Organizzata male, gestita peggio, nemmeno un'idea di ristoro all'arrivo. Ho sete, ho fame.
Aspetto qualche minuto, poi non resisto e vado alla macchina a prendermi una barretta, sbranerei una fiorentina. Certo che non mettere un ristoro che sia uno in una gara da 1500+ e nemmeno un banana all'arrivo...pezzenti, penso.
Torno e la vedo. Una infermiera dell'ambulanza le sta pulendo l'avambraccio. Mi vede e sorride "uffa, sono caduta".
E' così magra, esile. Sembra fragile nella sua maglietta di leader gialla e nera. Poi la vedi sulla bici e cambia tutto, le braccia tendono i muscoli e lei in discesa passa dovunque. Non ha paura, non guarda niente e nessuno.
Mentre pedala fa paura da tanto è incazzata, appena si ferma si apre in un sorriso infinito.
Vederla due volte sul podio mi rende felice. E se non ci andasse, in fondo non avrebbe alcuna importanza.
Quel che conta è che sia una biker, una bikeressa.
BikeForEver
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