrazia di questo Paese che se ne va. Urlo per la libertà sempre maggiormente ridotta. Urlo per una Costituzione continuamente violentata. Urlo e mi rassegno davanti a qualcosa di immensamente più forte di me, ma che ha vinto. L'era del Controllo e dell'Ubbidienza è arrivata.
Peccato che quasi nessuno provi a fare sinceramente, approfonditamente, umilmente, mettendosi realmente in gioco, una decina d'anni di psicoterapia. O anche venti, o forse trenta che è meglio.
Io non ho più sensi inutili di colpa, è da un pò che sono veramente libero. Vi regalo la vostra ubbidienza al controllo, io come nella scena finale del film che più ho amato, lascio a voi la vittoria, ma almeno non sarò vostro complice.
BikerForEver