martedì 4 gennaio 2022

L'URLO DI MUNCH

 


L'anno sta per finire, sono a Sauze d'Oulx 4 notti per passare, come ogni anno, qualche giorno di vacanza con i miei 3 ragazzi. L'affitto della casa su a Cogne copre i costi e posso portarli dove lo sci di discesa regna sovrano. Io nel frattempo mi alleno col fondo, e tutto scorre benissimo.

Esco prima delle 9 questa mattina, per andare a prendergli un pò di pizza per il pranzo prima del solito pomeridiano sciistico (si sa gli adolescenti in vacanza amano dormire non poco), perchè ieri a mangiarla sul muretto (mi raccomando se non ha il supergreenpass non la mangi qua davanti) non è che sia stato il massimo. E poi si dice che si discriminano i negri solo a chiamarli così, che mondo ridicolo.

Mentre scendo la ripidissima e lunga via Clotes vedo la lunga processione degli sciatori di discesa, notoriamente in rari casi soggetti in forma, che salgono lentamente vestiti come non mai (e ci sono quasi 10 gradi), con gli scarponi ai piedi, il casco in testa, i bastoni in una mano e gli sci sulle spalle. Sono un mare, tutti a distanza di 3/4 metri l'uno dall'altro. Ansimano e sbuffano, l'attrezzatura è assai pesante.

Tutti quanti, dai non esagero, il 98% di loro, ha la sua bella mascherina, nonostante si sia all'aperto, in montagna, a debita distanza l'uno dall'altro. E siccome hanno un fiatone da paura, la mascherina gli entra nella bocca spalancata ad ogni respiro, evidenziando un soffocamento ridicolo, perfettamente in contrasto con quello che dovrebbero fare: una sana giornata a prendere aria buona, aria di montagna. Nel loro cercare avidamente ossigeno, nell'ansimare della respirazione, con quella mascherina azzurra che gli entra in gola e prende la forma di una bocca spalancata, sembrano tante riproduzioni di un quadro mai abbastanza famoso, l'Urlo di Munch. E mi pare certo, certissimo, che se il folle pittore norvegese potesse essere ancora tra noi lo avrei visto rotolarsi sull'asfalto fradicio a sbellicarsi dal ridere.

L'anno inizia e mi sposto a Cogne, per passare altri 4 o 5 giorni con l'unica persona al mondo che abbia preso l'ardua decisione di sopportarmi. Con mia somma stima e felicità. Dopo il nostro lungo allenamento con gli sci stretti su a Valnontey, risparmiata dall'ondata di caldo primaverile che ha investito le nostre Alpi nel passaggio d'anno, dove già ho visto cose che avrei preferito non vedere (devo ancora decidere se mi fanno ridere, piangere o perdere il controllo nervoso), quali gente che scia con la mascherina, gente che si cambia con la mascherina nel posteggio in assoluta solitudine, gente che perde la mascherina tenuta al polso sulla pista perfettamente battuta col rischio che il mio sci passandoci sopra si pianti e io mi capotti a pelle di leone, dicevo dopo la sciata risaliamo sul furgone e scendiamo verso casa a Cogne. A metà dei 3 km di viaggio, incontriamo un tipo che sale a piedi, camminando forte di ottimo passo sull'asfalto, la cui mascherina gli rientra totalmente in gola per l'affanno e rivedo nuovamente Munch e il suo spettacolare Urlo della disperazione.

Sebbene la mia stima nella "gente" fosse veramente ai minimi, ho sempre mantenuto la curiosità per la conoscenza dell'altro, il senso di accoglienza, il pensiero che ci si arricchisca a mischiare genti e razze. Ma oggi, che poco più di un raffreddore sta paralizzando nuovamente le menti del popolo, dopo due anni di prese per il culo da parte dei maledetti e colpevoli delinquenti che ci governano (a Roma e nel resto del Mondo), devo prendere tristemente atto che non c'è più alcuna speranza.

Perderò sicuramente il mio corpo sotto i colpi di durissime e assurde leggi dittatoriali, ma non vi venderò mai la mia mente, lucida e chiara quanto la follia di Munch mentre colorava una tela per sempre a simboleggiare il suo Urlo.


BikerForEver

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