martedì 2 maggio 2017

IO MI IMPEGNO SEMPRE UN SACCO

Manco due ore sono passate ed ho già i crampi. Ma possibile che stia andando così oltre il mio ritmo? Non voglio calare, non voglio staccarmi dai biker che mi precedono, non voglio farmi passare da quelli che sento dietro di me.
Conosco questi posti a memoria, ogni pietra mi saluta. Nonostante si corra sulle mie Riverosse, ho provato il giro ben quattro volte. So tutto, in discesa sono un drago, in salita so esattamente ogni singolo sforzo che devo fare.
Eppure stando con Giorgio, amico e compagno di squadra, sono andato oltre e ho già i crampi.

Mi arrangio in qualche modo per salire verso l'M41, sul Ciobin che toglie ogni fiato devo spingere un pò la BMC perchè c'è altra gente a piedi, poi la discesa lunga del Galletto mi rende pure fratello dell'orgoglio.
Sulle tre gobbe asfaltate che portano a Gianadda i crampi mordono e mi contorco, poi sul sentiero delle capre le gambe si sciolgono un pò e riesco ad arrivare al traguardo di Curino senza più farmi passare.

Trovo Ele che oggi non ha corso ma ha sciallato per le Rive facendo foto, trovo amici, biker, gente. Aspetto Alby che poco dopo arriva, mi cambio alla macchina, mangiamo sotto il tendone brindando con il Bramaterra del pacco gara.
Insomma una bellissima domenica agonistica, come tante. Sorrisi e furore potrei dire.

Mi seggo a casa sul divano e guardo il mio giro su Strava della Granfondo Bramaterra. Che è anche prova della Coppa Piemonte, per Dio.
Tutto giallo, tutti PB, personal best.
Io come sempre mi sono impegnato un sacco, sono stanco morto e le gambe sono devastate dalle contratture dovute ai crampi.
Eppure guardo la classifica e mi sento una merda. Sì proprio una merda. Sono 171esimo assoluto e 20esimo degli M5, che non si dica che sono vecchi che M6 e 7 vanno ancora più forte.
Anche se magari a volte in discesa mi difendo, anche se ogni tanto qualche raggio di luce qua e là appare, di fatto non vado un cazzo. In salita non tengo le ruote degli amici, alla fine son sempre indietro, di almeno dieci minuti.
Mi impegno sempre un sacco, do l'anima e anche oltre, mi alleno, mi preparo, mi agito il giusto e poi resto sempre quello che sono. E il divertente è che sono più di venti anni che resto quello che sono e ogni volta vado convinto di diventare quello che non sarò mai.

Figo.


BikerForEver







2 commenti:

  1. Penso che il tuo pensiero è lo stesso che ha ognuno di noi alla fine di ogni gara, non siamo mai contenti dei nostri risultati, ci mortifichiamo perché siamo convinti di meritare di più in classifica e stare dietro a un compagno di squadra ci fa dannare. Sono tre anni e mezzo che vado in bici e il mio desiderio è arrivare tra i primi di categoria, mi preparo tutto l'inverno, curo abbastanza l'alimentazione, mi faccio in quattro per potermi allenare visto il lavoro che faccio è ho 38 anni..... Ma dove voglio andare, ma io ci credo, la passione e l'anonimo che c'è in me mi porta a cercare limiti che non immaginavo. Purtroppo il troppo agonistica domenica dopo averti passato sull'anfiteatro sopra sostegno mi ha portato oltre i mie limiti, sono caduto sul finire della discesa, una discesa che conosco bene fatta non so quante volte, eppure esagerare porta a sbagliare. Tanta paura, ero troppo convinto di essermi rotto qualcosa, un dolore atroce al bacino, non riuscivo più ad alzarmi, volevo risalire in bici a tutti i costi e concludere la mia gara, questi tracciati mi hanno visto muovere i primi metri quando ho acquistato la prima bici, mi hanno visto soffrire e crescere, non doveva andare così, tante lacrime per non poter più proseguire e arrivare al traguardo e dire "c'è l'ho fatta". Si sa questa gara la ami o la odi, io amo questi posti, non ci saranno i panorami delle dolomiti o del mare, ma c'è un mix di cose speciali che ti fanno innamorare. Non essere arrivato ancora oggi mi tormenta, non mi da pace, per fortuna non ho fratture ma solo 7 punti al gomito e uno sul bacino, non vedo l'ora di risalire in sella, rifare la discesa e completare la granfondo. Tutto questo per dire, che il risultato ci stimola a migliorare, ma arrivare al traguardo e poter gioire e ripensare a tutti gli sforzi fatti, dalla preparazione invernale a concludere la gara è qualcosa di impagabile, ognuno di noi nel nostro piccolo deve essere soddisfatto di quello che fa'. Comunque in salita quando ti erodietro menavi alla grande, devi essere contento dell'esperienza fatta e gioie con tutta la squadra per quello che avete organizzato, è stato qualcosa di eccezionale. Ci si vede sui tracciati

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  2. Caro Maurizio, mi ricordo bene di te in terra e del punto dove sei caduto. Vedo che stai bene, mi fa molto piacere.
    Sono 24 anni che corro in MTB, strada, cx. Prima correvo in moto nell'enduro. Ho smesso di contare tanti anni fa alla granfondo n.300, e ho sulla schiena 10 massacranti corse a tappe. Insomma non sono un novellino.
    Questa passione mi ha rotto 4 costole, una caviglia, un polso, una tibia, un omero, una clavicola. Poi nel 2012 il femore destro, in molti punti e con emorragia interna. Se vuoi divertirti a leggere questo stupido blog trovi tutto, anche di quei giorni terribili.
    Correvo su quelle che oggi chiamate Riverosse, io lo chiamo Roasio, che andavi ancora alle medie. Tutti i ragazzi della squadra sanno che sebbene io abiti a Vercelli, ho in realtà le radici su questa sabbia. E quando nel 2015 Marco, il Pres, decise di avventurarsi in questo evento, mi disse "fabri, fai tu il percorso, che nessuno qui ne sa come te". E quel giro della prima edizione è rimasto nel cuore di tutti quelli che lo hanno corso, così come ogni volta che portiamo la gente sulle Rive.
    Tutto questo per farti capire che se non mi divertissi non lo farei. Anzi è molto oltre il divertimento, è la mia essenza. Ho 51 anni e dentro gioco in questi boschi come un bambino.
    Prendila scialla, non crederci mai troppo, sii felice di esserci e mena più che puoi quando corri. Libera l'anima, dopo stai sempre meglio. Mantieni sempre la testa sulle spalle e lascia che gli anni passino senza che nulla e nessuno possa rubarti la tua passione: invecchierai molto meglio.
    Metti in conto che ogni tanto si deve pagare il prezzo del dolore, e che poi questo passerà e che tornerai più felice di prima. Io ho l'orgoglio di poterlo dire.
    Non importa che non sei arrivato al traguardo, credimi. Importa che tu volessi arrivarci a tutti i costi.
    Buona guarigione e grazie del tempo che mi hai dedicato.
    Fabribiker

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