Guardo il polso e leggo 6.15, non riesco ad accelerare, ma in fondo me ne frega poco.
Passo il traguardo mentre sento un "bravo Fabri" con la voce di Manuel e un metro dopo mi blocco come un cretino, piegato in due da questi crampi agli adduttori, muscoli che in bici nemmeno sai di avere. Due ragazze che ti mettono la medaglia di legno al collo davvero simpatica con su scritto "4 Chiese Trail Solo Per Caviglie Forti" mi parlano "vuoi che chiamiamo il medico?" Sorrido e le rassicuro "ma no un minuto e passano dai, sapeste le volte che li ho avuti", e lentamente mi tiro su e riprendo a camminare.
Mi volto e vedo Elema che mi viene incontro, ha corso il 13 km e quindi è arrivata prima di me che ho dovuto digerire un 20km per quasi 1500 di dislivello. Sorride, è serena, le chiedo solo "allora ti è piaciuto", lei seria "sì, molto".
Mi basta. Non volevo altro che vederle quello sguardo, sentire quelle parole. Ho messo un passo dietro l'altro, in salite ripide e discese tecniche piene di pietre per tre ore e mezza, senza pensare ad altro, "mi piace, mi piace quello che sto facendo".
Un nuovo mondo davanti a noi, finalmente. Un nuovo mondo da affiancare al pedale, proprio ora che è ora di mettere paraffina sotto gli sci stretti. In attesa che i prati tornino a fiorire, per tornare a correre.
BikerForEver
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