lunedì 10 febbraio 2020
TUTINE
Una foto a tradimento, mentre bevo una Coca, rigorosamente zero, appena conclusa la Marciagranparadiso a skating del venerdì, che ho corso in tutte le sue edizioni. Io vedo un vecchio, brizzolato, la testa oblunga come da giovane non avevo, gli occhiali da presbite per vedere il cellulare, la vena sulla fronte gonfia, la tutina da fondo, la mia medaglia del 69esimo posto inutile come sempre al collo.
Cinquantaquattro primavere quest'anno e ancora sto lì a correre. Prendo i numeri e i pacchi gara, la mattina prima di andare in griglia ho le solite diarree isteriche, mi massacro a volte per ore con battiti al limite della soglia in media, che vuol dire in termini comuni andare alla canna del gas sempre. Per arrivare lontano da qualsiasi podio nella stragrande maggioranza dei casi, o diciamo più onestamente praticamente sempre, nonostante le categorie, nonostante molti mollino, nonostante continui ad allenarmi non meno di cinque volte ogni santa settimana dell'anno.
L'amatore del merdesimo posto, ovvero io.
Corro, faccio gare insomma, in troppe discipline e lo so benissimo. La Mtb in tutte le sue sfumature, dal cross country alle infinite corse a tappe, lo sci di fondo, a skating e a classico, il winter triathlon, il duathlon cross, gli infiniti trail run, o sky race che si vogliano chiamare. Impossibile andare bene, e lo faccio anche per questo, perchè odio l'ansia prestazionale. Eppure mettermi alla prova a fianco degli altri, mettermi in gioco, tirare fuori tutto me stesso come solo con il numero addosso si può fare, continua a piacermi. E molto.
Come diceva un vecchio amico "io non vado in bici, io corro", e lo diceva a ogni giro con gli amici, anche se poi gare ne faceva poche.
Un atteggiamento, uno stile di vita. Dare sempre tutto, impegnarsi come fosse la prima volta, non pensare al trascorrere degli anni, sapere accantonare i mali della vita.
Qualche settimana fa, in un post che ha scatenato il solito "al rogo, al rogo" mediatico verso questo povero vecchio che ancora va in giro in tutina, uno dei tanti dementi da tastiera ha scritto come si vede qua sotto.
A parte che non sopporto che lo si chiami Faber, nell'anno passato ho fatto 22 gare su 267 volte che sono uscito a fare qualcosa. Pedalare, correre, sciare, salire su qualche montagna. Eppure questo basta a scatenare il giudizio, a far scrivere al coglione di turno che ho qualche problema.
Problemi che sinceramente fossero questi ne sarei anche orgoglioso.
Inadeguato, merdesimo, sempre in discipline che mi imbarazzano, sempre dietro, sempre non pronto. Se sapete leggere bene, si legge felice. Anzi felici, visto che siamo in due.
BikerForEver
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