Siamo rintanati come superstiti accanto all'unica stufa del Rifugio Sogno di Bertzè.
Fuori diluvia, e fra poco sarà neve visto che siamo intorno allo zero quassù a oltre 2500 metri.
Abbiamo nelle gambe già oltre cinque ore di mountain bike con qualche migliaio di metri di dislivello.
Ci rivestiamo per andare al Rifugio Miserin, in mezzo il colle da scalare a oltre 2800.
Usciamo, si gela. Ci guardiamo e rientriamo.
Mi allontano un attimo e quando torno mi guardano tutti assieme.
"Abbiamo deciso, si scende sotto al diluvio a casa tua a Cogne, i soldi del pernottamento li investiamo in una cena come si deve a ristorante. Se domani smette facciamo un altro giro duro da Cogne".
L'ammutinamento.
Li guardo, sono contento: hanno scelto loro, se ci sdraiamo congelati nella discesa di oltre un'ora almeno questa volta non ho scelto io.
Dai 2000 metri del Cret hanno anche il coraggio di seguirmi sul sentiero tecnico e viscido che piomba sulle cascate di Lillaz.
Abbiamo tutti e cinque il sorriso stampato sulla faccia congelata.
Due giorni a ruote grasse, un centinaio di chilometri e forse 4000 metri di salita, poco importa. Freddo improvviso, sentieri tecnici, pancia sulla sella, pioggia, neve, mani congelate, autostima, troppe birre, genepy, abbracci tra di noi.
Tre volte c'era stato il sole. Era l'ora del maltempo.
Amici nuovi amici di sempre.
CicloAndrea, Angy, Zambo, Elema, io.
Grazie ragazzi, queste sono le cose che non si dimenticano.
BikerForEver
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