Corro giù e non vedo l'ora di vederla. La trovo dopo pochi tornanti, mi metto dietro e la seguo, perchè la devo, la voglio accompagnare sullo Chaberton. Non parla, insieme agli altri del gruppo, sale al ritmo del respiro pesante e dei battiti alti. Come faccio io, sempre, la miglior musica che ami ascoltare.
Parlo solo per dirle di andare sulla cima, quel grande piazzale sopra le torri del forte da cui si vede l'infinito fra le nuvole. Arriva, anzi arriviamo noi e gli altri, calpesta la neve, io mi volto a prendere il telefono per fare le foto.
Mi distraggo, poi la guardo e la vedo piangere. La abbraccio forte, lei piange e ride, era uno dei suoi sogni salire qua sopra, lo ha realizzato. Abbraccia le altre ragazze, sono così belle nella loro felicità di essere arrivate in cima, che sia la prima o la centesima volta. E' un luogo magico, unico, con un fascino profondo, al di là di una ascesa tutto sommato non difficile.
Mi sento appagato e contento, ma è la sua la felicità che conta. Non sta ferma un attimo, stiamo su a visitare i tunnel e le torri, piene della neve dell'inverno che qui si conserva tutto l'anno. Sono momenti che o li vivi o non puoi capirli. Valgono una vita intera, sono gli attimi di cui ti nutri nella noia del quotidiano, quelli che scaldano le serate grigie e buie degli inverni.
La discesa correndo, le risa e la felicità di tutti, sono il giusto epilogo a una giornata speciale. Sono stato fortunato, gli amici di questi lunghi trail, Manuel e Barbara, Riccardo e Patrizia, Stefania, hanno accettato l'invito a unirsi a noi per questa salita speciale, che Elema attendeva da così tanto tempo.
Vi abbraccio tutti, la montagna è la nostra anima.
BikerForEver
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