martedì 31 marzo 2015

DELL'AMICO E DELLE GARE

Ho corso tante volte ad Alassio. Con la pioggia e con il sole. Quasi sempre mi sono sentito abbastanza figo su quei trail tecnici e un pò di altri tempi, che fanno tanto "Trofeo Laigueglia", forse la gara più rimpianta da tutti.

E ci ho corso con Loca, che oggi ormai vedo solo davanti a una birra o nelle corse a tappe, visto che io il cross e la strada non li pratico, e lui la mtb la usa solo per i massacri.

Nel 2011 e 2012 andavamo forte, e prendevamo posizioni in Liguria non da ridere, tanto da partire con numeri bassissimi in griglia con gli elite. Poi il mondo per me è cambiato, ma anche nel 2013 e a ben vedere anche l'anno scorso non sono poi andato piano.

Loca ha un blog, dove tra le tante cose, c'è il dogma:

"Lunica cosa che conta non e' quello che trovi alla fine di una corsa o in quale posizione sei arrivato, ma quello che provi mentre corri !!!"

Ieri, sotto un sole caldo di primavera e su un tracciato in condizioni perfette, ho preso atto, definitivamente, che per me non ha più senso correre e guardare la classifica. Il livello medio è alto, tutti sono iper preparati, il mio motore è stanco, o forse solo invecchiato. Perchè qua nessuno cala la prestazione man mano che passano gli anni, in questo folle gioco del miglioramento eterno. Mentre io, che forse sono solo un pò più sfigato, o normale - che ne so - alla soglia dei 50 anni sto iniziando a peggiorare, ad esempio di 8 minuti ieri rispetto al 2014, su due ore e mezza di gara.

Normale, naturale, ma inaccettabile nel mondo perfetto dell'agonismo ad ogni costo.

Così penso a cosa è stato: i due giorni di sole, le risa e gli scherzi con Badi e Carmelo (grazie di tutto veramente), la cena piegato a ridere con Fede Manenti e Denis, la tensione della griglia in 700 persone, la gioia di provare a spingere con tutta la poca forza che si ha in corpo, l'adrenalina che scorre quando scendi forte sui sentieri a picco sul mare, i saluti e le pacche sulle spalle dei tanti amici di ruote grasse che ho rivisto, la sensazione di liberazione quando arrivi al traguardo dopo aver speso tutto quello che avevo da spendere.

Ha importanza la posizione? I minuti presi da questo o quell'altro?
Sinceramente non credo. Sinceramente non ho nemmeno guardato le classifiche, tanto non posso vincere nè nemmeno avere un piazzamento degno di nota.

Ho guardato le foto, e non vedo il Fabri che conoscevo. Manca qualcosa e so anche cosa sia, ma per il momento non lo so ancora trovare.

Ma credo ne valga ancora la pena, come scrive Loca, per quello che provi mentre corri.

Che resta meraviglioso.








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