sabato 20 ottobre 2018

LA MAGIA DELL'INFERNO DANTESCO



Stiamo viaggiando in autostrada verso Frejus. Io, Elema e Luca, più tardi arriveranno Pier e Nico. Dovremmo pensare come far entrare 7 bici in un appartamento da cinque persone, ed invece la nostra chat continua a suonare di aggiornamenti sulla situazione meteo nel Sud della Francia. Hanno annullato tutte le prove della Roc di giovedì e stanno valutando se non annullare proprio tutto l'evento fino a domenica, mandando a casa oltre 20mila biker e gravellisti. Insomma un mare di gente che pedala fuoristrada.
L'alluvione ha creato danni enormi, e i sentieri sono torrenti in piena. Andiamo a prendere i numeri di gara preoccupati, ma ci dicono che domani si parte per la Marathon, anche se non si sa che percorso verrà fatto fare.



Sono quasi le 7 e mezza di mattina, è ancora buio e sono dietro le griglie che chiacchero con Nico che partirà dalla seconda vague. Sono rilassato, non sento per nulla la gara, però poi mi sorge il dubbio: ma non è che sono già partiti? Chiedo a una marshall "alesi alesi" mi dice facendomi correre mtb sopra la testa tra i biker, salto su pedalo a tutta e arrivo sulla linea di partenza che sono appena partiti. Un idiota.
Mi trovo ultimo in un mare di acqua, gente che cade ovunque, un girone dantesco. Esco dal prato, il bosco è una piscina, tutti fermi e io ancora qua dietro. Mi do seriamente del cretino.



Dopo quasi 6 ore, dopo credo una decina di guadi come mai avevo visto, acqua gelida alla vita, corrente che ti porta via e mtb in portage manco fossi su all'Invergneux, dopo discese di roccia coperte di acqua in piena, fango, pozze infinite, esco dalla clamorosa piscina nel bosco a un km dal traguardo alta fino alle ginocchia con un sorriso che non ci si crede. Mi sono divertito come poche altre volte, mi sento figo ad esserne uscito sano e salvo e sono pure esaltato, non me ne frega del tempo e della posizione pesantemente inficiati dall'idiozia in partenza, che ho bruciato la prima griglia con gli elite come un novellino, vedo Elema e la sua Ridley e la abbraccio felice, lei con la solita infinita pazienza mi ha aspettato in più punti per ricaricarmi il morale e farmi dimenticare i crampi.



Dopo una cena senza alcun ritegno e una notte serena, sono di nuovo qui, davanti alla chiamata in griglia con Nico, ma al mio fianco adesso c'è anche Ele. E' un pò meno buio, e l'alba lascia presagire una calda giornata di sole. Le nostre gravel in mezzo a tante altre, finalmente questo evento che aspettavamo da un anno, la gara della mia Elema e la mia da gregario, dove l'anno scorso avevo visto lo spettacolo entusiasmante della sua lotta per la vittoria, poi mancata senza togliere un grammo di felicità.
Entriamo nelle prime pozze e lei mi guarda con aria perplessa, ma poi è dopo la prima lunga salita che troviamo il primo guado e si mette a ridere, mentre lo attraversa e quasi scompare sotto l'acqua ghiacciata in piena.



Per oltre un'ora e mezza sta con noi anche Nico, lei davanti a dettare il ritmo, noi a seguirla e a metterci davanti nei piani a fare trenino. Poi lui decide di fermarsi a un ristoro e mollare credo un pò il ritmo, così rimaniamo soli nella nostra Roc Gravel. Non sappiamo in che posizione sia Elema, se sia prima o seconda, ma poco importa. Anche se senza ammazzarsi la vita, come lei ama dire, ha un passo oggi che è un martello, non un calo nonostante il terreno difficile, le tante salite, le discese così tecniche da mettere in crisi i biker esperti. Dopo un guado, mi guarda arrabbiata, la gomma posteriore si sta sgonfiando. Decido di provare a gonfiarla con la bomboletta di gas, e così ci fermeremo altre 4 volte, un minutino o poco più ogni volta, ma sarà la scelta azzeccata perchè la porterà alla fine.



Entriamo dopo oltre 3 ore e mezza, nell'ultima solita pozza, lei ride di gusto mentre pedala per 500 metri in quasi un metro d'acqua puzzolente, usciamo nel prato della Base Nature e facciamo l'ultimo interminabile chilometro in un fango nero che puzza da schifo e dove fatichi ad arrivare a 10 all'ora con il cuore fuori soglia. Cerco la sua mano, la trovo e sorridendo come non mai passiamo il traguardo della nostra Roc Gravel.

Ancora una volta siamo felici, ancora una volta la magia si è compiuta, in questa terra meravigliosa dove vengo da undici anni a festeggiare la fine della stagione. Siamo partiti da casa pensando di attraversare per due giorni un girone dantesco, invece alla fine abbiamo trovato il nostro paradiso.


BikerForEver







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