domenica 21 giugno 2015

CICLISMO ED IPOCRISIA

La versione che dovrei scrivere:

Oggi sono andato a correre la Rampicarza Supermarathon, durissima gara a due passi dalla Svizzera. Lotto partenti ristretto ma di grande qualità.
Regno della MTB old style e in un contesto da favola.
Gara dura e tecnica, ho ottenuto un ottimo quinto posto tra gli M4 e un 37esimo assoluto.
Le mie qualità di discesista tecnico si sono esaltate.

La versione a mio modo:

Volevo la marathon a Vinadio ma pioveva, me la sono andata a cercare oggi. La Rampicarza in versione lunga era un pò la prova dura che cercavo per capire come sto.
Esco di casa alle 6 e sarà sole. Meno male che questa è un inferno in discesa, me la ricordo ancora dal 2013.

Arrivo in questo posto in culo ai lupi, appeso sopra al lago Maggiore, alle 7,30 e non c'è ancora nessuno. Desolazione totale.
Dopo un pò ecco i giudici, mi iscrivo e mi danno il 46. Sarà uno scherzo penso...
Mi giro e leggo un bel cartello: ristori solo idrici, portatevi dietro da mangiare. Gli ho appena sganciato 40 euri, chapeau.

Partiamo in 70 credo per il lungo, più 4 gatti divisi tra corto e cicloturisti. Solita storia:  #nonlamuovo.
Soffro sempre, mi guardo attorno e sono convintissimo di essere ultimo.
Finisce la prima salita, scendo forte e ne prendo 4, oh la, meno male ero già in crisi di solitudine.
Si risale al 20% fisso e mi staccano, tanto ormai sono abituato.
Cielo sereno, alzo la testa e mi godo i paesaggi.
Ad un certo punto comincio anche a essere proprio stanco: guardo il Garmin, ho fatto 21km. Giro la pagina, 1420+, e te credo che comincio a esser stanco.
Inizia una parte vallonata e mi riprendo, ne supero un paio, dai che non sono ultimo.
Attacca la salita di prato del monte che da il nome alla gara, credo, e mi ripassano e lasciano lì come un pirla.
Discesa mooolto tecnica e li riprendo e siamo all'ultima salita, son quasi 50km ormai e oltre 2000+. Attacco e spariscono dietro, dai che sono un figo, non faccio ultimo. Inizia la discesa, sempre infernale, e dico qua me ne mangio due o tre, ed invece sti due non so che gli salta in testa, dopo che per 4 ore in discesa erano dei paracarri, vengono giù come la conoscessero a memoria e mi passano a due passi dal traguardo.

Mi cambio a fianco di Rufus, morale sotto i piedi. Vado da solo a mangiare, poi meno male arriva David e mi tiene compagnia: pasta scotta che nemmeno al Trompone, arrosto appena tolto dal frigo. Continuo a pensare ai miei 40 euro....

Mentre torno alla macchina, vedo che nelle classifiche sono 37esimo e quinto M4, mi vergogno di me stesso, ho distacchi patetici dagli altri.
Salgo in auto, metto a volume da sordità precoce gli Afterhours e canto per un'ora e mezza.

Canta Fabri, canta che ti passa.

BikerForEver




lunedì 15 giugno 2015

LA MADRE TERRA

Immagini:

Scollino la prima dura salita, una stradina asfaltata, mentre diluvia. Mi getto in un sentiero tortuoso di montagna, un piccola striscia di fango in un prato pieno di fiori. Realizzo in un attimo che la bici mi asseconda e scendo come un indemoniato per centinaia di metri di dislivello, chiedendo continuamente strada.

Esco dal fossato del Forte pieno di melma e trovo la gente che aspetta il nostro passaggio. Mi guardo attorno ma non ci sono, boh saranno in macchina piove così forte che si vede a 5 metri. Prendo la traccia che costeggia il torrente tra pozze enormi e fango, e le vedo, due ragazzine che ridono sotto l'acquazzone e si mettono a gridare "Dai Fabri, dai papi" ridendo come sto ridendo io, a crepapelle.

Cerco di tenere il passo di Sparaventi sulla lunga salita viscida che sale verso Bergemolo, ma non ne ho abbastanza, come sempre. Mi stacco ma arrivato in cima mi butto nel single track viscido e mi diverto, vado sempre più forte e mi diverto, prendo un pò di bikers e passo anche la Barbara Piralla.

Inizio a salire il Pirone, e lei mi riprende. Le dico "in salita proprio non la muovo" e la lascio andare senza più rivederla se non all'arrivo. Continuo a stento mentre barcollo, ma dentro continua a venirmi da ridere mentre esce addirittura un raggio di sole.

Passo il traguardo, trovo Miki e la sua amica Nicol allegre, felici. Vado alla macchina e mi spoglio con il fango che copre ogni centimetro della mia pelle, mi guardano mentre mi lavo con l'acqua della borraccia realizzando la prima che ha un padre folle, la seconda che ha un amica con un padre folle. E continuo a ridere mentre, con la terra fra i denti, dico loro "ragazze, non capite, questo è il contatto con la madre terra, è la cosa migliore del mondo".

Un weekend a Vinadio per correre la Promenado con la mia Michela e la sua amica. Due giorni sotto il diluvio. Mi spiace per chi ha organizzato il tutto, bravissima gente che meritava il sole e un mare di bikers. E mi perdonino se io sono felice che venisse acqua a secchiate, perchè è stata la gara più divertente dell'anno. Madre pioggia e Madre terra.


BikerForEver










lunedì 8 giugno 2015

LA VERITA' DELLE COSE

Tre giorni in Val Venosta, in ottima compagnia, con Albi e Zambo. Poi c'erano anche Ricky, David e Simone. Insomma tutte le carte in regola per un bella cornice alla gara.

Tempo splendido, anche se troppo caldo.
Organizzazione teutonica praticamente perfetta. Un bel pacco gara.
Uno scenario montano bello, anche se non è il caso di sprecare gli aggettivi, ho visto di meglio.

Una gara dura, sulla carta venduta come tecnica e di vera montagna.

La realtà: il più brutto percorso lungo che io abbia mai pedalato.
Non so perchè bisogna dire sempre balle. Ho letto commenti entusiastici, sul percorso e sui paesaggi.
O questa gente non è mai andata in MTB o ama non dire la verità delle cose.
La Ortler Bike Marathon fa schifo. Stop.

Bella la prima salita, di 21 km. Bello forse il primo km di discesa. Poi una noia pazzesca, solo fatica.
Stradoni nel bosco a salire con vista zero.
Stradoni ghiaiati a scendere o asfalto. Per dire l'ultima lunghissima discesa quasi completamente asfaltata.
Una DSB, una Hero, sono immensamente più belle e tecniche in paragone. E sia chiaro che sono considerate già queste stradoni.

La prestazione mia atletica penosa. Oltre alle gambe inchiodate, oltre a una condizione atletica ridicola, si è aggiunta la noia e la delusione man mano che passavano le ore.
Insomma a me qua non vedono più.
Ed anche in Alto Adige, in Trentino non so se mi vedranno ancora. Bei posti, percorsi penosi.

Rimane la speranza della Transalp, fra un mese. E soprattutto la speranza che qualcosa cambi nel mio corpo altrimenti sarà un calvario.

BikerFor Ever







mercoledì 3 giugno 2015

IL LIVELLO

Ritorno nei ranghi canonici dell'agonismo piemontese domenica scorsa.

Ecco la frase fatta per iniziare un bell'articolo sulla gara di Bistagno.

Difficile sognare, emozionarsi, scrivere fiumi di parole. Ne ho fatte troppe di queste gare, per sorprendermi ancora.
Ma...c'è un ma. Se prima si correva su un 40 km e un 1200+, adesso tutti vogliamo organizzare la gara dura, e così corriamo 50 km per almeno 1600+.
Solo che il ritmo è sempre lo stesso, quello di un XC da un'ora. Ma qui con la bava alla bocca ci devi stare ben oltre due ore e mezza al mio modestissimo livello, se non tre, e il lunedì mattina sei un cadavere che cammina, risorto malamente, per casa.

Van tutti forte, il livello è alto, e non è vero che sono io che invecchio. Il passo c'è, la media c'è, solo che son tutti belli, lucidi, preparati, esperti. E io remo lì attorno al 150esimo, quando due anni fa a questo ritmo entravo nei 100,
Cambia qualcosa? No.

Rimane il divertimento della lotta con gli amici, Giorgio e Costa su tutti, e se anche domenica l'ho persa non devono dormire sonni tranquilli: basta una distrazione di un attimo e mordo le chiappe.

Ora archivio la prima parte di stagione. Inizia la sezione estiva, Finiscono le bave, le ripetute, gli scatti, iniziano i massacri, le grandi montagne, le gare senza fine in quota, le salite che non finiscono mai.
Inizia il mio momento, quello che ci vuole coraggio per esserci, non ne vedevo sinceramente l'ora.


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