lunedì 2 luglio 2012

UPHILL MANIAC

Mountainbiking è salire. E' salire per riempirsi di adrenalina nello scendere. Ma siccome a scalare ci vuole molto più tempo, e le discese durano lo spazio di un attimo, ho sempre pensato che sia soprattutto pedalare in salita.
Non sono mai riuscito a digerire i piani. Io che vivo nel piatto padano assoluto, ho sempre e solo desiderato pedalare in salita.

Pedalare tra le risaie in questi primi giorni di riavvicinamento al gesto, passata l'emozione del ritorno è diventato presto noioso. Cominciavo a cercare i cavalcavia dove mi scappavano i piedi dai pedali senza ganci, e dove tentavo di alzarmi in piedi come tanto amo quando la strada si impenna.

Per questo dopo una decina di giorni non ho resistito e ho rimesso i pedali a sgancio, e mi son messo le mie vecchie scarpe Specialized da MTB e sabato ho caricato la Niner in macchina. Sono andato a Trino deciso ad affrontare il Monferrato, un giro di quelli che mi bevevo in un attimo due mesi fa, ma che oggi era il traguardo sognato e che faceva paura.
Pontestura e poi su a Camino Castello, Isolengo, i saliscendi per arrivare a Gabiano, poi ancora su a Mombello fino a Zenevreto e ancora ripasso da Camino per tornare alla macchina.
Senza cardio, senza contare velocità, chilometri o dislivelli, la gamba che fa male in salita ma la gioia immensa di spingere, sudare, sentir salire il battito e riuscire ogni tanto alzarsi sui pedali.
Arrivo dopo oltre due ore stravolto alla macchina ma felice.


Domenica di riposo ciclistico e trasferimento a Bocca di Magra per una decina di giorni di mare, e ieri subito non resisto a provare salite un poco più lunghe e impegnative.
Esco dal paese e prendo per salire a Monte Marcello. E' tutto nuovo, non ero mai stato qui. Di colpo sono nella liguria che amo, pini e macchia, le cicale, i panorami, la terra e le rocce a lastra, non posso uscire dall'asfalto ma vorrei dentro prendere qualsiasi sentiero che vedo.
Prendo per Lerici, la strada sale e scende sempre in quota e poi si apre alla vista il golfo di Spezia, scendo a Lerici, giro sul lungomare e torno indietro.
Sbuffo, mi lascio sfregiare dagli stradisti che mi guardano superiori mentre arranco lento, ma spesso riesco a mettermi in piedi sulle rampe, e mi sento a casa. Finalmente a casa.
L'autonomia è ancora di due ore, altrimenti qua si strappa tutto. Ma che bello tornare nei boschi, sul mare, in salita...


Uphill Maniac!

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